Meymand

È un piccolo villaggio dell’Iran, dove il tempo si è fermato per diversi millenni. Lo storico villaggio di Maymand, nella provincia di Kerman, è abitato da almeno 3.000 anni. Le case scavate nella roccia, chiamate “Gonbeh o Chice”, alcune delle quali sono state abitate ininterrottamente per millenni, mentre oggi ospitano circa 350 persone che sono gli abitanti del villaggio Meymand. Con temperature estive elevate e inverni molto freddi, il villaggio si è meritato nel 2005 il Premio Internazionale dell’Unesco per la sua capacità di salvaguardare il suo modo di vivere ancestrale. Intorno, frutteti di melograno e pistacchio aggiungono un tocco di verde al paesaggio arido. Uomini e donne più anziani sono impegnati nelle fattorie. Le case sono dotate di elettricità ma non hanno l’aria condizionata. Non ne hanno bisogno perché questi focolari scavati nella roccia favoriscono naturalmente la freschezza. Questi abitanti del villaggio vivono una vita semplice, quasi primitiva, anche se alcuni approfittano di alcuni dei servizi offerti dalla vita moderna. È un bellissimo villaggio dove regnano pace e tranquillità. Una sorta di opera d’arte in perfetta armonia con la natura. Se siete appassionati delle montagne, trekking nel deserto, mille una notte, camping nel deserto in Iran, nomadismo, fotografie, antropologia, paesaggi storici e la cultura affascinante del medio oriente SITO Travel vi aiuta a organizzare il vostro viaggio in Iran, potete contattarci e contarci su di noi, perché la nostra esperienza nasce e si sviluppa sul campo.

Arge Bam o Cittadella Bam

A lungo associata alla Via della Seta, Bam fu durante l’Alto Medioevo, XII secolo d.C., un importante centro di produzione tessile. Attorno alla cittadella, la città si estende per oltre 20 ettari. Il terremoto del dicembre 2003 ha devastato la città, distruggendo quasi completamente l’Arge Bam. Oggi la città moderna ha riacquistato il suo splendore e la ricostruzione è quasi completa, ma la cittadella classificata dall’Unesco impiegherà ancora anni per risorgere dalle sue ceneri. Sul sito stesso, la strada principale è stata restaurata insieme a molti degli edifici che la fiancheggiano, ma bisogna allontanarsi da essa per guardare il resto delle rovine, che si estendono su 20 ettari. Da non perdere la scalata dei bastioni restaurati fino in cima alla cittadella: dove ci sarà una vista mozzafiato sulla città. Per farvi incuriosire vi consigliamo di Guardare il film “deserto dei tartari” omonimo del capolavoro di D. Buzzati, girato nell’Arge Bam prima del 2003.

Marivan

Marivan si trova a 125 km a nord-ovest di Sanandaj, in prossimità del confine Iran-Iraq ad un’altezza di 1320 metri sopra il livello del mare. I monti Zagros costituiscono le terre più irregolari di Marivan. La città è la città più piovosa della provincia del Kurdistan con il clima freddo e umido. Marivan è composto da tre parti, Circoscrizioni principali come “Markazi”, “Sarshiv”, “Khavumirabad”, quattro città e 6 distretti rurali.

Sar Agha Seyed

Sar Agha Seyed si trova a un’altitudine di circa 2200 metri sul livello del mare su una delle pendici della montagna di Haft Tanan nella parte centrale della città di Koohrang, a circa 130 chilometri da Shahrekord nella provincia di Chaharmahal e Bakhtiari. Il villaggio è una delle bellezze incontaminate dell’Iran che bisogna viverlo per capire il senso e il ritmo vitale della gente che ci abita ancora. Essa ci vive nel villaggio da anni nonostante le difficoltà climatiche dovute all’alta altitudine e la presenza della neve. Sar Agha Seyed non è un posto per una vita moderna. Quando nevica, la strada del villaggio viene tagliata fuori dal resto del mondo, quindi, la bellezza e la natura incontaminata di Sar Agha Seyed è completamente influenzata dal clima stagionale. Il villaggio era una delle località estive dei nomadi Bakhtiari. Infatti qui la gente parla il dialetto Bakhtiari della lingua Luri, una delle lingue parlate in Iran. Sar Agha Seyed è un villaggio con un’architettura pedemontana e scalinata noto come Masouleh di Zagros; ma nonostante mantenga la sua originalità, il suo nome è meno sentito tra i villaggi dell’alto piano iranico.

Sembra che uno dei motivi per cui questo villaggio è più sconosciuto sia il fatto che si trovi in un ambiente montuoso e aspro. Tuttavia, a causa della sua posizione topografica, l’accesso a questo villaggio svanisce completamente nella metà dell’anno! Infatti, a causa della pioggia e della neve in autunno e in inverno, il paese non ha nessun collegamento stradale con i paesi circostanti. Pertanto, la visita di questo villaggio è possibile solo in primavera e in estate, tutto ciò dipende dalle condizioni climatiche stagionali. Può darsi che ora la neve sciolga prima e ora rimanga ancora fino a aprile quindi non si può definire una data precisa dell’accesso al villaggio se non in piena d’estate. Anche se queste condizioni sembrano difficili, ma l’ambiente naturale, meraviglioso, incontaminato e l’architettura speciale di questo villaggio lo hanno fatto diventare un posto incantevole immerso nella piena natura montuosa circostante.

Villaggio

Le case rurali del villaggio sono molto tradizionali e hanno ampiamente ignorato la tecnologia nella loro disposizione. Gli anziani del villaggio dicono che il santuario all’interno del villaggio ha almeno 600 anni, ed una delle storie, che la gente racconta, è l’esistenza di un Imamzadeh – mausoleo – nel paesino, l’Imamzadeh di Agha Seyed Issa, perciò le case del villaggio sono state costruite accanto ad esso e per questo questo villaggio si chiama Sar Agha Seyed.

Ci sono tanti tipi alberi e le piante della montagna in questa zona: i noci di questo villaggio, secondo gli abitanti del villaggio, hanno 300 anni. Altre piante includono aglio, scalogno, porro, sedano di montagna e funghi. Esistono molti alberi di quercia in questa zona e la gente del posto usa la farina di ghianda per cuocere un particolare tipo di pane. Visto che qui esiste solo l’elettricità, allora gli abitanti del villaggio usano il fuoco per cucinare e altre necessità come le stufette, il che significa che non ci sono fornelli a gas nel villaggio.

Bisogna sapere che quando si entra nella strada e quindi non appena si entra in questo villaggio, il campo del cellulare viene a mancare e questo fa credere a tutti che questo è un posto lontano dalla tecnologia. Se siete appassionati delle montagne, antropologia, paesaggi storici e la cultura affascinante del medio oriente SITO Travel vi aiuta a organizzare il vostro viaggio in Iran, potete contattarci e contarci su di noi, perché la nostra esperienza nasce e si sviluppa sul campo.

La ziggurat o ziqqurat di Chogha Zanbil

La ziggurat o ziqqurat, è l’antico tempio degli elamiti, basata su una pianta quadrata, a quattro piani con un tempio sommitale e un’altezza stimata di oltre 50 m, circondata da numerosi edifici, templi e palazzi, e protetta da tre cinte di mura. La ziggurat era formata da una struttura massiccia in mattoni crudi, rinforzata da travi di legno, che ne permettevano anche il collegamento con il paramento esterno in mattoni cotti. Ogni piano della ziggurat è adibito a funzioni specifiche: nella parte più alta della costruzione si trova il tempio vero e proprio “sanctum sanctorum”, con l’altare e le statue dedicate alla divinità protettrice, a cui può accedere solo il re sacerdote; nei piani intermedi spesso si trovano le scuole e lungo i gradoni si affacciano le stanzette dei sacerdoti; nella parte inferiore si trovano i magazzini per conservare le merci da utilizzare in caso di necessità, gli archivi per conservare le tavolette di argilla su cui sono registrati i contratti o le quantità di merci consegnate al tempio.

Tomba di Bayazid Bastami

Comunemente noto come Bayazid Bastami con l’epiteto di Sultan-al-Arifin (Re dei mistici), è il più grande mistico del IX sec d.C. Si dice che Bayazid sia tornato a Bastam dopo alcuni anni di esplorazione e ascetismo e abbia trascorso la maggior parte della sua vita e sia morto lì. Non ha lasciato alcun lavoro di se stesso, ma i suoi discepoli e seguaci hanno trascritto i suoi discorsi che sono stati citati in diversi libri come “tabaqat al-Sufiyya” e “Tazkirat al-Awliya”.

Varzaneh

Varzaneh è un gioiello nascosto nella parte centrale dell’Iran, si tratta di una cittadina situata ai bordi del deserto di Dasht-e Kavir, e comprende gli elementi architettonici e soprattutto ne dimostra il tipico paesaggio della zona desertica dell’Iran. Varzaneh può davvero essere una meta molto curiosa per chi adora esplorare i posti popolari e la cultura rurale. Questa cittadina sarà un luogo incantevole dove conserva antiche tradizioni che sono scomparse nella parte moderna del paese. È una buona base da cui esplorare diverse attrazioni turistiche, come le rovine di un vecchio caravanserraglio, montagne di origine vulcanica, dune di sabbia o un lago salato.

Oramanat

Si trova in una valle est-ovest su un ripido pendio che domina il fronte settentrionale delle montagne Takht a sud di Marivan. Le case del villaggio sono generalmente fatte di pietra e a forma di scale come Palangan e Masuleh. Le travi coprono i soffitti, i blocchi irregolari delle pietre fanno da mura e in un certo senso il materiale utilizzato per la costruzione delle case sarà quello offerto dalla natura circostante. Queste case sono disposte in modo tale che il tetto di una casa sia il cortile dell’altra.

Il villaggio Mesr

Il villaggio Mesr ha quasi cent’anni e ai vecchi tempi era conosciuto come Chah Deraz. Per quanto si può notare, il territorio circostante è ricoperto da lunghe e corte dune di sabbia dorata. Questo bellissimo scenario speciale sta rendendo l’area famosa come il mare di sabbia. Basta stare su una delle dune e il mare dorato apparirà davanti ai nostri occhi. Le brevi e lunghe dune di sabbia brillano come onde tremolanti del mare sotto il sole. Una delle dune di sabbia più alte dell’Iran si trova qui.

Maku

Maku è una città nella provincia dell’Azerbaigian occidentale, in Iran. Si trova a 22 chilometri dal confine turco in una gola di montagna ad un’altitudine di 1634 metri. Il fiume Zangmar attraversa la città di Maku. Essa è la zona franca più grande dell’Iran.  Maku era la capitale di un Kangarli Khanate, uno dei numerosi piccoli Khanati semi-indipendenti che derivarono dalla disgregazione dell’impero safavide nel XVII secolo.