15 Giorni
Durata
L’estate
Date
3/10
Fisicità
Visita
Patrimonio mondiale dell'UNESCO

IRAN
Azerbaijan e Kurdistan

15 giorni/14 notti

“Azerbaijan e Kurdistan” è un viaggio ideale per conoscere la cultura azera, le chiese ortodosse, i bazaar della via della seta e la festa del Purim della religione ebraica. Il tour, oltre ai paesaggi mozzafiato, ci offre anche la possibilità di vivere i luoghi del culto, il Bazaar per eccellenza al mondo ossia quello di Tabriz. Questo ultimo stato visitato dai famosi esploratori e scrittori tra cui il sommo viaggiatore veneziano Marco Polo. Tabriz si trova nella zona del Nord Ovest dell’Iran nella regione chiamata Azerbaijan iraniano. Questa affascinante città adagiata sui monti Alborz si svela agli occhi del visitatore con la sua orgogliosa natura e la sua ricchezza architettonica di stile azero. Questo stile definisce fin dal primo momento una divergenza antropologica per il semplice fatto che nella regione dell’Azerbaijan iraniano si parla prevalentemente l’antica lingua azera.
“Azerbaijan e Kurdistan” è un tuffo nella storia della Persia attraverso i siti di grande importanza storica come Takhte Soleiman, Bisotun e la fortezza di Babak in più visiteremo i posti più affascinanti del paese: il villaggio Masuleh nelle vicinanze del Mar Caspio, il Bazzar di Tabriz, Bazaar di Qazvin, la biblioteca di Avicenna, il villaggio tipico curdo Palangan e Casa del curdo a Sanandaj, Quest’ultima città ci permette di approfondire la storia del popolo curdo che arricchisce a sua volta il bagaglio culturale di ogni viaggiatore. L’Iran nasconde grandi tesori che li scopriamo visitando l’architettura delle splendide città fino a spingerci alle radici dell’architettura dei selgiuchidi nelle città famose azere. Dopo aver visitato Qazvin, il viaggio prosegue per Masuleh, Ardebil la città dei filosofo e pensatore dei Safavide Sheikh Safi. Da Ardebil siamo diretti verso Jolfa dove visiteremo il Monastero di Sant Stefano che si nasconde in mezzo montagne pittoresche della zona del Nord Ovest dell’Iran. Il viaggio si prosegue per Tabriz, Sanandaj, Kermanshah e Hamedan dove avremo la possibilità di conoscere la storia dei Medi a Ecbatana e visitare il Mausoleo di Ester e Mordechay. In Infine arriviamo a Zanjan, la capitale del rame e del coltello iraniano. Queste sono le città suggestive iraniane che evidenziano ancora una volta la multietnicità dell’Iran. “Azerbaijan e Kurdistan” è un viaggio in Iran il cui tragitto, di giorno in giorno, attraversa la zona del Mar Caspio e nord Ovest ovvero la regione Azerbaijan dell’Iran fino alla regione Kurdistan, dove, la popolarità, l’eleganza della natura e l’ospitalità del suo popolo saranno in grado di lasciare a bocca aperta anche il più scettico dei viaggiatori!

LUOGO DI PARTENZA / RITORNOAeroporto internazionale IKA
ORARIO DI PARTENZASi prega di arrivare almeno 3 ore prima del volo.
INCLUSO
PastiAlloggi
Trasporto localeGuida professionale
NON INCLUSO
Biglietti d’ingresso
Volo domestico

 

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1° Giorno, Italia – Tehran

 

Partenza con volo di linea. Arrivo nella capitale dell’Iran Tehran situata ai piedi dei monti dell’Alborz. Incontro con la guida di SITO Travel. Trasferimento in albergo, pernottamento.

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2° Giorno, Tehran

Cominciamo il viaggio con la visita della capitale dell’Iran Tehran: la città più movimentata e cosiddetta effervescente iraniana. La megalopoli iraniana con più di 8 milioni di abitanti, dimostra la sua raffinatezza in un’atmosfera caotica come tutte le grandi città del mondo. Tehran è però una pagina fondamentale della storia moderna in quanto mette a disposizione dei viaggiatori i suoi straordinari musei, come il Museo dei Gioielli che espone la Collezione più importante al mondo. I progressi artistici, gli interventi architettonici e la rinascita dei tanti caffè allo stile tradizionale persiano, ha reso Tehran, in questi anni, un labirinto affascinante tanto da sorprendere il viaggiatore ad ogni angolo urbano.

Le visite di Tehran:

  • Il Museo Archeologico Nazionale dell’Iran ripercorre la storia, l’arte e la cultura attraverso i reperti archeologici che vanno dal VI millennio a.C., fino al periodo islamico, VII secolo d.C. Al Museo di Tehran si trova una splendida collezione di ceramiche, di terrecotte e di bronzi. In più, ogni semestre, vi è un’esposizione provvisoria di oggetti, di alto valore archeologico, prestati da altri musei come quelli di Venezia, Berlino.
  • Palazzo Golestan è situato vicino al Gran Bazar ed è un complesso notevole che trova la sua radice nel XVI secolo, quando Tehran, pian piano, si trasformò da un villaggio a una città vera e propria. Golestan significa “roseto” perché è un tipico esempio dei meravigliosi Giardini persiani. La storia moderna iraniana deve tanto al complesso dove Mohammad Reza Pahlavi si è autoincoronato proclamandosi successore di Ciro il Grande. In seguito si visita l’ingresso del Gran Bazar di Tehran dove si vende “di cotto e di crudo” o come si dice in persiano si vendono pure “il latte della gallina e l’anima umana”.
  • Il Museo Nazionale dei Gioielli, (apertura solo da Sabato a Martedì) è situato in un’enorme cassaforte con una porta spessa 25 cm, ed è allestito nei forzieri sotterranei della Banca Centrale Iraniana. Il museo ospita i gioielli della corona, il mappamondo tempestato di gemme, un tripudio di pietre preziose, diademi, corone della famiglia Pahlavi e il più grande diamante rosa esistente nel mondo detto anche Darya-e Nour (Mare di Luce) di 182 carati. Il diamante è un simbolo della vittoria che Nadir, scià nel 1739, aveva portato in Iran dopo la sua vittoriosa campagna in India.
  • Alternativa al posto di Museo dei Gioielli, è il Museo dei Tappeti.
  • Una passeggiata piacevole sul Ponte della Natura; un’opera moderna della capitale iraniana a Tehran. Il Ponte della Natura è un passaggio pedonale, costruito sopra una delle autostrade principali di Tehran e collega le due colline verdi della città. Il ponte è stato progettato da una donna iraniana di 26 anni di nome “Leila Araghian”. Leila stessa ha riferito di averlo progettato con lo scopo di far avvicinare le persone.

Cena e pernottamento in albergo.

3

3° Giorno, Tehran – Qazvin – Masuleh

Durante l’impero persiano, fu stata realizzata una serie delle strade detta la Via Reale Persiana: circa 3 mila km di strade che collegavano varie satrapie dell’impero persiano, dall’odierno Iran fino al mar Mediterraneo, passando per la Turchia di oggi.

La via Reale di Persia era la base fondamentale di quello che sarebbe diventata la via della seta, la quale si spandeva esattamente per 3000 chilometri dalla città di Ecbatana, Hamedan, fino al porto sul mar Egeo di Smirne in Turchia. Dario I, durante il suo regno, provvedeva un controllo costante della via reale affinché potesse garantire la sicurezza del passaggio e il collegamento continuo tra tutte le satrapie dell’Impero achemenide. La via aveva varie fermate e i viaggiatori comuni impiegavano tre mesi per percorrerla, mentre i messaggeri imperiali con cavalli freschi la attraversavano in nove giorni. Questa via fu la vena principale  del collegamento tra Oriente e Occidente con l’espansione di Alessandro Magno in Asia minore. Alessandro infatti aveva fondato lungo il suo percorso la città più lontana dell’Impero macedone, Alessandria Eskate, e che con il suo ammiraglio aprì la rotta marittima dal delta dell’Indo al golfo Persico.

gli itinerari della via reale di Persia oramai la via del commercio della seta sono stati tanto divergenti a seconda delle condizioni storico-economiche dei Paesi che ne erano attraversati: una volta superata la parte dell’estremo Oriente, la via della seta indirizzava i viaggiatori verso Uzbakistan, Afghanistan, Turkministan e Iran laddove passava da Neishabur e Semnan per arrivare a Tehran, Qazvin e Tabriz e procedere verso il mar Egeo di Smirne. Qazvin trova le sue radici nel periodo di massimo splendore del commercio attraverso via della seta in Iran. Però con lo spostamento della capitale dei safavidi da Tabriz a Qazvin, essa divenne anche un polo politico oltre a quello commerciale. Oggi giorno la città di Qazvin mette a disposizione dei viaggiatori i suoi luoghi affascinanti i quali saranno in grado di narrarci una storia profumata ed ereditata dai tempi del passaggio della setta.

Di mattina partiamo per Qazvin alla scoperta dei suoi splendidi luoghi storici:

  • Qazvin andremo a passeggiare lungo l’elegantissimo corridoio del Saraye Sa’do Saltane. Si tratta di uno dei luoghi più spettacolari del tradizionale Bazaar dell’Iran. Questo caravanserraglio in mattoni contiene diverse porte d’ingresso, alcune sono collegate alle strade circostanti e le altre sono connesse alle diverse parti del Bazaar. Le porte d’ingresso includono il vestibolo con un bellissimo stile architettonico. C’è un Chahar-Sough sul lato sud di questa parte con una cupola sopra esso. Intorno a questo passaggio a forma di croce latina ci sono 16 camere con un’altezza di un metro e porte in legno intagliato. Dopo la visita al Bazaar di Qazvin.
  • Mausoleo di Shah Zadeh Hossein, il complesso religioso che comprende una moschea e il mausoleo del figlio dell’ottavo Imam degli Sciiti seppellito a Mashahad. Il mausoleo ricorda un complesso di palazzi con il suo giardino murato, file di piante, piccoli Iwan, nicchie, pietre tombali e preziose decorazioni in piastrelle blu e color crema. La facciata del cancello principale è di sei minareti ornamentali sormontati. La tomba è coperta da una cupola piastrellata giallo-blu. La parte centrale dell’edificio è decorata con numerosi mosaici a specchio. L’interno del santuario è decorato con specchi, cristalli e lampadari decorativi tipici dei luoghi di culto e santuari di grande importanza religiosa.
  • Chehel Sotun, il padiglione di Qazvīn faceva originariamente parte del primo complesso del palazzo safavide nel 1596. Il palazzo nella sua forma attuale è una sopravvivenza unica del periodo safavide. Le sue decorazioni safavide e Qajar sono chiaramente distinguibili: piastrelle, per lo più del periodo Qajar, all’esterno, e dipinti murali della struttura originale safavide all’interno. Nello sviluppo dell’architettura il palazzo Chehel Sotun di Qazvin anticipa uno stile peculiare durante il regno dei safavidi anche nelle altre città dell’Iran come Isfahan e Zanjan.

Partenza alla volta del villaggio di Masuleh che si trova in mezzo alle montagne e si sviluppa a gradoni in forma terrazzata. Nell’architettura di questo villaggio, il tetto dell’abitazione sottostante corrisponde al cortile della casa superiore. I materiali utilizzati nella costruzione della casa sono nativi e la maggior parte sono delle rocce impiegate per l’edificazione di muri a secco in modo irregolare e con la malta di fango e calce. Questo tipo di case rappresenta la conoscenza di generazioni precedenti adattando le condizioni geografiche alla tecnologia delle costruzioni. Il villaggio di Masuleh si colloca tra i villaggi più pittoreschi in Iran che grazie al controllo costante del Ministero dei Beni Culturali ha mantenuto il suo fascino eco-architettonico.

Cena al ristorante e pernottamento in una casa tradizionale nel villaggio.

4

4° Giorno, Masuleh – Ardabil

Il Caspio geograficamente parlando è il mare chiuso più esteso del mondo, con la percentuale di salinità superiore al 13.7 ‰. Storicamente, il Mar Caspio fu una frontiera tra Europa e Medio Oriente, una barriera che nel corso dei secoli ha contribuito allo scambio intra-culturale tra i popoli e abitanti sulle proprie coste. Nella parte meridionale, principalmente in Iran, la costa, costituita da sabbie fini e limi, lo scenario si presenta una serie di terrazzi che salgono gradualmente le catene montuoso di Alborz. Questa salita ci permette di entrare in una altra cultura dell’Iran ossia quella azera. Il nostro viaggio prosegue verso la Regione Ardebil e per raggiungerci dobbiamo lasciare il Mar Caspio dietro le spalle e salire la strada panoramica di Haraz. Durante il tragitto visiteremo la laguna di Bandar Anzali, cittadina portuale del Mar Caspio.

Arrivo a Ardebil e visita al mausoleo del mentore dei sufi Sheik-Safi-Eddin Ardebili (XV sec.)

La storia dei Safavidi, il terzo impero persiano, si valorizza con la figura mistica dello Sheikh Ishaq Safiddun, il mentore e maestro di una confraternita islamica sufi che aveva base ad Ardabil, nell’odierno Azerbaigian dell’Iran. La figura di Seikh Safi è riconosciuta soprattutto per la sua ideologia religiosa quella che sarebbe poi diventata una religione ufficiale dell’Impero Safavide. Infatti l’Islam sciita e il suo sviluppo in Iran, trova le sue radici nello studio ideologico e la scuola del pensiero del mentore della scuola religiosa di Ardebil.

Il santuario dello sceicco Safi al-din ad Ardabil è riconosciuto come uno dei più importanti santuari in Iran. Durante il periodo safavide molti politici, viaggiatori, scrittori e commerciali erano venuti dalla Germania, dalla Francia e dalla Gran Bretagna in Iran per visitare Ardebil e hanno scritto delle notizie al riguardo del santuario.  Il santuario venne costruito tra l’inizio del XVI secolo e la fine del XVIII secolo, ed è un luogo di ritiro spirituale sufi che utilizza le tradizionali forme architettoniche iraniane. I costruttori sono stati in grado di sfruttare al massimo lo spazio ridotto per fornire molteplici funzioni, tra cui una biblioteca, una moschea, una scuola, un mausoleo, una cisterna, un ospedale, cucine, una panetteria e alcuni uffici. Il sito comprende un percorso che conduce al santuario in sette fasi che riflettono le sette fasi del misticismo sufi, separate da otto porte che rappresentano gli otto atteggiamenti del sufismo. Il sito comprende anche facciate e interni riccamente decorati, nonché una notevole collezione di oggetti antichi esposti nella sala laterale accanto alle tombe di Sheikh Safi e Shah Isma’il il fondatore della dinastia dei safavidi.

Shah Isma’il aveva un talento lodevole nel campo militare per cui riuscì a riunire i cosiddetti stati autonomi, piccoli monarchi o feudali che esistevano sul territorio iranico. In più Shah Isma’il aprì una nuova fase delle relazioni internazionali con la Repubblica di Venezia, il Papato di Roma, la Francia e insomma dimostrare il suo interesse diplomatico verso i paesi europei. D’altronde invece scorreva il grande rischio dell’attacco dei gli Ottomani con i quali, i safavidi nonché altre dinastie iraniche hanno avuto un conflitto bellico fino alla caduta degli Ottomani.

Tra tutte le leggi vigenti in base al studio di Sheikh safi notiamo una citazione fatto da Tavernier il famoso viaggiatore francese che visitò l’Iran durante il regno di Shāh Abbas. Tavernier ha detto che nonostante il fatto che le terre intorno ad Ardabil fossero eccellenti per la coltivazione dell’uva ma nessun vino fu trovato in città se non per mano degli armeni. In nessun’altra città in Iran bere vino è severamente vietato come Ardabil in modo che venga consumato clandestinamente come se stessi commettendo un crimine grave. Egli cita la presenza dello sceicco Safi al-din Ardabili e il rispetto richiesto per esso come causa principale di tale comportamento.Olearious scrisse che a causa della santità dello sceicco Safi al-din, l’uso di oro o argenteria al suo interno è vietato e per questo motivo durante i giorni di lutto dell’Imam Hossein e altre occasioni “venivano usati solo cucchiai e piatti di legno o di ceramica. Sembra che lo sceicco Safi al-din era così pio da mangiare cibo in ciotole di legno.

Il bazaar di Ardebil era un punto crociale del commercio perché connetteva la via di Tabriz ai paesi che si affacciavano sul Mar Caspio. La posizione strategica e la presenza delle montagne e le pianure stese di Ardebil arricchiscono il suo antico bazaar con le botteghe di tappeti, erboristerie e la varietà notevole del miele.

Cena al ristorante e pernottamento in albergo.

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5° Giorno, Ardabil – Kaleybar

Partenza per Kaleybar e visitare l’imponente fortezza di Babak, dal nome del suo proprietario, Babak Khorramdin, è un complesso fortificato e costruito all’inizio del IX secolo. Il castello fu identificato come il rifugio di Babak Khorramdin, capo dei Khurramiti, che combatté in Azerbaigian contro il califfato abbaside tra la fine dell’VIII secolo e l’inizio del IX secolo. Come tale, il castello è diventato un simbolo del nazionalismo iraniano. Ogni anno il castello diventa il punto d’incontro degli iraniani azeri che si radunano ai piedi del castello durante la commemorazione di Babak Khorramdin, la festa cade al primo fine settimana di luglio.

Nella maggior parte delle fonti l’inizio della rivolta di Babak è ambientato nell’anno 816 -17 nel regno di al-Ma’mun, quando gli Ḵorrami iniziarono a infiltrarsi nei distretti vicini e creare insicurezza in Azerbaigian. Prima o dopo questa data, secondo alcune fonti, il governatore dell’Armenia, apprese che suo padre Harṯama b. Aʿyan, nonostante il fedele servizio ad al-Ma’mun, era stato frustato e imprigionato su ordine del califfo ed era stato ucciso in prigione per volere del ministro Fażl b. Sahl. Harṯama quindi progettò di ribellarsi e scrisse lettere ai comandanti locali per esortarli a sfidare al-Ma’mun, ma in questo frangente morì. Uno di quelli a cui scrisse era Babak che fu fortemente incoraggiato in tal modo. Al-Ma’mun dapprima prestò scarsa attenzione alla rivolta di Bābak, evidentemente perché viveva nel lontano Khorasan e si preoccupò di questioni come la designazione del suo successore e il contraccolpo di Baghdad. Pertanto, circostanze contemporanee e antipatia popolare nei confronti del dominio arabo favorirono Bakak e i suoi seguaci a organizzare la rivolta. La sconfitta di Babak colpì duramente gli Ḵorrami ma non li distrusse. I discendenti dei suoi seguaci evidentemente continuarono a vivere. (dato la posizione l’altitudine del Castello la visita dipende dal clima giornaliera durante il viaggio).

Cena al ristorante e pernottamento in albergo.

6

6° Giorno, Kaleybar – Jolfa

A volte qualcuno arriva in Iran pensando di trovare, oltre a Persepolis, i monumenti della cultura islamica, l’opulenza delle moschee del periodo islamico o insomma qualcosa che ha a che fare con i riti appartenenti all’Islam. Tutto ciò, ovviamente è plausibile, ma non bisogna trascurare la presenza delle minoranze religiose e soprattutto i luoghi del culto dove essi praticano la loro fede. Per farne un esempio dovremo pur sapere che in Iran nella zona del nord ovest, dove l’Iran confina con l’Azerbaijan, si trovano una serie di chiese antiche riconosciute dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità. Infatti in Iran i cattolici, dal punto di vista religioso sono suddivisi in tre diversi riti: assiro-caldeo, armeno e latino, e cinque diocesi. La popolazione cattolica che vive in Iran è notevolmente piccola. Su 98,79% (principalmente sciiti – sunniti: 5-10%) ci sono anche i Cristiani: 0,37% e altre religioni: 0,84% (inclusi zoroastriani ed ebrei). Il criterio che rende affascinante questo miscuglio religioso è l’arrivo delle religioni in Iran, la divulgazione della fede e la costruzione del luogo del culto. I luoghi di culto delle grandi religioni presenti in Iran si trovano in diverse zone in base alla presenza delle relative comunità. Per esempio nella zona centrale, sud-est si trovano i templi del fuoco degli zoroastriani, mentre nella parte del nord-ovest e a Isfahan si trovano le chiese cattoliche e nella zona occidentale dell’Iran si trova il mausoleo di Ester e Mordechai, luogo di culto per eccellenza della religione ebraica. Tutto ciò non fa altro che far diventare più interessante il nostro viaggio e farci approfondire la radice dei culti presenti in un Iran sciita. Lungo il fiume di Aras tra il confine dell’Iran e l’Azerbaijan visita a una casa tradizionale dell’era di Qajar.

Cena al ristorante e pernottamento in albergo. .

7

7° Giorno, Jolfa –Tabriz

 

Si prosegue verso il magnifico luogo del culto chiamata Chiesa di Santo Stefano, un edificio appartenente al cristianesimo con le tendenze del culto della religione armena risalente al sec. IX d.C. La chiesa si trova in una zona di montagna dove il fiume Aras – il biblico Ghion – serpenteggia nella vallata orgogliosa della frontiera iraniana a pochi passi dalla capitale della Repubblica Autonoma di Naxçıvan. Infatti il Monastero si trova in mezzo alla natura rigogliosa della zona di confine, è una sintesi dell’architettura iranica e bizantina che sarebbe poi diventata nota per lo stile peculiare dell’architettura tipica armena. La torre campanile del monastero è completamente ottagonale e ha un colore rosa salmonato dovuto alle pietre ricavate dalle rocce delle montagne circostanti. Il monastero da lontano pare una fortezza dato che possiede un portale di legno e ferro pressato, il recinto murato e una serie di torri da dove era possibile effettuare la necessaria sorveglianza serale. Accanto alla sala della preghiera esiste un chiostro a pianta quadrata dove abbondano le stanzette per potere ospitare i seminaristi che passavano parte della loro vita seguendo i corsi della scuola religiosa del Monastero di Santo Stefano. Infatti per millenni questa zona è stata una via di transito per commercianti, eserciti e fedeli.

 

Arrivo a Tabriz. Passeggiata intorno alla piscina di El Goli, la più grande riserva idrica per l’irrigazione dei giardini nella parte orientale di Tabriz fino alla porta di Tehran. Durante il periodo safavide nel XVI secolo, subì alcune modifiche, e fu costruito un edificio a due piani in mezzo alla piscina sotto il comando del governatore di Tabriz e il figlio di Abbas Mirza, principe ereditario dell’Iran. Oggi il palazzo a due piani, il parco e la piscina di El Goli creano l’attrazione turistica più popolare e frequentata di Tabriz.

 

 Cena e Pernottamento in albergo.

8

8° Giorno, Tabriz

 

La regione dell’Azerbaijan iraniano occupa un territorio meno vasto rispetto alla grandezza totale dell’Iran. Il motivo per il quale, oggi giorno, questo territorio rimane piccolo, è il semplice fatto che la regione dell’Azerbaijan fu una sorta di agorà internazionale che vide tutti i movimenti geo-politici tra l’Impero Safavide e quello Ottomano, nonché l’arrivo degli ambasciatori cristiani per la divulgazione del cristianesimo. Tabriz ha un ruolo fondamentale nella storia moderna dell’Iran perché è proprio qui, in questa terra, che nacque la fase iniziale di una delle rivoluzioni iraniane più importanti: la Rivoluzione Costituzionale.

Il cuore pulsante della storia di questa terra fu senza dubbio Tabriz situata nel nord ovest dell’Iran. Tabriz, la capitale della provincia dell’Azerbaigian orientale, è adesso una delle metropoli più importanti del paese, nonché un polo importante dell’industria delle piastrelle, dei trattori, del tessile e dei tappeti. È inoltre rinomata per la produzione della frutta secca. La fondazione di questa città storica risale al 1500 a.C., ma a causa dei forti terremoti, pochi edifici storici sono rimasti in piedi. Nel 2012, Tabriz è stata selezionata come la città più bella dell’Iran ed è stata nominata capitale del turismo dei paesi islamici nel 2018. Tabriz è stata capitale dell’Iran durante diverse dinastie come quella Ilkhanide, Ghara Ghoyunlu e Safavide. In più è stata la residenza della famiglia reale e del principe ereditario durante il periodo della dinastia Qajar. Tabriz è famosa come “la città dei primi”; e il complesso storico bazaar di Tabriz è il più grande bazaar coperto del mondo. Dal punto di vista culturale ciò che evidenzia l’importanza di Tabriz è lo scambio intra-culturale e inter-religioso con in paesi confinati come la Turchia, l’Armenia e l’Azerbaijan. Tramite la visita di Tabriz e la sua ricca storia avremo una grande opportunità di approfondire i temi sociali come la rivolta del tabacco, la rivoluzione Costituzionale con la visita alla Casa della Costituzione, l’economia medioevale ovvero il bazaar di Tabriz e in più visiteremo le chiese dei primi martiri del cristianesimo.

Dopo la colazione visita al capoluogo dell’Azerbaijan iraniano:

  • Museo archeologico di Tabriz che tutela un repertorio archeologico dove gli oggetti sono esposti in tre sale principali. Le sale contengono principalmente oggetti scoperti dagli scavi in ​​ dell’Azerbaijan che saranno in grado di informarci del processo artistico che passava dall’Iran verso Occidente. Uno dei reparti più interessanti sarà ovviamente il reparto della ceramica e terracotta risalente al XII-XIII sec. d.C., durante il quale la calligrafia ebbe un risvolto artistico per la decorazione degli oggetti in costruzione. Oltre al Museo Nazionale dell’Iran a Tehran, il Museo dell’Azerbaigian ha la più grande collezione appartenente a diversi periodi della storia dell’Iran.
  • Moschea Blu costruita nel 1465, su ordine di Abu Al-Mozaffar Jahanshah sovrano, mecenate e anche poeta della dinastia turcomanna dei Qara Qoyunlu. Si trattava non solo di una moschea bensì di un grande complesso che conteneva una biblioteca, un convento di dervisci, un giardino, delle terme e un mausoleo. A causa del terremoto del XVIII sec. oggi solo una parte della moschea è rimasta in piedi grazie anche alle collaborazioni e restauri degli archeologici. La pianta della moschea ha una forma diversa rispetto ad altre mosche dell’Iran. Infatti stile particolare della moschea Blu conosciuto come lo stile azero è insolito per il mondo persiano anche perché conferma una rilevante influenza ottomana a Tabriz. Tra i fotografi come Luigi Montabone che nel 1862 fotografò la moschea, cediamo la descrizione del fascino della Moschea Blu a Ella Mailart: “quella sensazione particolare di quando si è innamorati e si crede di non aver mai capito, fino ad allora, lo splendore di un cielo a mezzanotte allorché le stelle, non una uguale all’altra, sfavillano con tale luminosità da sembrare venirci incontro. Quello straordinario mosaico fa sognare un angolo dove ogni stella sia un fiore colorato”
  • Bazaar di Tabriz è un complesso abnorme che abbraccia circa 35 km di passaggi coperti, con più di 7000 negozi, 24 caravanserragli e 28 moschee. L’attività principale all’interno del bazaar era la manifattura dei tappeti, ma è rinomato anche per la lavorazione degli argenti e dei gioielli, la vendita della frutta secca, spezie e il formaggio famoso della regione detto lighwan. Il bazaar di Tabriz in Iran è un bazaar tradizionale, ed era il centro della vita economica intorno al quale si svolgeva la maggior parte delle attività dei cittadini. Dal punto di vista architettonico il bazaar conteneva diversi edifici con una forma adatta per la temperatura bassa invernale di Tabriz. Il bazaar di Tabriz è un esempio lampante poiché comprende quasi tutti gli esempi possibili immaginari di un complesso adatto a svolgere le attività economiche: bottega, officina, magazzino, casa di commercio, caravanserraglio, passaggio, intersezione. Inoltre la seconda fascia del bazaar era dedicata ai luoghi relativi alle altre attività socio-religiose: moschee, scuole coraniche, spazi dedicati per le cerimonie religiose, palestre tipiche persiane, sale da tè, taverne e barbieri. In poche parole questo labirinto commerciale sarà in grado di farci perdere per ore nel suo corpus affascinante dove avremo un’esperienza sensoriale unica. Basta solo camminare e respirare profondamente per inebriarsi con il profumo della cannella appena macinata, della lana dei tappeti nel Saraye Mozaffari, del formaggio fresco e del pane barbari – pane tipico degli azeri dell’Iran – appena sfornato.

Cena al ristorante e pernottamento in albergo.

9

9° Giorno, Tabriz – Takhte Soleiman – Takab

 

Si prosegue verso Takab. Durante il viaggio visiteremo uno dei posti più magici di tutto l’Iran: Takht Soleiman. Il sito archeologico del periodo sassanide si nasconde tra le montagne pittoresche le quali ci accompagnano durante il viaggio rendendolo questo percorso come uno dei più scenografici dell’Iran. Takhte Soleiman oltre alla sua storia di prestigio è in grado di raggruppare una serie dei criteri per approfondire meglio la cultura degli zoroastriani e il loro luogo di culto. Qui a Takhte Soleiman ciò che sorprende ogni visitatore è la bellezza raffinata del posto magico dove l’acqua e il fuoco si conciliano uno accanto all’altro creando una terra sacra laddove ogni re ci si doveva recare prima di mettere il piede sulle scale del trono ereditato.

Il sito archeologico di Takhte Soleiman, nel nord-ovest dell’Iran, si trova in una valle, nel mezzo di una regione di montagne vulcaniche. Il sito comprende il principale santuario zoroastriano, parzialmente ricostruito durante il periodo Ilkhan nel XIII secolo, nonché un tempio dedicato ad Anahita risalente al periodo sassanide, VI e VII secolo. L’architettura del tempio del fuoco, e quella delle sale di raduna dei magi e altri palazzi e hanno influenzarono in modo significativo lo sviluppo architettonico durante il periodo islamico che avvenne dopo lo scioglimento del potere dei sassanidi nel VII secolo d.C. Takhte Soleiman ha anche molte importanti relazioni simboliche, associate a credenze molto più antiche dello zoroastrismo, nonché a significative figure bibliche e leggende.

All’interno dei confini della proprietà si trovano gli elementi e i componenti noti necessari per esprimere l’eccezionale valore universale della proprietà, tra cui il lago e il vulcano, i resti archeologici legati al santuario zoroastriano e i resti archeologici legati all’architettura reale del sasanide.

il sito è formato da una piattaforma ovale, che sorge a circa 60 m sopra la valle circostante. Ha un piccolo pozzo artesiano calcareo, che ha formato un lago di120 m di profondità. Da qui, piccoli corsi d’acqua portano l’acqua nelle terre circostanti. I sasanidi occuparono il sito a partire nel V secolo, costruendo lì il santuario reale su una piattaforma. Il santuario era circondato da un muro di pietra di 13 metri di altezza, e 38 torri e due ingressi che si trovano a nord e sud. L’edifici principale è il tempio del fuoco zoroastriano ossia Azargoshnasb che si trova sul lato nord del lago. Questo tempio, costruito con i mattoni, ha una pianta quadrata tipica dei templi del fuoco dei sassanidi. Questo criterio architettonico dei sasanidi sarebbe diventato un modello esemplare per la costruzione degli altri luoghi di culto a partire dal periodo islamico. Ad est del tempio c’è un’altra sala quadrata riservata al “fuoco eterno”. Più a est si trova il tempio Anahita, anch’esso quadrato nel piano. Le residenze reali sono situate ad ovest dei templi.

Arrivo a Takab. Cena e pernottamento in albergo.

10

10° Giorno, Takab – Sanandaj

 

Le origini del popolo curdo si riferisce a una popolazione indoeuropea stabilitasi nella regione chiamato Kurdistan. Curdo, membro di un gruppo etnico e linguistico che vive in Iraq, in Siria, nell’Anatolia sud-orientale, nelle montagne Zagros dell’Iran occidentale. La maggior parte dei curdi vive in aree contigue di Iran, Iraq e Turchia, una regione geografica un po’ vagamente definita generalmente chiamata Kurdistan. Il nome ha connotazioni diverse in Iran e Iraq, che riconoscono ufficialmente le entità interne con questo nome: la provincia occidentale iraniana di Kurdistan e la regione autonoma curda dell’Iraq.  La lingua curda è una lingua iraniana occidentale legata al persiano e al pashtu. Si pensa che i curdi siano compresi tra 25 e 30 milioni, comprese le comunità in Armenia, Georgia, Kazakistan, Libano, Siria ed Europa.

Lo stile tradizionale di vita curda era nomade, ruotando attorno alle pecore e alle capre che si radunavano nelle pianure mesopotamiche e negli altopiani di Turchia e Iran. La maggior parte dei curdi praticava un’agricoltura marginale anche perché la zona montagnosa ostacolava la coltivazione dei cereali dando la possibilità agli alberi come noce e soprattutto melograno. L’applicazione dei confini nazionali a partire dalla prima guerra mondiale ha impedito le migrazioni stagionali delle greggi, costringendo la maggior parte dei curdi ad abbandonare i loro modi tradizionali di vita nei villaggi e di stabilirsi in un certo modo nella pastorizia e nell’agricoltura; altri hanno assunto un impiego non legato alla tradizione. Dal punto di vista antropologico la cultura curda è legata radicalmente allo stile di vita in montagna: la formazione delle società e villaggi nelle vallate di Zagros, le case tipiche dei curdi a forma delle scale, il lavoro costante durante il periodo primaverile e estivo per potere combattere il freddo gelido d’inverno. In poche parole la neve, il freddo e le temperature basse definiscono i criteri basilari della società ex-nomade curda. La cultura curda oltre alla poesia, vestiti, architettura e le festività tradizionali mantiene costantemente una forma musicale praticata tutt’ora presso le famiglie curde in Iran. È interessante sapere che in kurdistan iraniano ci sia una cultura legata alla produzione del melograno e durante la stagione della raccolta nei villaggi organizzano annualmente una festa durante la quale le donne portano i primi melograni su un vassoio di rame e gli uomini assistono la sfilata suonando una musica euforica con lo strumento tipico usato dai curdi ossia Sitar.

Arrivo a Sanandaj il capo luogo della regione Kurdistan iraniano: Museo Archeologico di Kurdistan, La Casa del Kurdo, Mosche Jamè, Bazar del Centro storico del 1600 sul modello della Piazza Naghshe Jahan a Isfahan. La visita a Sanandaj mette in rilievo la multietnicità dell’Iran perché qui camminando per le vie della città si può vivere la tradizione e la divergenza dei tratti somatici, la lingua e i vestiti tradizionali del popolo Curdo. (nel caso della chiusura dei musei o il bazaar le visite verranno completate il giorno seguente prima di lasciare Sanandaj)

 

Cena e pernottamento in albergo.

11

11° Giorno, Sanandaj – Kamyaran – Kermanshah

Partenza per Kermanshah, lungo il percorso visita al villaggio tipico dei curdi Palangan

Le case tradizionali dei curdi nelle zone montuose come Palangan. Il villaggio di Palangan si sviluppa a gradoni a forma terrazzata come Masuleh. Nell’architettura di questo paese il tetto dell’abitazione sottostante corrisponde al cortile della casa superiore. I materiali utilizzati nella costruzione della casa sono nativi e la maggior parte sono delle rocce impiegate per l’edificazione di muri a secco in modo irregolare e con la malta di fango e calce.

Nella maggior parte delle città fredde, i cortili degli edifici si trovano ad un metro e mezzo più in basso rispetto ai marciapiedi, in modo che, durante il periodo delle piogge, l’acqua corrente in torrenti ed i corsi d’acqua stessi possano entrare nel giardino, nel cortile o nelle cisterne di stoccaggio dell’acqua che si trovano ai piani interrati.

Riscaldare lo spazio di queste camere relativamente piccole rimane ancora il problema più difficile nelle zone montuose dell’Iran, lo spazio dedicato alla stanza da letto è spesso freddo e le persone ricorrono ad un metodo tradizionale per riscaldarsi: posizionano un bacinello metallico riempito con il braciere ardente senza fiamma e fumo, che viene posizionato sotto tavolo con gambe basse al centro della stanza. Il tavolo viene allestito con una coperta molta spessa detta Lahaf Korsi ossi la coperta del tavolo caldo. Le persone e i membri della famiglia si allungano i piedi sotto il tavolo tirando su la coperta per coprire il resto del corpo. Dato la bassezza del tavolo, il tè e il cibo viene servito nello stesso posto. Questa stanza invernale a sua volta assume il ruolo multifunzionale visto che dopo aver soffiato sulla fiamma della lampada a petrolio la stanza di soggiorno nonché sala da pranzo diventa una camera da letto cioè le persone dormono intorno al tavolo sotto la Lahaf.

Dopo la visita a Kamyaran partiamo alla volta di Kermansha:

La città e la provincia di Kermanshah si trovano sulla rotta strategica che collega la Mesopotamia con l’altopiano iraniano. Questo percorso era militarmente e commercialmente importante soprattutto per il commercio del lapislazzuli e della seta, in più l’area circostante è ricca di siti preistorici e storici come Bisotun e Tempio di Anahita. Gli scavi effettuati nelle grotte locali rivelano la presenza umana preistorica in questa zona. Il sito principale, a Bisotun, è stato quasi continuamente occupato dalla preistoria fono all’arrivo di Dario I. Queste testimonianze neolitiche precedono l’alba delle zone civili nelle aree successivamente occupate da vari popoli. A partire dal terzo millennio a.C., la strada Babilonia –  Ecbatana la capitale dei medi a Hamedan, serviva come via di penetrazione militare nel territorio dei medi dal parte degli Assiri.

I resti e le iscrizioni achemenide e sasanide vicino a Kermanshah a Bisotun e a Taghe Bostan e affascinarono i primi autori musulmani, spingendoli a dare interpretazioni fantasiose su queste scene e iscrizioni pre-islamiche. Le rappresentazioni di Khosro i re dei sasanidi, sono state interpretate in modo più accurato. I re sasanidi risiedevano sicuramente a Kermanshah, in particolare Khosro II.

Tra la fine della prima guerra mondiale e la caduta della dinastia Qajar (1918-25), dodici governatori, principalmente capi militari, prestarono servizio come governatori di Kermanshah. Durante il periodo Pahlavi, i notabili di Kermanshah (secolari e religiosi) presero parte al movimento per la nazionalizzazione del petrolio. In seguito alla rivolta del 21 luglio 1952 a Tehran, i manifestanti a Kermanshah, indossando sudari marciarono verso la capitale in uno spettacolo di solidarietà con il Primo Ministro Moḥammad Moṣaddegh e i suoi sostenitori. Dopo il colpo di stato del 1953 Teymur Bakhtiar, comandante della guarnigione di Kermanshah, fu chiamato a Teheran per guidare il nuovo governatore militare nella capitale.

  • Taghe Bostan, dopo la caduta dei Parti, i Sassanidi ripresero il potere rinnovando un nuovo impero persiano: Impero Sassanide. Il nome sassanide o sasanide identifica la dinastia che resse la Persia tra il dominio partico e la conquista islamica 636 d.C. Il termine sassanide deriva da quello di Sasan, che fu sacerdote del Tempio di Anahita – la dea dell’acqua – a Istakhr, città del Fars, che al tempo era un regno che faceva parte dell’impero partico. Babak, suo figlio, governatore della città, approfittando della guerra di successione tra i pretendenti al trono dell’impero all’inizio del terzo secolo, si ribellò e si proclamò re di Persia. Ardashir I, anche conosciuto dalle popolazioni di lingua greca come Artaserse, sconfisse l’esercito partico e così il sassanide fu libero di conquistare le restanti province iraniane e mesopotamiche e venne incoronato Shahan shah (Re dei Re) a Ctesifonte nel 226 d.C. Taghe bostan è l’unico posto in cui si può approfondire i dettagli di un bassorilievo del periodo dei sassanidi che rappresentano la successione del potere con la presenza delle figure molto rilevanti come Mitra e Anahita. Il documento più maestoso ovvero il bassorilievo più grande, sotto l’arco più grande, raffigura la scena della caccia reale per eccellenza dove abbondano i dettagli della caccia come se fosse un libro illustrato. La cultura iranica è una cultura angelica è Taghe Bostan con le sue decorazioni ai bordi dell’arco, in persiano Tagh, svela agli occhi del visitatore con i dettagli dei due angeli che introducono lo sguardo alla profondità dell’arco.

Cena e pernottamento in albergo.

12

12° Giorno, Kermanshah – Hamedan

In mattinata partenza per Hamedan, lungo il viaggio per visitare il sito archeologico nonché patrimonio dell’umanità dove approfondiremo i dettagli del documento più geniale e sfavillante lasciato da Dario in Iran: bassorilievi di Bisotun. Si prosegue verso Kangavar alla visita di il tempio di Anahita “la dea dell’acqua”.

  • Bistotun o Behistun si trova sull’antica rotta mercantile che collega l’altopiano iraniano alla Mesopotamia e ha le vestigia dal periodo preistorico ai periodi Medi, Achaemenidi, Sassanidi e Ilkhanid. Il monumento principale di questo sito archeologico è un bassorilievo e un’iscrizione cuneiforme commissionata da Dario I il Grande, quando salì al trono dell’Impero persiano nel 521 a.C. Questo bassorilievo rappresenta Dario che regge un arco, simbolo della sua sovranità e schiaccia il busto di un uomo disteso sulla schiena di fronte a lui. Secondo la leggenda, questo personaggio sarebbe Geoumat, il mago del tempio, che fingeva di essere il re al trono il cui assassinio consentì a Dario di conquistare il potere. Un dato di fatto molto notevole per il quale gli storici hanno avanzato tante ipotesi mettendo in dubbio la scena “documentata e rappresentata” da Dario I, in più lingue dell’epoca e sulla via principale dell’Impero persiano. Sotto e intorno al bassorilievo, circa 1.200 linee di iscrizioni tracciano la storia delle battaglie che Dario dovette condurre nel 521-520 a.C., contro i governatori che tentarono di dividere l’impero fondato da Ciro il grande. Il testo di Bisotun è scritto in tre lingue. Il più antico è un testo elamita che si riferisce alle leggende che descrivono il re e le ribellioni. È seguita da una versione babilonese di leggende simili. L’ultima parte dell’iscrizione è particolarmente importante, perché fu lì che Dario introdusse per la prima volta la vecchia versione persiana della sua res gestae che realizzò. È l’unica iscrizione monumentale achemenide conosciuta sulla rifondazione dell’Impero da parte di Dario I. Costituisce anche una testimonianza delle reciproche influenze nello sviluppo dell’arte e della scrittura monumentale nella regione di l ‘Impero persiano. A Bistun troviamo anche le tracce del periodo di Medi del VIII-VII secolo a.C.

Il centro storico di Hamedan, dal punto di urbanistico, ha una pianta circolare che per certi aspetti può essere ispirata liberamente dalla collina di Ecbatana. Infatti la Piazza Imam oggi giorno gioca un ruolo fondamentale per chi vuole esplorare la città e conoscere i dettagli dell’espansione urbanistica avvenuta nei recenti decenni. La Piazza Imam con le sue vie principali – sono sei in totale – connette tutta la zona centrale ai vari quartiere e luoghi di grande importanza sociale e religiosa tra cui il gran bazaar di Hamedan, il mausoleo di Ester e Mordechai e infine la tomba del sommo filosofo nonché medico persiano Abu Ali Sina conosciuto come Avicenna.

  • Tomba di Avicenna, egli nacque intorno all’anno 980 d.C, ad Afshana, nell’Impero persiano in un villaggio vicino a Bukhara. Suo padre, che si era trasferito da Balkh qualche anno prima, era il governatore samaride del vicino Ḵarmayṯan. Alcuni anni dopo la sua nascita, la famiglidiventa si trasferì a Bukhara. La capitale era un centro culturale molto attivo che attirava l’attenzione degli studiosi tra cui anche Avicenna. Egli compì i primi suoi studi con i più illuminati insegnati dell’epoca. Data la disponibilità di insegnanti e biblioteche, l’elevata posizione di suo padre nell’amministrazione Samanide e la sua applicazione e precocità, a solo diciotto anni, Avicenna era perfettamente istruito nelle scienze greche.

Avicenna iniziò la sua carriera professionale all’età di diciotto anni come medico. Dopo la morte di suo padre, fu anche assegnato a lui un posto amministrativo, probabilmente come governatore distrettuale. Egli scrisse Canone di Medicina che era usato in molte scuole mediche, anche a Montpellier fino al 1650. Avicenna fu chiamato il principe dei medici. I suoi scritti non erano ristretti all’ambito della medicina bensì interessavano anche la musica, metafisica, chimica, filosofia e retorica.

Cena e pernottamento in albergo.

13

13° Giorno, Hamedan – Zanjan

 

La popolazione dei medi di stirpe indoeuropea, era stabilita nell’altopiano iranico ossia l’odierno Iran la zona nella quale rimase per vivere e governare. Tra le altre etnie esistenti in Iran, ci furono i Medi che iniziarono a stanziarsi nel territorio dei futuri medi nell’Iran occidentale, dove, a quel tempo, ci furono molti piccoli principati e diversi gruppi linguistici ed etnici: gutiani, lullubiani, Kassiti e uragani. Più tardi, nel VIII secolo a.C., il ruolo dei Medi aumentò notevolmente; e, infine, nel VII secolo, l’intero Iran occidentale e alcuni territori limitrofi furono attribuiti al potere del popolo medo. Il punto focale della politica dei medi fu senza dubbio la zona nord-occidentale, il cui centro era la famosa polis conosciuta come Ecbàtana o Hamedan. Il nome della capitale dei media appare nell’iscrizione del VI secolo di Dario I a Bisotun come Pers.Hamgmatāna, ed è trasmesso da Erodoto e altri autori classici come Ecbatana. Quando i Medi verranno assoggettati ai Persiani e accolti nel nuovo impero, occuperanno importanti posizioni di potere, tanto vero che che i Greci li confonderanno con gli stessi Persiani.

All’inizio, le frontiere occidentali dei principati mediani, indipendenti l’una dall’altra, passavano non molto al di là dei confini occidentali della pianura di Hamadan. Il territorio originale dei media, come era noto agli Assiri durante il periodo dall’ultimo terzo del IX secolo fino all’inizio del VII secolo a.C., era molto delimitato da nord e nord-ovest. L’unica parte della pianura di Hamedan che permetteva ai medi di espandere il territorio fu il sud-ovest. Lì i Media occuparono la valle di Zagros e il suo confine sorgeva sulla catena montuosa del Garin, che separava i media da Ellipi, un regno nell’area di Piš-e Kuh a sud di odierno Kermanshah – la regione abitato dal popolo curdo dell’odierno Iran -.

La mattina comincia con la visita all’antica capitale dei Medi:

  • Erodoto fornisce una descrizione di Ecbatana, che, secondo lui, era un complesso architettonico costruito su una collina e circondato da sette cerchi di mura in modo che gli spalti di ogni muro superassero quelli della parete successiva fuori di esso. Il palazzo stesso e i tesori reali erano all’interno del cerchio più interno. I merli di questi cerchi erano dipinti con vari colori e quelli dei due cerchi interni erano coperti rispettivamente di argento e oro. Si può notare che, nel VI secolo a.C., come noto dalle iscrizioni achemenide, gli orafi mediani adornavano le pareti dei palazzi reali nella capitale imperiale di Susa.

L’arte mediana, tuttavia, rimane una questione di speculazione. Apparentemente questa situazione durerà fino a quando non verranno scoperti e studiati i palazzi reali di Ecbatana.

  • Mausoleo di Ester e Mordechai, Hamedan è la custode di uno degli eventi più importanti del popolo ebraico ossia Purim. Sempre in questa città avremo l’opportunità di approfondire un evento storico che avvenne durante il regno di Serse, il re degli achemenidi. Infatti La festività di Purim viene osservata ogni anno nel 14° giorno del mese ebraico di Adar. Esso ricorda la miracolosa salvezza del popolo ebraico che si trovava alla mercé del malvagio Haman, in Persia. Ester, la sposa di Serse, intervenne in favore del popolo e denunciò il piano di Haman al re. Il 14 di Adar (il giorno seguente la data fissata da Haman), fu quindi scelto dai saggi come data di celebrazione per la Festa di Purim.

Partiamo alla volta di Zanjan lasciando dietro le spalle la nostra Ecbatana che ha arricchito il nostro bagaglio culturale. A Zanjan visiteremo il complesso del Bazaar e la moschea Jamè, il lavatoio e il museo antropologico di Zanjan.

  • Lavatoio e Museo antropologico di Zanjan, l’edificio risale al periodo di Qajar ed espone gli abiti tipici della gente azera nella regione di Zanjan. In realtà il museo era un’antica lavanderia tradizionale che si trova sulla via principale e storica della città. Dato che Zanjan è circondata dalle montagne e si trova al 1630 sopra il livello di mare ha una temperatura prevalentemente molto bassa. Per cui il lavatoio facilitava il lavaggio dei panni in un luogo chiuso e caldo ed ospitava soprattutto le donne della zona per lavare, asciugare e rammendare i panni. Questo lavatoio può essere diviso in due parti: la parte della gestione e il tasso di utilizzo che comprende due camere e un ingresso, e la sala del lavaggio a pianta rettangolare allestito con un ruscello dell’acqua corrente. Nel piano superiore dove c’era la camera della gestione, oggi giorno, è dedicata alla manifattura di una produzione artigianale tipica di Zanjan ovvero le babbucce orientali. La parola babbuccia deriva dal persiano papoosh composto da pa (piede) e poosh (copertura) e quindi copripiedi o babouche in francese.

Cena e pernottamento in albergo.

14

14° Giorno, Zanjan – Soltaniyeh – Tehran Ibis Hotel

Di mattina visitiamo il complesso del bazaar di Zanjan e poi partiamo alla volta di Tehran, lungo il tragitto visiteremo il sito archeologico di Soltaniyeh:

  • Gran Bazaar di Zanjan il freddo, la neve e il vento gelido invernale sono i motivi fondamentali della forma di costruzioni dei luoghi pubblici e bazaar della zona ovest dell’Iran. Il bazaar di Zanjan è un esempio importante che dimostra i dettagli della forma con le volte in mattone e i passaggi poco larghi e meno alti rispetto ai bazaar simili della zona calda. La costruzione della volta impedisce lo scambio termico tra interno ed esterno e le dimensioni ridotte creano un ambiente confortevole per l’uomo, in modo tale che il calore prodotto dalle attività, le lampade e i riscaldatori delle botteghe possano abbassare la temperatura invernale della città e rendere il bazaar utilizzabile anche nei periodi freddi dell’anno. Per illuminare e climatizzazione i passaggi, di solito i tetti hanno delle fessure in punta che oltre far entrare la luce naturale dal soffitto, creano un’armonia visiva. Lungo il percorso del bazaar ci sono tante botteghe che costruiscono e vendono tutti i tipi dei coltelli soprattutto quelli pieghevoli tipici di Zanjan.
  • La cupola di Santa Maria del Fiore conosciuta come il Duomo fu costruita su una cattedrale del XIII secolo a Firenze ed è l’edificio più simile alla Cupola di Soltaniyeh. La costruzione della cattedrale iniziò nel 1296 dall’architetto fiorentino Arnolfo di Cambio, ma la costruzione della sua cupola rimase un problema per più di cento anni. Il progetto fu infine affidato a Flippo Brunelleschi, che fece erigere una cupola a doppio guscio con un’altezza di 39 m. La cupola, eretta tra il 1420 e il 1436, fu una delle più importanti ed impressionanti risultati architettonici del XV secolo. Come Piero Sanpaolesi ha dimostrato, la cupola di Santa Maria del Fiore, con il suo uso della struttura a doppio guscio, potrebbe essere stato ispirato da quello di Soltaniyeh. Essa è una cittadina in Iran situata a circa km 300 sud-est di Tabriz, ad una altezza di m 2000 sopra il livello del mare. Per una trentina di anni fu la residenza estiva degli Ilkhan, imperatori di un regno che comprendeva una parte considerevole del Medio Oriente.
    La cupola di Soltaniyeh, di circa 48,5 metri d’altezza, poggia su un’alta costruzione ottagonale ed è racchiusa in una cinta di otto minareti. L’interno di Soltaniyeh è un perfetto ottagono, su ogni faccia del quale si apre un grande ed alto iwan che nello sfondo si divide in due piani sovrapposti: quello inferiore alternativamente con porta al fondo o con nicchia cieca e quello superiore con una loggia che guarda nell’interno. In poche parole ogni piano offre una serie degli spazi e un panorama diverso. Se volete conoscere i simboli, i motivi floreali, la geometria, la calligrafia e la simmetria dell’architettura iraniana dovete contemplare ogni angolo di ogni piano della cupola che con la sua bellezza cromatica vi lascerà senza fiato.

Si prosegue il viaggio fino a Tehran. Cena e breve riposo presso Ibis Hotel.

15

15° Giorno, Tehran – Italia

Trasferimento all’aeroporto internazionale ” Imam Khomeini” per il volo Tehran – Italia.

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