Qom

Secondo luogo di pellegrinaggio sciita dopo Mashhad e primo centro di educazione teologica in Iran, con la sua cupola dorata è una delle città più visitate del Paese. Capitale dell’omonima provincia, nodo stradale e nodo ferroviario che collega il sud a Tehran, nel cuore di un deserto in fiamme, le attività socio-economiche di questo ex-mercato rurale e centro del cotone ruotano principalmente attorno al pellegrinaggio e al santuario di Fatima: la sorella di Imam Reza sepolto a Mashahd.

Mashhad

 È il capoluogo della provincia di Khorassane Razavi nel nord dell’Iran, ed è una meta importante per il turismo religioso visto che ogni anno accoglie migliaia dei pellegrini che si recano presso il mausoleo dell’Imam Reza, l’ottavo imam sciita Mashhad. La città fiorì durante il periodo di Shahrokh Mirza nell’era Afsharide (XIX sec), quando era la capitale dell’Iran. La città di Mashhad, soprannominata la capitale spirituale dell’Iran, comprende la parte orientale delle montagne Binaloud e Hezar Masjed.

Kermanshah

Capoluogo dell’omonima provincia, la città, costruita a 1.420 m di altitudine sulle pendici del massiccio del Koh-e Sefid. Beneficiando di un clima continentale molto moderato, la temperatura media non supera generalmente i 22 ° C durante i mesi più caldi. Due i principali siti evidenziano la storia di Kermanshah: Bisotun e Taq-e Bostan. Confinante con la regione Kurdistan iraniano e il confine con l’Iraq, la regione occupa una posizione strategica. Economicamente, Kermanshah è un importante centro commerciale nella parte occidentale del paese, incentrato sull’agricoltura e l’industria. La regione, importante produttrice di grano, ortaggi e frutta, concentra anche fabbriche agroalimentari (zucchero, oli, farine), cementifici e fabbriche tessili.

Kerman

La città di Kerman è situata ai margini del deserto di Dasht-e Lut ad un’altitudine di 1.750 m, Kerman è il capoluogo della provincia omonima. La città fu probabilmente fondata dal re sassanide Ardashir I nel 3º secolo d.C., con il nome di Karmania che significa coraggio e combattimento. Kerman è un centro di produzione di tappeti persiani, seta e pistacchi nel mercato mondiale. La provincia è ricca di minerali, come rame, carbone, cromo, piombo, zinco, uranio e alluminio.

Isfahan

Isfahan, il capoluogo della omonima provincia, è stata la capitale dell’Impero Persiano tra il XVI e il XVII secolo. Particolarmente ben irrigata, le sue ampie distese verdi contrastano sorprendentemente con le distese desertiche tipiche dell’Iran! La città è una Mecca della cultura persiana, e i numerosi edifici storici sparsi qua e là ne sono testimonianza.

Isfahan è un vero gioiello d’Oriente, la città è una grande dama tipicamente iraniana, e mostra un carattere forte, e una maestà assertiva!

Il nome di Isfahan (o Esfahan o Ispahan), reso famoso in Europa da una lunga serie di resoconti di viaggio, aveva designato dapprima un quartiere densamente popolato, altamente urbanizzato, situato nel corso inferiore del fiume Zayandeh Rud. Si merita l’epiteto “mezzo mondo” (Esfahān, nesf-e jahān), e resta comunque, al centro di un’oasi intensamente coltivata, una delle città più importanti dell’altopiano iraniano.

Attrazioni

Piazza Reale o Naghsh-e Jahan, in persiano (l’immagine del Mondo) polo urbanistico della città, ridisegnato da Shah Abbas I. Nella grande piazza centrale Naghsh-e Jahan (metri 512 x 163) si affacciano due serie di archi dove nella parte bassa ci sono tutte le botteghe degli artisti dove producono e vendono la maggior parte dei prodotti dell’artigianato dell’Iran come le miniature, i turchesi e le stoffe. La Piazza Naghshe Jahan ospitava un’èlite di commercianti che erano alla ricerca della raffinatezza artistica. Sempre nella piazza si trovano ancora oggi i pali che servivano a delimitare il campo da Polo realizzato 400 anni fa.

Moschea della Regina o Sheikh Lotfollah, è un capolavoro maestoso del periodo safavide si trova in uno spazio armonioso e completamente riconoscibile per la sua opulenza artistica.  Lo Scià Abbas I, ha scelto il talentuoso architetto iraniano, Ali Akbar Isfahani, come capo della costruzione della moschea, la cui fabbricazione è durata di quasi 17 anni. La moschea, per volere dello scià, sarebbe stata dedicata a suo suocero, il teologo libanese che avrebbe poi avuto diritto ad una scuola coranica a Isfahan. Il capolavoro dell’architetto Isfahani ha messo in pratica un modello unico di moschea mai esistita prima d’allora. La moschea infatti non possiede né minareti né cortile interno, né una vasca per l’abluzione. Tuttavia la prodigiosa decorazione esterna e interna, il gioco della luce verso il mihrab, la magnificenza calligrafia con lo sfondo color lapislazzuli e infine la complessità e le beltà dei motivi floreali sotto la cupola hanno fatto sì che la Moschea Sheikh Lotfollah a Isfahan fosse una delle più belle dell’Iran.

Moschea reale, ossia la Moschea dell’Imam odierna. La genialità dell’architetto Isfahani si nota, volente e nolente, al di fuori dello spazio interno della moschea. Infatti, quando si è completato di visitare la moschea, in mezzo alla piazza Naghsh-e Jahan si vede un’abbondanza insolita di minareti e una deviazione astuta e “voluta” da Isfahani, per un adattamento estetico alla piazza. La Moschea Imam è un capolavoro inconfondibile dove ogni decorazione e ogni particella trova il significato nella simmetria geometrica. Qui il cortile interno è stato decorato con una vasca per le abluzioni, intorno alla quale ci sono quattro imponenti iwan che rappresentano la maestosità dell’uso dei colori blu nello spazio sacro islamico. Oltre alla beltà decorativa, alla cupola a due strati – 36,3 m. di altezza interna e 51 m. quella esterna – dell’iwan meridionale è stato applicato un ottimo sistema per amplificare il suono, durante i richiami del rituale. Si consiglia di camminare con un passo vellutato per sentire il rimbombo.

Padiglione Ali Qapu è il palazzo in cui il sovrano riceveva i suoi ospiti. Ali Qapu possiede ben sei piani con una porta che metteva in comunicazione la piazza al Palazzo Chehel Sotun. Quando ci si trova in piazza si nota subito la bellissima terrazza con le sue ben 18 colonne, dove sicuramente si può godere una stupenda visione panoramica sulla piazza Naghsh-e Jahan. Il capolavoro del Palazzo consiste nei dettagli incorporati come la vasca del quinto piano, il soffitto intarsiato di legno, la tipologia della pastiglia applicata sulle pareti del palazzo che evidenziano un mondo onirico orientale. Infine, nella colonna vertebrale del Palazzo Ali Qapu serpeggia una scala a chiocciola che porta verso l’incantevole Sala della Musica, decorata con gli stucchi che raffigurano i vasi ed altri temi simili, i quali nell’insieme aiutano a migliorare l’acustica la sala.

Palazzo delle Quaranta Colonne ossia Chehel Sotun è il padiglione dove il Re accordava le udienze. A pochi passi dalla Piazza, nel cortile del Chehel Sotun brilla un altro lussurioso Giardino persiano che imbraccia una delle delizie del rinascimento safavide: il padiglione pulsa ancora nel cuore del Giardino persiano come se il lusso della vita reale non fosse mai terminato. Qui gli affreschi si pavoneggiano perché è ben poco definirli raffinati e eleganti. Ammirare i dipinti e le storie che narrano vuol dire aprire una porta culturale e antropologica per identificarsi un attimo con i personaggi più importanti della Storia del Medio Oriente del 1600 – 1700.

Monte Soffeh, situato a sud di Isfahan, il Monte Soffeh e i suoi 2.257 metri offre l’opportunità agli atleti incalliti di praticare l’arrampicata, o agli appassionati di escursionismo di approfittare dei numerosi sentieri escursionistici per attraversare le rovine di antichi castelli, o anche un piccolo zoo, ristoranti e una funivia che porta direttamente in cima: quest’ultima merita una deviazione perché offre un panorama della metropoli assolutamente eccezionale, quindi è una tappa obbligata quando si visita Isfahan.

Caffé Haj Mirza

Con ogni centimetro delle pareti e del soffitto ricoperto di fotografie, dipinti, lampade e altri intriganti cianfrusaglie, la casa da tè Azadegan sembra una vera e propria grotta delle meraviglie. Uomini anziani caratteristici costituiscono la clientela abituale e in modo affidabile regalano ai turisti aneddoti divertenti e una storia vorticosa di Esfahan. Bisogna sedersi a vedere gli oggetti sospesi e assaggiare, un doogh – una bevanda allo yogurt iraniano – o un gelato allo zafferano o una tisana locale o i piatti tradizionali come babaganoush o ashe reshteh –o minestra dei legumi – prima di uscire e per una digestione ottimale si può prendere un tè classico da addolcire con lo zucchero cristallizzato.

Hermes Café-Restaurant con la sua combinazione di colori in bianco e nero e lampadari modernisti, Hermes Café-Restaurant ha l’atmosfera di un country club elegante e quasi futuristico. Il suo menu si rivolge alla tavolozza occidentale con una vasta gamma di insalate, pasta, pizza e hamburger, e il servizio è professionale e diretto. Il loro slogan aziendale: cibo fresco e ottimo caffè.

Caravanserraglio Abbasi del XVII secolo trasformato in un complesso alberghiero è un edificio squisito che merita una visita, se non un soggiorno. Il ristorante sul tetto ha una vista particolarmente piacevole (aperto di estate), ma la sala da tè nel cortile non è priva di fascino.

Aperte fino alle 23:00 nei mesi estivi, poche case da tè nel paese sono così suggestive e tangibilmente storiche. Una caffetteria più convenzionale si trova nella hall principale dell’hotel.

Caffè Qeysarieh, situata sul lato nord di Piazza Imam adiacente al passaggio per il bazar, offre tè e tisane con fantastiche vedute della piazza. Mentre l’interno ci sono fotografie e ornamenti colorati, la terrazza offre una piattaforma più serena da cui godersi la vista impressionante. Vale la pena visitarlo in diversi momenti della giornata per osservare i mutevoli stati d’animo della piazza più grande dell’Iran.

Quartiere Jolfa

Soprannominato “il nuovo Jolfa”, dal nome di una città dove molti armeni furono traferiti dallo Scià dell’Iran, questo quartiere si trova a sud del fiume Zayandeh Rud che scorre attraverso la città; è infatti uno dei quartieri più visitati dell’Iran, poiché ospita una dozzina di monumenti religiosi come la famosa Cattedrale di Vank, la più visitata in Iran, costruita nel XVII secolo e ancora in uso, che di per sé vale la deviazione quando si visita Isfahan.

Inoltre, questo quartiere molto vivace offre molti caffè e ristoranti, mercati, botteghe e case di tè, tutto ha uno stile particolare perché qui si mescolano i giovani della città che fanno parte delle comunità religiose differenti di Isfahan: Ebrei, Cristiani e Musulmani.

Uno dei luoghi affascinanti del quartiere Jolfa è di sicuro Sharbat Khane Firouz.

Cattedrale Vank e il proprio Museo narrano la storia della diaspora del popolo armeno che da più di 300 anni vivono fuori dalla loro madre terra. L’Iran non solo sapeva come accogliere i suoi ospiti, ma soprattutto li proteggeva dai seri conflitti che minacciavano la vita sociale nel quartiere armeno di Isfahan. Oggi, nel cortile della Cattedrale Vank, gli Armeni con tanta cura e cautela hanno aperto un nuovo museo etnologico, dove è possibile immergersi nella vera e propria cultura di un paese tanto lontano e quasi, grazie alle informazioni esposte nelle gallerie di questa vetrina storica del popolo armeno. Ma la storia non finisce qui perché la Cattedrale Vank – non è l’unica Chiesa a Isfahan – invita la comunità armena a celebrare le festività religiose e soprattutto a commemorare il genocidio. Infatti, ogni anno il 24 aprile, gli Armeni si radunano nella Cattedrale Vank commemorando la deportazione e l’eliminazione dei loro connazionali, circa 1,5 milioni di morti. Appena si entra nell’elegantissimo cortile della Cattedrale Vank, scendendo dalle scalinate dell’entrata principale si nota uno dei monumenti più importanti del popolo armeno, dedicato alle persone deportate durante la grande tragedia.

Moschea del venerdì, è la visita più importante perché qui si possono ammirare il progresso architettonico islamico che è avvenuto dal settimo secolo fino al 1900. Per cui non è sbagliato sottolineare il fatto che la Moschea del venerdì è la più antica e la più completa in tutto il paese. Qui i dettagli sono infiniti e gli spazi sono immensi. Proprio in questa Moschea è nato un modello esemplare di altare detto il Mihrab di Olgiaito, nel XIV sec; la costruzione presenta una complessa composizione in stucco costituita da iscrizioni tridimensionali che si fondono con intagli floreali e geometrici. La Moschea ha due spazi nettamente riconoscibili anche per l’occhio inesperto: spazio interno e spazio esterno. È meraviglioso ammirare la monocromaticità dei colori dei mattoni nello spazio interno ed i colori blu turchese e lapislazzuli nello spazio esterno. Il passaggio da uno spazio all’altro ci fa viaggiare nel tempo soprattutto quando ci si trova sotto la magnifica Cupola di Taj al-Moluk reputata come la più bella, tra quelle in mattoni, in tutto l’Iran.

Giardino degli uccelli, creato negli anni 70, questo giardino è una gigantesca voliera che comprende più di 5000 specie di uccelli, per lo più provenienti dall’Iran ma anche da paesi asiatici e africani; i vari spazi sono disposti secondo le caratteristiche di ciascuna specie, come un laghetto per fenicotteri rosa o anatre. Inoltre, lo spazio ospita pappagalli multicolori che stupiranno i più piccoli e molti venditori ambulanti offriranno ai visitatori cibo a buon mercato. Per chi cerca cosa fare a Isfahan, questa è un’ottima destinazione!

Si-o-se Pol o Ponte 33, è uno degli esemplari ponti della città. Esso si distingue per la sua struttura a due livelli; si consiglia soprattutto di ammirare le luci notturne orientate verso i maestosi archi che conferiscono all’edificio un aspetto soprannaturale dopo il tramonto! Il ponte serve anche a regolare il corso del fiume che attraversa, e quindi ha un duplice ruolo, culturale e infrastrutturale. Ponte 33 è il ponte più famoso che attraversa il fiume Zayandeh Roud ed è sempre stata un’ottima scelta da visitare. Questo fiume è uno dei più lunghi in Iran e attraversa circa 480 chilometri.

Ponte Khaju costruito durante il regno di Shah Abbas II intorno al 1650 (un ponte sarebbe già esistito lì ai tempi di Tamerlano), il ponte Khaju funge anche da diga, crocevia.

Il Ponte Khaju lungo 132 m, ha due livelli, quello inferiore con chiusure apposite regolano il livello del fiume. Si possono ancora distinguere in alcuni punti i dipinti originali e le terrecotte, nonché i resti delle panchine di pietra disposte per consentire allo scià di ammirare il paesaggio. A lui era riservato il padiglione costruito al centro. Se siete appassionati delle montagne, Persia antica, mille una note, deserto in Iran, trekking, nomadismo, fotografie, antropologia, paesaggi storici e la cultura affascinante del medio oriente SITO Travel vi aiuta a organizzare il vostro viaggio in Iran, potete contattarci e contarci su di noi, perché la nostra esperienza nasce e si sviluppa sul campo.

 

Qeshm

Con i suoi 100 km di lunghezza, Qeshm è la più grande delle isole del Golfo Persico, due volte più grande del Bahrain il paese del Golfo. Qeshm Ospita diversi villaggi costieri popolati da pescatori e alcuni cantieri navali che lavorano ancora per la fabbricazione di grandi barche in legno, Lenj. Qeshm è un vero paradiso minerale, importante esportatore di sale: Namakdan Salt Cave, lunga 6 chilometri che coi suoi colori e coi cristalli di sale che scendono dall’alto in basso creano uno scenario unico.

Kish

Una delle isole del Golfo Persico che era sotto il dominio iraniano sin dall’epoca degli achemenidi. La posizione strategica ideale di quest’isola l’ha resa come un cea zona franca.

Damavand

Il monte Damavand, “il vulcano spento”, è uno dei simboli più importanti dell’Iran. Situato a nord-est di Tehran, nella catena Alborz, la sua vetta con le nevi eterne sale a 5.671 m. di altitudine. Il suo cono vulcanico, di forma simile al Monte Fuji, è raffigurato sulle banconote iraniane da 10.000 Rial e bottiglie di acqua minerale. In una giornata limpida e in un periodo di minore d’inquinamento, può essere visto dall’aereo quando si arriva a Teheran.

Masuleh

Un centinaio di chilometri da Lahijan, passando per Fuman un soggiorno al villaggio di Masuleh sarà una scoperta incredibile. Un momento fuori dal tempo, paesaggi affascinanti e un’atmosfera amichevole e tranquilla. La strada passa per Fuman, famosa per la Kuluce, una torta a forma di frittella rotonda ripiena di noci e cannella. Dopo una pausa golosa, vivamente consigliata, inizia subito una salita decisa verso Masuleh. Quando i tornanti si stringono, il pendio digrada ancora di più, compaiono le prime case color crema. Tra le case, piccole strade pedonali conducono al bazar del paesino. Il villaggio conta quasi 800 abitanti. Le sue pittoresche case di mattoni con i toni caldi, costruite come una terrazza sul fianco della montagna, sono piuttosto tipiche con i loro tetti piatti, alcune delle quali servono come luoghi pubblici.

Kashan; terra della rosa

L’oasi di Kashan, al confine tra la catena montuosa di Zagros e il deserto Dasht-e Kavir, un tempo era conosciuta come una delle oasi più prospere dell’antica Persia e ancora oggi è una tappa quasi obbligatoria per gli amanti del fascino originale della Via della Seta. Kashan si trova a 250 km a sud di Tehran, oggi non è altro che una piccola città dolcemente assonnata ai margini del grande Dasht-e Kavir, l’ultima marcia davanti alle vaste distese disabitate del deserto. La città si anima ogni anno per la grande festa della Rosa detto in persiano “golab ghiri”. Però l’importanza della città non è solo la rosa che esiste, bensì tanti siti, case tradizionali, hammam, moschee e il suo affascinante bazar che rendono Kashan una tappa imperdibile per chi viaggia in Iran.