Il fascino dei Bazaar
Un’esperienza sensoriale
15 giorni/14 notti
“Il fascino dei Bazaar” è un viaggio ideale per conoscere i tre angoli più popolari ed importanti dell’Iran: Tabriz, Shiraz, Isfahan. Il tour, oltre ai paesaggi mozzafiato, ci offre la possibilità di vivere il Bazaar per eccellenza al mondo, ossia quello di Tabriz. Questo ultimo è stato visitato dai famosi esploratori della Via della seta e scrittori, tra cui il sommo viaggiatore veneziano Marco Polo. Tabriz si trova nella zona Nord Ovest dell’Iran nella regione chiamata Azerbaijan iraniano. Questa affascinante città adagiata sulle pendici dei monti Alborz si svela agli occhi del visitatore con la sua natura orgogliosa e la sua ricchezza architettonica di stile azero. Questo stile definisce fin dal primo momento una divergenza antropologica per il semplice fatto che nella regione dell’Azerbaijan iraniano si parla prevalentemente l’antica lingua azera. “Il fascino dei Bazaar” è un tuffo nella storia della Persia attraverso i bazaar più affascinanti del paese: Bazaar di Tabriz, Bazaar di Qazvin, Bazaar Vakil di Shiraz e Bazaar della Piazza Naghshe Jahan a Isfahan. L’Iran nasconde grandi tesori che verranno via via scoperti osservando l’architettura delle splendide città fino a spingerci agli isolati centri carovanieri posizionati sulla rotta della Seta di Marco Polo. Dopo aver visitato Tehran, la moderna capitale del paese, il viaggio prosegue per Tabriz, Kandovan, ossia la cappadocia iraniana, Jolfa e Chaldoran con le loro magnifiche chiese incastonate tra le montagne pittoresche, per poi passare da Qazvin, Kashan e Yazd dove si potrà conoscere la religione degli zoroastriani della zona centrale dell’Iran. Infine si proseguirà per Isfahan e Shiraz, la città dei poeti dove visiteremo Persepolis e Pasargade, seguendo le tracce della civiltà dell’antica Persia.
“Il fascino dei Bazaar” è un tour il cui tragitto, di giorno in giorno, attraversa la zona del nord Ovest ovvero la regione Azerbaijan dell’Iran fino alla regione Fars nel centro sud dell’Iran, dove, i siti archeologici, l’eleganza delle città e l’ospitalità del suo popolo saranno in grado di lasciare a bocca aperta anche il più scettico dei viaggiatori!
ORARIO DI PARTENZA | Si prega di arrivare almeno 2 ore prima del volo. | ||||
INCLUSO |
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NON INCLUSO |
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1° Giorno, Italia - Tehran
Partenza con volo di linea. Arrivo nella capitale dell’Iran: Tehran situata alle pendice dei monti Alborz. Incontro con la guida di SITO Travel. Trasferimento in albergo, pernottamento.
2° Giorno, Tehran– Tabriz
Cominciamo il viaggio con la visita della capitale dell’Iran Tehran: la città più movimentata e cosiddetta effervescente iraniana. La megalopoli iraniana con più di 8 milioni di abitanti, dimostra la sua raffinatezza in un’atmosfera caotica come tutte le grandi città del mondo. Tehran è però una pagina fondamentale della storia moderna in quanto mette a disposizione dei viaggiatori i suoi straordinari musei, come il Museo dei Gioielli che espone la Collezione più importante al mondo. I progressi artistici, gli interventi architettonici e la rinascita dei tanti caffè allo stile tradizionale persiano, ha reso Tehran, in questi anni, un labirinto affascinante tanto da sorprendere il viaggiatore ad ogni angolo urbano.
Le visite di Tehran:
- Il Museo Archeologico Nazionale dell’Iran ripercorre la storia, l’arte e la cultura attraverso i reperti archeologici che vanno dal VI millennio a.C., fino al periodo islamico, VII secolo d.C. Al Museo di Tehran si trova una splendida collezione di ceramiche, di terrecotte e di bronzi. In più, ogni semestre, vi è un’esposizione provvisoria di oggetti, di alto valore archeologico, prestati da altri musei come quelli di Venezia, Berlino.
- Palazzo Golestan è situato vicino al Gran Bazar ed è un complesso notevole che trova la sua radice nel XVI secolo, quando Tehran, pian piano, si trasformò da un villaggio a una città vera e propria. Golestan significa “roseto” perché è un tipico esempio dei meravigliosi Giardini persiani. La storia moderna iraniana deve tanto al complesso dove Mohammad Reza Pahlavi si è autoincoronato proclamandosi successore di Ciro il Grande. In seguito si visita l’ingresso del Gran Bazar di Tehran dove si vende “di cotto e di crudo” o come si dice in persiano si vendono pure “il latte della gallina e l’anima umana”.
- Il Museo Nazionale dei Gioielli, (apertura solo da Sabato a Martedì) è situato in un’enorme cassaforte con una porta spessa 25 cm, ed è allestito nei forzieri sotterranei della Banca Centrale Iraniana. Il museo ospita i gioielli della corona, il mappamondo tempestato di gemme, un tripudio di pietre preziose, diademi, corone della famiglia Pahlavi e il più grande diamante rosa esistente nel mondo detto anche Darya-e Nour (Mare di Luce) di 182 carati. Il diamante è un simbolo della vittoria che Nadir, scià nel 1739, aveva portato in Iran dopo la sua vittoriosa campagna in India.
- Alternativa al posto di Museo dei Gioielli, è il Museo dei Tappeti.
Trasferimento all’aeroporto domestico e partenza per Tabriz.
Cena e pernottamento in albergo.
3° Giorno, Tabriz
La regione dell’Azerbaijan iraniano occupa un territorio meno vasto rispetto alla grandezza totale dell’Iran. Il motivo per il quale, oggi giorno, questo territorio rimane piccolo, è il semplice fatto che la regione dell’Azerbaijan fu una sorta di agorà internazionale che vide tutti i movimenti geo-politici tra l’Impero Safavide e quello Ottomano, nonché l’arrivo degli ambasciatori cristiani per la divulgazione del cristianesimo. Tabriz ha un ruolo fondamentale nella storia moderna dell’Iran perché è proprio qui, in questa terra, che nacque la fase iniziale di una delle rivoluzioni iraniane più importanti: la Rivoluzione Costituzionale.
Il cuore pulsante della storia di questa terra fu senza dubbio Tabriz situata nel nord ovest dell’Iran. Tabriz, la capitale della provincia dell’Azerbaigian orientale, è adesso una delle metropoli più importanti del paese, nonché un polo importante dell’industria delle piastrelle, dei trattori, del tessile e dei tappeti. È inoltre rinomata per la produzione della frutta secca. La fondazione di questa città storica risale al 1500 a.C., ma a causa dei forti terremoti, pochi edifici storici sono rimasti in piedi. Nel 2012, Tabriz è stata selezionata come la città più bella dell’Iran ed è stata nominata capitale del turismo dei paesi islamici nel 2018. Tabriz è stata capitale dell’Iran durante diverse dinastie come quella Ilkhanide, Ghara Ghoyunlu e Safavide. In più è stata la residenza della famiglia reale e del principe ereditario durante il periodo della dinastia Qajar. Tabriz è famosa come “la città dei primi”; e il complesso storico bazaar di Tabriz è il più grande bazaar coperto del mondo. Dal punto di vista culturale ciò che evidenzia l’importanza di Tabriz è lo scambio intra-culturale e inter-religioso con i paesi confinanti come la Turchia, l’Armenia e l’Azerbaijan. Tramite la visita di Tabriz e la sua ricca storia avremo una grande opportunità di approfondire i temi sociali come la rivolta del tabacco, la rivoluzione Costituzionale, l’economia medioevale ovvero il bazaar di Tabriz, e in più visiteremo le abitazioni scavate nella roccia vulcanica a Kandovan ed infine le chiese dei primi martiri del cristianesimo.
Dopo la colazione visita al capoluogo dell’Azerbaijan iraniano:
- Museo archeologico di Tabriz che tutela un repertorio archeologico dove gli oggetti sono esposti in tre sale principali. Le sale contengono principalmente oggetti scoperti dagli scavi in dell’Azerbaijan che saranno in grado di informarci del processo artistico che passava dall’Iran verso Occidente. Uno dei reparti più interessanti sarà ovviamente il reparto della ceramica e terracotta risalente al XII-XIII sec. d.C., durante il quale la calligrafia ebbe un risvolto artistico per la decorazione degli oggetti in costruzione. Oltre al Museo Nazionale dell’Iran a Tehran, il Museo dell’Azerbaigian ha la più grande collezione appartenente a diversi periodi della storia dell’Iran.
- Moschea Blu costruita nel 1465, su ordine di Abu Al-Mozaffar Jahanshah sovrano, mecenate e anche poeta della dinastia turcomanna dei Qara Qoyunlu. Si trattava non solo di una moschea bensì di un grande complesso che conteneva una biblioteca, un convento di dervisci, un giardino, delle terme e un mausoleo. A causa del terremoto del XVIII sec. oggi solo una parte della moschea è rimasta in piedi grazie anche alle collaborazioni e restauri degli archeologici. La pianta della moschea ha una forma diversa rispetto ad altre mosche dell’Iran. Infatti stile particolare della moschea Blu conosciuto come lo stile azero è insolito per il mondo persiano anche perché conferma una rilevante influenza ottomana a Tabriz. Tra i fotografi come Luigi Montabone che nel 1862 fotografò la moschea, cediamo la descrizione del fascino della Moschea Blu a Ella Maillart: “quella sensazione particolare di quando si è innamorati e si crede di non aver mai capito, fino ad allora, lo splendore di un cielo a mezzanotte allorché le stelle, non una uguale all’altra, sfavillano con tale luminosità da sembrare venirci incontro. Quello straordinario mosaico fa sognare un angolo dove ogni stella sia un fiore colorato”
- Bazaar di Tabriz è un complesso abnorme che abbraccia circa 35 km di passaggi coperti, con più di 7000 negozi, 24 caravanserragli e 28 moschee. L’attività principale all’interno del bazaar era la manifattura dei tappeti, ma è rinomato anche per la lavorazione degli argenti e dei gioielli, la vendita della frutta secca, spezie e il formaggio famoso della regione detto lighwan. Il bazaar di Tabriz in Iran è un bazaar tradizionale, ed era il centro della vita economica intorno al quale si svolgeva la maggior parte delle attività dei cittadini. Dal punto di vista architettonico il bazaar conteneva diversi edifici con una forma adatta per la temperatura bassa invernale di Tabriz. Il bazaar di Tabriz è un esempio lampante poiché comprende quasi tutti gli esempi possibili immaginari di un complesso adatto a svolgere le attività economiche: bottega, officina, magazzino, casa di commercio, caravanserraglio, passaggio, intersezione. Inoltre la seconda fascia del bazaar era dedicata ai luoghi relativi alle altre attività socio-religiose: moschee, scuole coraniche, spazi dedicati per le cerimonie religiose, palestre tipiche persiane, sale da tè, taverne e barbieri. In poche parole questo labirinto commerciale sarà in grado di farci perdere per ore nel suo corpus affascinante dove avremo un’esperienza sensoriale unica. Basta solo camminare e respirare profondamente per inebriarsi con il profumo della cannella appena macinata, della lana dei tappeti nel Saraye Mozaffari, del formaggio fresco e del pane barbari – pane tipico degli azeri dell’Iran – appena sfornato.
Pomeriggio dedicato all’escursione al villaggio di Kandovan, situato in una meravigliosa valle del Monte Sahand con un panorama pittoresco famoso per le sue abitazioni scavate nella roccia vulcanica. Queste case, abitate ancora oggi, per le proprie forme coniche e la tipologia degli scavi mantengono il caldo e il freddo durante il periodo invernale e estivo.
Rientro a Tabriz. La serra passeggiata nel giardino di Shah-Jiuli detto anche El Goli.
Cena e pernottamento in albergo.
4° Giorno, Tabriz – Kara Chiesa – Jolfa – Tabriz
A volte qualcuno arriva in Iran pensando di trovare, oltre a Persepolis, i monumenti della cultura islamica, l’opulenza delle moschee del periodo islamico o insomma qualcosa che ha a che fare con i riti appartenenti all’Islam. Tutto ciò, ovviamente è plausibile, ma non bisogna trascurare la presenza delle minoranze religiose e soprattutto i luoghi del culto dove essi praticano la loro fede. Per farne un esempio dovremo pur sapere che in Iran nella zona del nord ovest, dove l’Iran confina con l’Azerbaijan, si trovano una serie di chiese antiche riconosciute dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità. Infatti in Iran i cattolici, dal punto di vista religioso sono suddivisi in tre diversi riti: assiro-caldeo, armeno e latino, e cinque diocesi. La popolazione cattolica che vive in Iran è notevolmente piccola. Su 98,79% (principalmente sciiti – sunniti: 5-10%) ci sono anche i Cristiani: 0,37% e altre religioni: 0,84% (inclusi zoroastriani ed ebrei). Il criterio che rende affascinante questo miscuglio religioso è l’arrivo delle religioni in Iran, la divulgazione della fede e la costruzione del luogo del culto. I luoghi di culto delle grandi religioni presenti in Iran si trovano in diverse zone in base alla presenza delle relative comunità. Per esempio nella zona centrale, sud-est si trovano i templi del fuoco degli zoroastriani, mentre nella parte del nord-ovest e a Isfahan si trovano le chiese cattoliche e nella zona occidentale dell’Iran si trova il mausoleo di Ester e Mordechai, luogo di culto per eccellenza della religione ebraica. Tutto ciò non fa altro che far diventare più interessante il nostro viaggio e farci approfondire la radice dei culti presenti in un Iran sciita.
Giornata dedicata alla visita della bellissima Kara Klisa o Chiesa Nera – il nome dovuto al colore delle pietre con le quali fu costruita la chiesa, per l’appunto in lingua azera kara vuol dire nero. La Chiesa di San Taddeo, è uno dei più antichi e notevoli monumenti cristiani sopravvissuti in Iran e che detiene un grande significato per la comunità armena ortodossa del paese. Gli armeni sostengono che Chiesa Nera fosse la prima chiesa del mondo ed è stata costruita nel 68 d.C., da uno degli apostoli di Gesù, San Taddeo, che viaggiò in Armenia, allora parte dell’Impero persiano, per predicare gli insegnamenti di Cristo. La chiesa è composta da due parti: una struttura nera, l’edificio originale della chiesa da cui prende il nome e una struttura bianca, la chiesa principale, che fu aggiunta all’ala occidentale dell’edificio originale nel 1810 d.C.
Si prosegue verso l’altro magnifico luogo del culto chiamata Chiesa di Santo Stefano, un edificio appartenente al cristianesimo con le tendenze del culto della religione armena risalente al sec. IX d.C. La chiesa si trova in una zona di montagna dove il fiume Aras – il biblico Ghion – serpenteggia nella vallata orgogliosa della frontiera iraniana a pochi passi dalla capitale della Repubblica Autonoma di Naxçıvan. Infatti il Monastero si trova in mezzo alla natura rigogliosa della zona di confine, è una sintesi dell’architettura iranica e bizantina che sarebbe poi diventata nota per lo stile peculiare dell’architettura tipica armena. La torre campanile del monastero è completamente ottagonale e ha un colore rosa salmonato dovuto alle pietre ricavate dalle rocce delle montagne circostanti. Il monastero da lontano pare una fortezza dato che possiede un portale di legno e ferro pressato, il recinto murato e una serie di torri da dove era possibile effettuare la necessaria sorveglianza serale. Accanto alla sala della preghiera esiste un chiostro a pianta quadrata dove abbondano le stanzette per potere ospitare i seminaristi che passavano parte della loro vita seguendo i corsi della scuola religiosa del Monastero di Santo Stefano. Infatti per millenni questa zona è stata una via di transito per commercianti, eserciti e fedeli.
Rientro a Tabriz. Cena e Pernottamento in albergo.
5° Giorno, Tabriz – Soltaniyeh – Qazvin – Tehran
Partiamo alla volta di Tehran lasciando dietro le spalle la nostra Tabriz che ha arricchito il nostro bagaglio culturale. Lungo il tragitto ci fermeremo nella cittadina di Soltaniyeh, poi si proseguirà per Qazvin l’antica capitale dei Safavidi dove visiteremo il magnifico Bazaar che si trovava sulla vena principale della Via della Seta ed infine arriveremo alla megalopoli iraniana Tehran.
La cupola di Santa Maria del Fiore conosciuta come il Duomo fu costruita su una cattedrale del XIII secolo a Firenze ed è l’edificio più simile alla Cupola di Soltaniyeh. La costruzione della cattedrale iniziò nel 1296 dall’architetto fiorentino Arnolfo di Cambio, ma la costruzione della sua cupola rimase un problema per più di cento anni. Il progetto fu infine affidato a Filippo Brunelleschi, che fece erigere una cupola a doppio guscio con un’altezza di 39 m. La cupola, eretta tra il 1420 e il 1436, fu una delle più importanti ed impressionanti risultati architettonici del XV secolo. Come Piero Sanpaolesi ha dimostrato, la cupola di Santa Maria del Fiore, con il suo uso della struttura a doppio guscio, potrebbe essere stato ispirato da quello di Soltaniyeh. Essa è una cittadina in Iran situata a circa km 300 sud-est di Tabriz, ad una altezza di m 2000 sopra il livello del mare. Per una trentina di anni fu la residenza estiva degli Ilkhan, imperatori di un regno che comprendeva una parte considerevole del Medio Oriente.
La cupola di Soltaniyeh, di circa 48,5 metri d’altezza, poggia su un’alta costruzione ottagonale ed è racchiusa in una cinta di otto minareti. L’interno di Soltanieh è un perfetto ottagono, su ogni faccia del quale si apre un grande ed alto iwan che nello sfondo si divide in due piani sovrapposti: quello inferiore alternativamente con porta al fondo o con nicchia cieca e quello superiore con una loggia che guarda nell’interno. In poche parole ogni piano offre una serie degli spazi e un panorama diverso. Se volete conoscere i simboli, i motivi floreali, la geometria, la calligrafia e la simmetria dell’architettura iraniana dovete contemplare ogni angolo di ogni piano della cupola che con la sua bellezza cromatica vi lascerà senza fiato.
Qazvin è una delle prime cinque città dell’Iran in termini di attrazioni storiche. La fondazione di Qazvin risale al periodo di Shapur I, del IV sec d.C. Qazvin oggi mette in piena luce la sua importanza dei luoghi economici, culturali e sociali come la moschea e il caravanserraglio. Qazvin, oltre ad essere stata il nodo cruciale sulla Via della Seta, è stata anche la capitale dell’Iran per 57 anni durante l’era Safavide. Durante la nostra visita andremo a passeggiare lungo l’elegantissimo corridoio del Saraye Sa’do Saltane. Si tratta di uno dei luoghi più spettacolari del tradizionale Bazaar dell’Iran. Questo caravanserraglio in mattoni contiene diverse porte d’ingresso, alcune sono collegate alle strade circostanti e le altre sono connesse alle diverse parti del Bazaar. Le porte d’ingresso includono il vestibolo con un bellissimo stile architettonico. C’è un Chahar-Sough sul lato sud di questa parte con una cupola sopra esso. Intorno a questo passaggio a forma di croce latina ci sono 16 camere con un’altezza di un metro e porte in legno intagliato. Dopo la visita al Bazaar di Qazvin salutiamo l’antica capitale dei safavidi alla volta di Tehran.
La sera arrivo a Tehran. Cena e pernottamento in albergo.
6° Giorno, Tehran – Qom – Kashan
Se da Tehran scendiamo verso sud arriviamo a Qom, una delle città sante dell’Iran, dominata dall’imponente santuario dedicato a Hazrate Masumeh; Fatima l’Innocente, figlia del settimo Imam Musa ibn Ja’far e sorella di Ali ibn Musa al-Reza, ottavo Imam degli Sciiti e discendente del profeta. Hazrate Masumah era nata nel 789 d.C. nella città di Medina; quando nell’816 si stava recando a Marv per fare visita al fratello, si sarebbe ammalata (o ferita durante un saccheggio), nel momento in cui la carovana che la trasportava stava arrivando a Saveh, venne trasportata a Qom dove morì a 27 anni. Ogni anno migliaia di sciiti del medio oriente si recano in Iran dedicandosi ai rituali del pellegrinaggio presso i santuari dei loro santi. Nel complesso del Santuario della Hazrate Masumeh è possibile arrivare fino alla porta dell’entrata della camera di sepoltura, dove uomini e donne separatamente toccano il sepolcro.
Arriviamo a Kashan, la città carovaniera ai margini del deserto del Dasht–e-Kavir.
- A Kashan si trova anche il Bagh-e Fin, uno dei più famosi giardini persiani visitabili durante il viaggio in Iran. Il giardino Fin è stato progettato dallo scià Abbas I (1557-1629), come una visione terrena del Paradiso. Il concetto del Giardino persiano prende l’anima solo quando il viaggiatore dà ascolto alla melodia che scaturisce dallo sciabordio dell’acqua, lungo il percorso dei vari canali. Ancora oggi la vasca centrale dell’acqua detta “la gola del cammello” ha il dovere di distribuire l’acqua in tutti i canali laterali, utilizzando la semplice teoria dei vasi comunicanti. Nel 1600 il Giardino persiano Fin in Iran è divenuto importante perché lo scià Abbas I, lo ha scelto come il luogo ideale per l’incoronazione reale quando salì al trono. Ma due secoli dopo, anche i re dei Qajar scelsero il Giardino Persiano Fin a Kashan come sede operativa della Corte. In mezzo al verde del Fin solo i cipressi e i platani possono raccontarci la simmetria e l’eleganza della planimetria del Giardino persiano. D’altronde ci sono ancora i magnifici affreschi nell’edificio costruito dai re dei Qajar risalenti agli anni ‘70 del 1800 ed infine per saperne dei segreti del Giardino Fin bisogna entrare nel complesso dell’Hammam, famoso per la storia dell’assassino o tentativo di suicidio di Amir Kabir, il riformista dell’amministrazione dei Qajar.
- Visiteremo Hammam di Sultano il complesso termico del periodo safavide con un sistema idraulico e riscaldamento ben preciso e particolare. Infatti salendo sul tetto del Hamam avremo la possibilità di vedere i dettagli dei sistemi incorporati del complesso termico di Soltan Ahmad.
- Finiamo la giornata con la visita alla Moschea e madrasa di Agha Bozorg, essa ha un piano architettonico particolare dato che stata costruita su vari livelli. Il livello più basso a forma rettangolare è dedicato alle stanze dei seminaristi. Il livello più alto si tratta di una ampia terrazza per svolgere e praticare i riti religiosi. Ed infine il livello medio ossia lo spazio sotto la cupola della moschea dimostra una peculiare forma della sala della preghiera adatto ai paesi con il clima secco. Infatti questo spazio è capace di sorprendere chiunque visto non prevede né una porta d’entrata né un muro che chiuda la sala. Tutto è stato basato sulla necessità di far circolare l’aria sotto l’ombra della cupola grande della moschea e madrasa Agha Bozorg a Kashan in Iran.
Cena in ristorante e pernottamento in albergo.
7° Giorno, Kashan – Ardestan – Naein – Meybod – Yazd
Quando parliamo della casa, a Kashan essa rappresenta sempre un modello esemplare per conoscere meglio la cultura locale. Perché Kashan oltre ad avere la collina millenaria mette in esposizione le proprie ville ottocentesche, dette anche le case bioclimatiche. Bisogna sapere che Kashan gode di un clima desertico e un periodo estivo notevolmente caldo. L’invenzione degli abitanti della città, fa nascere una casa a due o tre livelli diversi dove semplicemente ci si può rinfrescare o riscaldare una camera o un salone a seconda della stagione in cui ci si trova. Però l’importanza della città non è solo la varietà delle case che esistono. Kashan viene conosciuta piuttosto per la produzione pregiata dell’acqua di Rosa della Persia. Infatti, il viaggio in Iran ora assorbe il suo profumo originale, ossia il profumo dei petali di rosa che viene coltivata sulle colline della zona centrale dell’Iran. Questa bella città sorta in un’oasi verdeggiante ancora oggi ospita alcune delle più belle case tradizionali della regione, come la splendida dimora del ricco mercante della famiglia Tabatabaei. Durante la visita si possono contemplare i dettagli di una casa di stampo patriarcale, dove il capo della famiglia “Pedar” tende a radunare i figli maschi ed averli nella stessa villa per una questione di disponibilità e di gestione economica familiare. Inoltre, la dimora ottocentesca evidenzia due fattori della architettura islamica: introversione ed estroversione.
Dopo la visita di Khan-e Tabatabaei partenza per Yazd, lungo il percorso visitiamo le due moschee antiche a Ardestan e Naein e il centro storico con il Bazar, oggi in disuso.
Lungo il tragitto si visita la cittadina di Meybod con le caratteristiche fabbriche di ceramiche dipinte a mano.
- Esiste un complesso che comprende un Caravanserraglio e la sua Ghiacciaia. Questa costruzione a forma di trullo serviva soprattutto per la conservazione del ghiaccio durante il periodo estivo. La produzione del ghiaccio avveniva durante il periodo invernale nelle vaschette esterne davanti alla ghiacciaia. Essa con la sua forma conica, proteggeva la vasca interna che conteneva del ghiaccio e lo proteggeva dal sole. Il diametro della vasca interna – corrisponde al livello della porta dell’entrata – arriva anche a 13 metri e pian piano che si scende giù, quasi per 6 metri, il diametro diminuisce. Perciò l’altezza interiore della ghiacciaia dalla parte più bassa al punto più alto della cupola era 21 metri.
Arrivo a Yazd. Cena e pernottamento in albergo.
8° Giorno, Yazd
Prima colazione. Intera giornata dedicata alla visita della città, una delle più interessanti dell’Iran e antico centro Zoroastriano.
- L’Atash-Kadeh – il Tempio del Fuoco. È sbagliato pensare che gli zoroastriani adorino il fuoco. Prima di recarsi in un Tempio del Fuoco, dove ancora arde il fuoco sacro, bisogna riconoscere il Fuoco come l’elemento sacro perché, secondo questa filosofia, esso è Fonte di Purezza e di Luce. Questa è la vera direzione verso la quale gli zoroastriani praticano il loro culto. Qui a Yazd nel Tempio del Fuoco arde questa fiamma sacra da più di 15 secoli e non è mai stata spenta. Il dovere sacerdotale o quello del Mago del Tempio è quello di svuotare le ceneri e fornire la legna per mantenere la fiamma accesa, affinché i praticanti possano rivolgersi ad essa perché considerata fonte del bene.
- La Moschea del venerdì – Dal portale di questa moschea si slanciano i due minareti più alti dell’Iran, infatti misurano 48 metri.
Questa moschea non è famosa solo per l’altezza dei minareti, ma anche per lo splendido portale principale, decorato con piastrelle di maiolica intarsiata; si tratta infatti di un capolavoro artistico che offre una delle opere più affascinanti del viaggio in Iran. Per osservare i dettagli del taglio delle piastrelle di maiolica, basta avvicinarsi alla facciata principale.
- Centro storico e antico quartiere Fahadan. Yazd deve la sua fama soprattutto all’architettura della città vecchia, interamente costruita con i mattoni crudi; i più importanti monumenti del centro storico sono però le cosiddette “torri del vento” che sovrastano i tetti e che si possono scorgere già da lontano. Per questo motivo Yazd è stata chiamata la “città delle torri del vento”.
Queste torri, chiamate badgir (letteralmente “acchiappa vento”) servono a procurare la necessaria ventilazione, poiché le case non possiedono molte finestre verso l’esterno. La badgir durante il giorno asporta l’aria calda dall’interno e, durante la notte, conduce aria fresca dall’esterno all’interno dell’edificio. Il sistema sfrutta due condizioni ambientali: la differenza di pressione dell’aria e la differenza di temperatura.
- Il Museo dell’Acqua; In Iran, soprattutto nelle zone desertiche come Yazd, esisteva un sistema d’irrigazione sotterraneo che riforniva alle oasi l’acqua fresca dalle falde acquifere, tramite un sistema di canali sotterranei lunghi anche venti chilometri, con dei pozzi di ispezione detti “mil”, scavati artificialmente lungo il percorso del canale. Questi pozzi verticali garantivano l’accesso al tunnel sotterraneo, sia per il prelievo di acqua, sia per facilitare le necessarie opere di manutenzione. I canali, in persiano conosciuti come Kariz o Qanat, venivano scavati fruttando la naturale inclinazione del terreno, in modo che convogliassero le acque delle falde verso i terreni di coltivazione o un centro abitato. Anche nel lungo percorso, i canali subivano una minima perdita di acqua per evaporazione e non contaminavano l’acqua potabile. Tramite il Museo dell’Acqua si ha la possibilità di conoscere i dettagli di questo lavoro millenario dell’Iran.
- Le Torri del Silenzio. Qui tutto si ferma, in questo luogo vi è infatti un cimitero utilizzato fino a circa 70 anni fa ed è molto diverso da quelli comuni perché è un luogo sacro per gli zoroastriani. In questo particolare campo santo i defunti venivano portati in cima alla torre ad opera di speciali addetti i “Salar”, ed erano gli unici che potevano toccare i morti. I cadaveri venivano lasciati all’interno di edifici circolari e lì i corpi, grazie agli agenti atmosferici e agli avvoltoi, diventavano ossa e successivamente venivano spostati nel pozzo al centro della torre, dove avrebbero trovato il riposo perpetuo. I quattro elementi della natura: aria, acqua, fuoco e terra sono considerati sacri dagli Zoroastriani. La terra non poteva essere contaminata con resti umani quindi non era prevista la sepoltura dei corpi e per lo stesso motivo neanche la cremazione. Questi luoghi venivano chiamati: Torri del Silenzio. E qui il silenzio è vero, assordante, addolcito solo dal rumore del vento.
Si visitano, poi, nel labirinto della città vecchia, circondata da mura, i raffinati esempi di case tradizionali, senza entrare nei siti come Il Mausoleo di Seyed Rokn ad-Din, Il Mausoleo dei 12 Imam, del XII sec., con l’iscrizione in lettere cufiche dei nomi dei 12 Imam Sciiti e la cosiddetta Prigione di Alessandro.
- l’antico Bazar e il complesso di Amir Chakhmagh, e il Giardino Dowlat Abad.
- La sera si visita Zur-Khaneh, un luogo tipico dedicato allo sport tradizionale iraniano. Zur-Khaneh, detto anche la casa del potere, è nata come l’educazione militare per i soldati durante l’Impero Persiano. (la visita dipende dai giorni e orari dell’allenamento)
Cena in ristorante e pernottamento in albergo.
9° Giorno, Yazd – Abarkuh – Pasargad – Shiraz
Al mattino partiamo alla volta di Shiraz, e a metà strada prima di arrivare a Pasargad faremo una visita alla cittadina di Abarkoh: un esempio particolare urbano dove la costruzione delle case prevedeva l’utilizzo della terra cruda (bioarchitettura) che faceva da isolante durante il periodo estivo e invernale. Lo stesso sistema è stata applicata per la costruzione un’antica ghiacciaia che forniva il ghiaccio nei mesi più caldi dell’anno. Ad Abarkuh visitiamo uno dei cipressi più antichi del mondo Sarve Abarkuh che secondo alcune fonti avrà all’incirca di 4000 anni.
Un itinerario colto deve arricchire il sapere del viaggiatore, e la Pasargade, che è la prima capitale della politica e della diplomazia dell’Antica Persia, è in grado di farlo e in più può dimostrare la sagacità del suo geniale generale, conosciuto come Ciro il Grande. Egli, il Padre di tutti i soldati medi e persiani, celebrò la conquista di Babilonia con un documento definito come il fondamento della carta dei diritti umani: “Il Cilindro di Ciro”, il quale è un documento d’argilla, in cui è stato registrato la liberazione degli esiliati, compresi gli ebrei. Il sito archeologico dell’Antica Persia, Pasargade, tra le sue rovine, mette in evidenza la semplice Tomba di Ciro a pianta quadrata costruita con blocchi di pietra che ricorda a prima vista una ziggurat mesopotamica. Ciro il Grande, con la costruzione della sua tomba, volle rispettare le sue origini, ossia le antiche civiltà iraniche e in più riuscì anche a sorprende Alessandro Magno, secoli dopo la sua morte. Si narra, infatti, che nella camera interna Ciro il Grande scrisse un messaggio agli eventuali conquistatori tra cui Alessandro Magno che dopo aver sentito la frase di Ciro il Grande si sarebbe messo a piangere:
“O uomo
Chiunque tu sia,
e in qualunque momento tu venga,
Poiché io so che tu verrai,
Io sono Ciro
conquistai un impero mondiale per i Persiani.
Tu non invidiarmi
per quella poco terra che ricopre il mio corpo!”
- Sul tragitto, si visita il sito archeologico di Pasargade. La città è stata la prima capitale dell’Impero Persiano fondata nel 546 a.C. da Ciro il Grande durante il suo regno che morì nell’estate del 530 a.C. A Pasargade è nato il vero e proprio Pardis ossia Paradiso il “Giardino Persiano”. Tra i monumenti e rovine nel sito si trovano tre palazzi reali e un magnifico bassorilievo: il Palazzo Privato di Ciro il Grande, il Palazzo delle Udienze e la Tomba di Ciro il Grande. Pasargade una volta era circondata da due fiumi i quali portavano l’acqua in città, tramite un peculiare canale di irrigazione che decantava e forniva l’acqua, passando in mezzo al Giardino persiano.
Arrivo a Shiraz. Cena in ristorante e pernottamento in albergo.
10° Giorno, Shiraz – Persepolis – Shiraz
La parola Fars ossia Pars è il nome della regione di cui Shiraz è il capoluogo di provincia. Solo riflettendo un attimo sulla parola Pars ci rendiamo conto che qui siamo nel cuore della storia ed è in questa regione che i Persiani costruirono Parse detta anche Persepoli: città di Persia. Shiraz copre un asse storico talmente ampio che si passa dal IV sec a.C., fino al 1700. A Shiraz la vera poeticità degli iraniani sarà veramente tangibile perché qui nel centro storico, i monumenti, i giardini, il Bazar e le moschee narrano una cultura che abbraccia con tanta morbidezza ogni visitatore. Gli abitanti di questa città spariscono a mezzogiorno per poi comparire la sera nella piazza di Arg fino a tarda notte; amano sollazzarsi e sono i più spassosi e vivaci dell’Iran. Per scoprire l’atmosfera dionisiaca di Shiraz, il nome della città ci dice tutto, bisogna recarsi alla tomba del sommo poeta persiano “Hafez” o girovagare nelle viuzze del suo Bazar Vakil dove tanti commercianti europei trascorsero un periodo per trasportare il celebre prodotto del Dio Bacco. Dopo la colazione, la mattinata è dedicata all’escursione nei grandi siti archeologici, degli Achemenidi IV sec a.C., e dei Sasanidi III sec d.C. Al ritorno invece si assaporerà la parte medioevale e quella islamica.
Le visite di Shiraz:
- Di mattina partiamo per Persepolis, è la città sacra fondata da Dario nel 524 a.C., per celebrare il 21 marzo la festa del Nowruz (giorno nuovo) ovvero il capodanno persiano. Persepolis venne conquistata e bruciata da Alessandro Magno come vendetta del saccheggio che fece Serse durante le guerre persiane. L’escursione a Persepolis approfondisce i dettagli di una maestosa città dove Dario e Serse per costruirla fecero venire i miglior artigiani, pagati e assicurati dalla legge reale. Qui non si fa solo un approfondimento architettonico bensì con i meravigliosi bassorilievi del Palazzo Apadana si può sfogliare un antico libro di stampo antropologico. Tra le rovine si possono visitare i suoi imponenti palazzi che non smettono mai di impressionare i viaggiatori: il Palazzo Cento Colonne dove il Re riceveva i generali, la Sala delle Udienze detto Palazzo Apadana con una pianta quadrata e sei file di colonne, alte fino a 19 metri. Le scalinate di accesso raffigurano cortei di Satrap e le guardie imperiali detti i Soldati Immortali.
Rientro a Shiraz:
- Il caravanserraglio Saray-e-Moshir, unico nel suo genere, perché si entra nel cortile primaverile, in cui si può incidere un nuovo “Iter” per il mondo onirico; qui la l’immaginazione può spaziare. Di solito il termine Carovana fa venire in mente i colori dell’ambiente desertico, qualcosa che ha a che fare con i dromedari e con la sabbia del deserto.
- Il complesso Vakil: Moschea e Bazar è unico in Iran per l’architettura in mattoni dipinti, soffitti a volta creati per mantenere l’aria fresca d’estate e il caldo d’inverno.
- Mausoleo di Hafez, dedicato al sommo poeta del XIV d.C., il mentore di Sufi. La mitezza della filosofia persiana è nata tra le righe delle poesie di Hafez. Ciò che rende il poeta immortale è la trasversalità del significato della sua poesia che evidenzia il frutto del suo pensiero “sufico” a tutti i lettori. Se Shiraz è la patria della poesia mistica lo deve ai suoi poeti. La sorpresa della visita al mausoleo consiste nel fatto che la parola di Hafez è legata a Bacco e a Venere. Per cui leggere Hafez camminando nel suo giardino paradisiaco serve per capire la contraddizione che esiste tra un dolce stilnovista iraniano con la modernità avvenuta: forse potrebbe sembrare una poesia sovversiva!
Cena in ristorante e pernottamento in albergo.
11° Giorno, Shiraz – Nasghshe Rostam – Isfahan
Partiamo per Isfahan e prima di lasciare Shiraz dietro le nostre spalle visitiamo:
La Moschea Nasir: il termine “eleganza” trova il suo vero significato all’interno di uno spazio sacro con le sue splendide piastrelle di maiolica policrome. Il clima primaverile di Shiraz si rispecchia non a caso sulle pareti, sulla vetrata e sulle squisite decorazioni di piastrelle. Questa moschea è un capolavoro della bellezza artistica della fine del ‘900, chiamata anche Moschea della Rosa, è un luogo molto accogliente, ma quello che colpisce a prima vista è il mondo cromatico proveniente dai petali di rosa, iris e non solo.
Lungo il tragitto
- si visita il sito archeologico di Naghsh-e- Rostam, è una necropoli. Un luogo di grande suggestione, conserva ancora oggi le tombe rupestri dei grandi Re Achemenidi. Non è affatto una esagerazione dire che il sito è quello più ricco di tutto l’Iran perché qui vi sono tutte le testimonianze storiche: un magnifico bassorilievo dei Elamiti, 1300 a.C., le forme particolari delle tombe reali e le scritture in persiano antico del 400 a.C., i documenti importantissimi dei Sassanidi e la scrittura del persiano medio del 300 d.C. In un solo sito archeologico, decisamente suggestivo, si può contemplare una Persia ai tempi di Elam fino alla sconfitta di Valeriano il generale romano che combatteva contro Shapur.
Tardo pomeriggio arrivo a Isfahan. Cena in ristorante e pernottamento in albergo.
12° Giorno, Isfahan
Prima colazione. L’intera giornata è dedicata alla visita della città camminando per le vie tra la piazza Naghshe Jahan e le botteghe degli artisti.
Visite della giornata
- Piazza Reale o Naghsh-e Jahan, in persiano (l’immagine del Mondo) polo urbanistico della città, ridisegnato da Shah Abbas I. Nella grande piazza centrale Naghsh-e Jahan (metri 512 x 163) si affacciano due serie di archi dove nella parte bassa ci sono tutte le botteghe degli artisti dove producono e vendono la maggior parte dei prodotti dell’artigianato dell’Iran come le miniature, i turchesi e le stoffe. La Piazza Naghshe Jahan ospitava un’èlite di commercianti che erano alla ricerca della raffinatezza artistica. Sempre nella piazza si trovano ancora oggi i pali che servivano a delimitare il campo da Polo realizzato 400 anni fa.
- La graziosa “Moschea della Regina o Sheikh Lotfollah” è un capolavoro maestoso del periodo safavide si trova in uno spazio armonioso e completamente riconoscibile per la sua opulenza artistica. Lo Scià Abbas I, ha scelto il talentuoso architetto iraniano, Ali Akbar Isfahani, come capo della costruzione della moschea, la cui fabbricazione è durata di quasi 17 anni. La moschea, per volere dello scià, sarebbe stata dedicata a suo suocero, il teologo libanese che avrebbe poi avuto diritto ad una scuola coranica a Isfahan. Il capolavoro dell’architetto Isfahani ha messo in pratica un modello unico di moschea mai esistita prima d’allora. La moschea infatti non possiede né minareti né cortile interno, né una vasca per l’abluzione. Tuttavia la prodigiosa decorazione esterna e interna, il gioco della luce verso il mihrab, la magnificenza calligrafia con lo sfondo color lapislazzuli e infine la complessità e le beltà dei motivi floreali sotto la cupola hanno fatto sì che la Mosche Sheikh Lotfollah a Isfahan fosse una delle più belle dell’Iran.
- la Moschea reale, ossia la Moschea dell’Imam odierna; La genialità dell’architetto Isfahani si nota, volente e nolente, al di fuori dello spazio interno della moschea. Infatti, quando si è completato di visitare la moschea, in mezzo alla piazza Naghsh-e Jahan si vede un’abbondanza insolita di minareti e una deviazione astuta e “voluta” da Isfahani, per un adattamento estetico alla piazza. La Moschea Imam è un capolavoro inconfondibile dove ogni decorazione e ogni particella trova il significato nella simmetria geometrica. Qui il cortile interno è stato decorato con una vasca per le abluzioni, intorno alla quale ci sono quattro imponenti iwan che rappresentano la maestosità dell’uso dei colori blu nello spazio sacro islamico. Oltre alla beltà decorativa, alla cupola a due strati – 36,3 m. di altezza interna e 51 m. quella esterna – dell’iwan meridionale è stato applicato un ottimo sistema per amplificare il suono, durante i richiami del rituale. Si consiglia di camminare con un passo vellutato per sentire il rimbombo.
- Il padiglione Ali Qapu è il palazzo in cui il sovrano riceveva i suoi ospiti. Ali Qapu possiede ben sei piani con una porta che metteva in comunicazione la piazza al Palazzo Chehel Sotun. Quando ci si trova in piazza si nota subito la bellissima terrazza con le sue ben 18 colonne, dove sicuramente si può godere una stupenda visione panoramica sulla piazza Naghsh-e Jahan. Il capolavoro del Palazzo consiste nei dettagli incorporati come la vasca del quinto piano, il soffitto intarsiato di legno, la tipologia della pastiglia applicata sulle pareti del palazzo che evidenziano un mondo onirico orientale. Infine, nella colonna vertebrale del Palazzo Ali Qapu serpeggia una scala a chiocciola che porta verso l’incantevole Sala della Musica, decorata con gli stucchi che raffigurano i vasi ed altri temi simili, i quali nell’insieme aiutano a migliorare l’acustica la sala.
- Il Palazzo delle Quaranta Colonne ossia Chehel Sotun è il padiglione dove il Re accordava le udienze. A pochi passi dalla Piazza, nel cortile del Chehel Sotun brilla un altro lussurioso Giardino persiano che imbraccia una delle delizie del rinascimento safavide: il padiglione pulsa ancora nel cuore del Giardino persiano come se il lusso della vita reale non fosse mai terminato. Qui gli affreschi si pavoneggiano perché è ben poco definirli raffinati e eleganti. Ammirare i dipinti e le storie che narrano vuol dire aprire una porta culturale e antropologica per identificarsi un attimo con i personaggi più importanti della Storia del Medio Oriente del 1600 – 1700.
Cena in ristorante e pernottamento in albergo.
13° Giorno, Isfahan
La multietnicità iranica è un fattore rilevante per capire l’Iran di oggi. Mentre alcuni nomadi risiedevano e risiedono tuttora nell’altopiano iranico oramai da più secoli, altre etnie come Turkmeni o fedeli di altre religioni, come i cristiani, sono venuti in Iran in seguito a motivi geopolitici, riconoscendo a questo Stato la tolleranza verso le altre etnie e religioni; questo è sempre stato un valore aggiunto dato da una cultura millenaria. Basti solo pensare, in questo preciso caso, agli Armeni che si sono dovuti trasferire in Iran sull’ordine diretto dello scià Abbas I. Infatti, gli Armeni della zona Jolfa dell’Armenia, negli anni venti del seicento hanno lasciato per sempre la loro patria, devastata a causa di un continuo conflitto tra ottomani e safavidi, e sono venuti a Isfahan, iniziando una nuova fase socio-religiosa, costruendo sia le loro chiese che la sede principale del loro cosiddetto Califfato Armeno. Il quartiere Jolfa a Isfahan ha accolto gli Armeni, e lo scià Abbas I, in un manoscritto, firmato da lui stesso, ha permesso loro di instaurare nuovi rapporti commerciali e religiosi, concedendo loro una certa libertà completamente sostenuta da parte della Corte safavide. Gli Armeni hanno aperto una importante via commerciale nel cuore della Capitale dei safavidi “Isfahan”. In più la sede del Califfato degli Armeni focalizza in primis la pubblicazione dei nuovi testi religiosi, utilizzando l’invenzione di Gutenberg in Iran. Tutto sommato Isfahan è un riassunto storico degli eventi gestiti dagli Armeni, i quali tutt’ora vivono nel quartiere di Jolfa dove la bellezza architettonica e i dettagli degli affreschi della Cattedrale Vank sorprendono qualsiasi tipo di viaggiatore.
- Cattedrale Vank e il proprio Museo narrano la storia della diaspora del popolo armeno che da più di 300 anni vivono fuori dalla loro madre terra. L’Iran non solo sapeva come accogliere i suoi ospiti, ma soprattutto li proteggeva dai seri conflitti che minacciavano la vita sociale nel quartiere armeno di Isfahan. Oggi, nel cortile della Cattedrale Vank, gli Armeni con tanta cura e cautela hanno aperto un nuovo museo etnologico, dove è possibile immergersi nella vera e propria cultura di un paese tanto lontano e quasi, grazie alle informazioni esposte nelle gallerie di questa vetrina storica del popolo armeno. Ma la storia non finisce qui perché la Cattedrale Vank – non è l’unica Chiesa a Isfahan – invita la comunità armena a celebrare le festività religiose e soprattutto a commemorare il genocidio. Infatti, ogni anno il 24 aprile, gli Armeni si radunano nella Cattedrale Vank commemorando la deportazione e l’eliminazione dei loro connazionali, circa 1,5 milioni di morti. Appena si entra nel elegantissimo cortile della Cattedrale Vank, scendendo dalle scalinate dell’entrata principale si nota uno dei monumenti più importanti del popolo armeno, dedicato alle persone deportate durante la grande tragedia.
- Spostarsi a Isfahan vuol dire farsi sorprendere ed arricchirsi della cultura locale. Quando dal quartiere Jolfa si va verso la Moschea del venerdì (Masged Jamè) bisogna assolutamente attraversare il fiume Zayandeh Rud. Durante il tragitto si vede un semplice segno di come il fiume segnava il confine urbano tra i due quartieri religiosi di Isfahan. Il passaggio dalla zona degli Armeni, arrivando nella zona popolarissima di Moschea del venerdì, ci porta di nuovo verso la religione ufficiale dell’Iran: lo sciismo. La visita della Moschea del venerdì a Isfahan, a dir poco, è la visita più importante perché qui si possono ammirare il progresso architettonico islamico che è avvenuto dal settimo secolo fino al 1900. Per cui non è sbagliato sottolineare il fatto che la Moschea del venerdì è la più antica e la più completa in tutto il paese. Qui i dettagli sono infiniti e gli spazi sono immensi. Proprio in questa Moschea è nato un modello esemplare di altare detto il Mihrab di Olgiaito, nel XIV sec; la costruzione presenta una complessa composizione in stucco costituita da iscrizioni tridimensionali che si fondono con intagli floreali e geometrici. La Moschea ha due spazi nettamente riconoscibili anche per l’occhio inesperto: spazio interno e spazio esterno. È meraviglioso ammirare la monocromaticità dei colori dei mattoni nello spazio interno ed i colori blu turchese e lapislazzuli nello spazio esterno. Il passaggio da uno spazio all’altro ci fa viaggiare nel tempo soprattutto quando ci si trova sotto la magnifica Cupola di Taj al-Moluk reputata come la più bella, tra quelle in mattoni, in tutto l’Iran.
- La fine della visita alla Moschea del venerdì ci porta ora ad una scoperta inaspettata in mezzo al trafficare della gente. Qui a Isfahan quando termina una visita riparte un’altra e il viaggiatore incoscientemente si prepara ad ascoltare le narrazioni della città come se Shahrzad le leggesse direttamente da “Mille e Una Notte”. Ed ecco il bazar popolare subito dopo l’uscita dell’entrata principale della Moschea. Per chi ama perdersi nelle viuzze popolari, deve sapere che giunta l’ora di essere liberi dai canoni facendo una passeggiata tra le botteghe e i profumi e in questo modo si raggiunge in 40 minuti la Piazza Naghshe Jahan. Prima di girare a destra e seguire i corridoi coperti del Bazar, si può soddisfare la curiosità del viaggiatore andando direttamente in un altro quartiere storico di Isfahan, per visitare tutte le Sinagoghe della comunità ebraica di Isfahan, dove gli Ebrei praticano il loro culto. Si parla di una multietnicità nel senso vero della parola e non facilmente trovabile in altre parti del mondo.
- La visita dei ponti sul fiume Zayandeh-Rud, il Ponte Sio Se Pol (delle 33 arcate) e il Ponte Khaju (Pol-e-Kaju).
Tempo libero. Cena in ristorante e pernottamento in albergo.
14° Giorno, Isfahan – Natanz – Abyaneh – Aeroporto IKA di Tehran
Lungo il percorso si visita la cittadina di Natanz, per ammirare la Moschea del venerdì, Masged Jamè, e il Mausoleo di Abdol-Samad.
Si prosegue il viaggio lungo le pendici del monte Karkas “avvoltoio” ed ecco che si entra in un palcoscenico meraviglioso, dato da una vallata dove possiamo ammirare uno dei più antichi villaggi tradizionali dell’Iran “Abyaneh”, a quota 2200 mt sul livello del mare. Il borgo, che trova le sue origini nell’età achemenide del 400 a.C., è circondato dalle rovine di una fortezza sassanide del 300 d.C. ed è anche famoso sia per il color rosso ocra delle case che per la rosa disegnata sul lungo foulard indossato dalle donne del villaggio. (la fattibilità della visita dipende dalla stagione e la neve).
Il sole sta calando e il paesaggio, del viaggio di ritorno, diventa sempre più rossiccio a seconda dei raggi di sole che colpiscono la via del ritorno verso Tehran. Il viaggio in Iran sembra iniziato proprio due ore fa, e non appena stai, pian piano, capendo l’Iran e gli iraniani arriva il tempo di chiudere la bisaccia e ripartire per il proprio paese. Però c’è una netta differenza nella bisaccia prima della partenza e dopo; ora è piena non solo di tante emozioni e di entusiasmo, ma anche di tanta cultura. Di solito il viaggiatore si preoccupa dei kili in più nella bisaccia e mentre fissa il colore del cielo pensa a come organizzare i regali; vorrebbe comprare tutto dai pistacchi, ai tessuti, ai turchesi. Sappiamo però che nella bisaccia ci sta tutto tranne una cosa: l’ospitalità della gente che abbiamo trovato in giro per i Bazar, nei ristoranti o nei siti archeologici. Questa immagine rimane incisa nei cuori ed è il souvenir immortale che il viaggiatore si porta ovunque andrà e per tutti coloro che hanno apprezzato questo tour sarà una giusta motivazione per tornare in Iran per la seconda volta.
Si prosegue il viaggio fino all’aeroporto. Cena e breve riposo all’albergo IBIS presso l’aeroporto.
15° Giorno, Tehran– Italia
Trasferimento all’aeroporto internazionale ” Imam Khomeini” per il volo Tehran – Italia.
RECENSIONI DEL TOUR
un viaggio emozionante!!un ricordo indelebile!un popolo fantastico!una accoglienza amorevole!una guida impareggiabile hamed e tanta voglia di tornare in iran…grazie a sama e hamed
viaggio molto interessante posti magnifici la nostra guida hamed e sua moglie sama persone molto professionali molto preparate e disponibili nei nostri confronti ad esaudire ogni nostra richiesta per farci assaporare al meglio il loro paese .un sentito ringraziamento anche all’autista del pulman.liliana e giovanni
A ottobre ho coordinato il viaggio di Avventure nel Mondo e siamo stati accompagnati a Yazd e a Esfahan per 4 gg. proprio da Hamed,
La buona riuscita del viaggio è dovuta anche a lui, alla sua capacità organizzativa, alla sua disponibilità e al rapporto di amicizia che ha creato con il gruppo.
A Tehran abbiamo conosciuto anche Sama che si è prodigata ad organizzare la cena-festa di Venerdì sera.
Ringrazio entrambi per il servizio reso e per l’amicizia dimostrata.
Comunque volevo dirvi che conosco HAMED col quale ho fatto un viaggio memorabile nella sua terra sei anni fa..E’ una persona molto professionale nel suo lavoro, carattere meraviglioso, è paziente e disponibile per accontentare un tutto e per tutto i suoi clienti.
Siamo stati in Iran, io e mia moglie, in aprile/maggio del 2017.Siamo una coppia over 60 ed abbiamo girato da soli senza problemi.Con Hamed abbiamo avuto un ottimo supporto per trovare gli alberghi e il necessario per effettuare un viaggio di 15 giorni.Hamed è stato estremamente efficiente nell’individuare le nostre necessità ed è riuscito a prenotare gli hotel in un periodo di alta stagione con pochi giorni di preavviso.In generale ci è piaciuto moltissimo l’Iran che abbiamo trovato estremamente ospitale e sicuro.
Cari Hamed e Sama
il viaggio nell’Iran del nord ovest è andato bene. I partecipanti sono tornati contenti e vi ringrazio per l’organizzazione.
Ciao Noushin,
il nostro viaggio si è concluso e siamo rientrati a Milano.
E’ stato un bellissimo viaggio e Federico ed io siamo felici di aver potuto conoscere un Paese meraviglioso come l’Iran e i suoi abitanti, accoglienti e sempre gentili con noi visitatori.
Desidero ringraziare te e la tua agenzia per lo splendido supporto nell’organizzazione del viaggio. Il percorso è stato perfetto, abbiamo potuto visitare tutto quello che ci aspettavamo e anche di più. Le sistemazioni che hai scelto per noi sono state tutte ottime, in posizione comodissima per le escursioni. In particolare ci tengo a menzionare la nostra guida Hossein che, oltre a raccontarci gli aspetti storici e culturali dei luoghi visitati, ci ha aiutato in ogni istante con le nostre necessità e ci ha fatto scoprire la bontà della cucina persiana. Hossein è davvero la guida ideale. Provvederò a segnalare la vostra agenzia a tutti i miei conoscenti e amici che vorranno venire in Iran, raccomandandola di cuore. Lascerò anche una recensione super positiva su Evaneos.
Inoltre, quando tornerò a visitare quello che non siamo riusciti a vedere, vi contatterò sicuramente.
Grazie ancora e un caro saluto.
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