Shahre Sukhteh che significa “città bruciata”, si trova all’incrocio delle rotte commerciali dell’età del bronzo che attraversano l’altopiano iraniano. I resti della città in mattoni di fango rappresentano l’emergere delle prime società complesse nell’Iran orientale. Fondata intorno al 3200 a.C., la città fu abitata durante quattro periodi principali fino al 1800 a.C., durante il quale si svilupparono diversi quartieri distinti della città. Comprendono un’area monumentale, quartieri residenziali, quartieri artigiani e una necropoli.

Un mutamento del letto del fiume e un mutamento del clima portarono all’abbandono della città all’inizio del II millennio a.C. Le strutture, la necropoli e il gran numero di importanti oggetti rinvenuti durante gli scavi e il loro buono stato di conservazione dovuto al clima secco del deserto, fanno di questo sito una ricca fonte di informazioni sull’emergere di società complesse e sui contatti tra loro nel terzo millennio a.C.

Zahedan

Città e capitale della provincia di Sistan va Baluchestan si trova nel sud-orientale in Iran, vicino ai confini dell’Afghanistan e del Pakistan. La popolazione comprende i persiani musulmani sciiti e musulmani sunniti, minoranza di baluchi. Zahedan è una delle città meno sviluppate in Iran; l’industria locale produce mattoni, riso, mangime per bestiame, stuoie e cesti, articoli ricamati e ceramiche.

Urmia

Orumiyeh, scritto anche Urmia, precedentemente, città, capitale della provincia di Azarbaijan occidentale. Si trova appena ad ovest del Lago Urmia su una vasta pianura fertile che produce cereali, frutta, uva, tabacco e altri prodotti. La popolazione è principalmente azera, ma non mancano le minoranze curde, cristiane assire e armene. I resti di antichi insediamenti sono sparsi nella pianura, così come le tracce dell’antico regno di Urartu.

Shahdad

Situata circa 100 km a nord est di Kerman, Shahdad è collegata alla zona montuosa e fredda di Sirch da sud-ovest e alle regioni desertiche da nord-est.

Sanandaj

L’origini del popolo curdo trova le sue radici in una popolazione indoeuropea stabilitasi nella regione chiamato Kurdistan. Curdo, membro di un gruppo etnico e linguistico che vive in Iraq, in Siria, nell’Anatolia sud-orientale, nelle montagne Zagros dell’Iran occidentale. La maggior parte dei curdi vive in aree contigue di Iran, Iraq e Turchia, una regione geografica un po’ vagamente definita generalmente chiamata Kurdistan. Il nome ha connotazioni diverse in Iran e Iraq, che riconoscono ufficialmente le entità interne con questo nome: la provincia occidentale iraniana di Kurdistan e la regione autonoma curda dell’Iraq.  La lingua curda è una lingua iraniana occidentale legata al persiano e al pashtu. Si pensa che i curdi siano compresi tra 25 e 30 milioni, comprese le comunità in Armenia, Georgia, Kazakistan, Libano, Siria ed Europa.

Rasht

Rasht è la capitale della provincia di Gilan, in Iran ed è la più grande città sulla costa iraniana del Mar Caspio. È un importante centro commerciale tra Caucasia, Russia e Iran che utilizza il porto di Bandar-e Anzali come il punto di riferimento per importazioni e esportazioni tra i paesi sulla costa del Mar Caspio.

Ramsar

Ramsar è una città nella provincia di Mazandaran e si trova sulla costa del Mar Caspio. In passato era anche conosciuto come Sakhtsar. I nativi di Ramsar sono Ghilaki (della provincia di Ghilan), sebbene ci siano anche Mazandarani tra di loro.

Alamut

L’enigmatico Castello di Alamut. Esso è situato tra le montagne sul bordo occidentale della catena degli Alborz, tra la pianura di Qazvin a sud e la provincia di Mazanderan al confine con il Mar Caspio a nord. In passato una parte di queste montagne costituiva il distretto di Daylam, che era ed è tuttora remoto e selvaggio. Separano la pianura dell’Iran centrale dal Caspio e sono una formidabile barriera naturale e paesaggistica. Sul lato nord le pendici sono densamente boscose, e si trovano gli animali selvatici come cinghiale, orso, e in epoca medievale dovevano essere stati molto di più tra cui la tigre del Caspio – oggi la specie corre seriamente il rischio di estinzione –.

Qazvin

Durante l’impero persiano, furono realizzate una serie di opere tra cui la Via Reale Persiana: circa 3 mila km di strade che collegavano varie satrapie dell’impero persiano: dall’odierno Iran fino al mar Mediterraneo, passando per la Turchia di oggi. La via della seta indirizzava i viaggiatori verso Uzbakistan, Afghanistan, Turkmenistan e Iran laddove passava da Nishapur e Semnan per arrivare a Tehran, Qazvin e Tabriz e procedere verso il mar Egeo di Smirne. Qazvin trova le sue radici nel periodo di massimo splendore del commercio attraverso la via della seta in Iran. Qazvin è stata un focolaio di sviluppi storici nella storia iraniana. Nei primi anni dell’era islamica, Qazvin servì come base per le forze arabe.

Nishapur

Antica città della provincia iraniana di Khorasan, Nishapur, nonostante i disastri storici e naturali, è stata una delle città più prospere dell’Oriente islamico fino all’era mongola. A lungo eclissata come capitale regionale dalla città santa di Mashahd, Nishapur conserva l’importanza economica per le sue famose miniere turchesi e la sua agricoltura (frutta, cotone, cereali); costituisce una tappa importante sull’asse Tehran-Mashhad (linea ferroviaria, strada).

Entrò nella storia con i sassanidi (Shapur I lo fondò; Shapur II lo ricostruì, da cui il nome Nev-Shapur). La città Nishapur, sotto i Selgiuchidi, era diventata uno dei grandi centri intellettuali dell’Islam (patria del sommo poeta Omar Khayam; famoso per la sua scuola teologica – Nezamiyeh – dove insegnava al-Ghazali. Oltre alla scienza, poesia, agricoltura e la turchese, Nishapur si vanta anche per la sua arte raffinata della ceramica che ha una storia molto rilevante in medio oriente.

A parte alcune colline archeologiche, scavate anche clandestinamente, molti resti islamici rimangono a Nishapur e nei dintorni: tombe di Omar Khayam e Farid ad-Din Attar, il bazar antico del turchese, l’antico caravanserraglio dove oggi ci sono le botteghe artistiche per la creazione della bigiotteria con una varietà incredibile di turchese iraniano.

Umar ibn Ibrahim al-Khayyam Nishapuri: Khayyam

Khayyam (1048 – 1131) visse durante il periodo della dinastia selgiuchide in Iran. I selgiuchidi, in termini di cultura e civiltà, erano a un livello molto inferiore a quello degli iraniani, quindi si sono dissolti nella cultura e nella civiltà iraniana. Tuttavia e a causa dei conflitti politici e delle diverse religioni, i selgiuchidi erano attaccati all’Islam sunnita e lo consideravano il successore spirituale del Profeta. È grazie alla sua poesia che questo matematico, astronomo e filosofo persiano viene ricordato. Le famose quartine del libero di Khayyam, grande appassionato di vino, sono un’ode all’ubriachezza.

Durante la sua vita, Omar Khayyam era meglio conosciuto come studioso, matematico, astronomo e filosofo. Sceglie lo pseudonimo di “Khayyam” (fabbricante di tende) in riferimento alla professione di suo padre. Ha studiato tutte le discipline sotto la direzione dei più grandi maestri dell’epoca. Alla ricerca della conoscenza, viaggia per il paese, incontra scienziati, va in biblioteche e centri scientifici, come quello di Balkh dove rimane per un anno. Al suo ritorno nella sua città natale, Omar Khayyam è già riconosciuto come uno studioso, di seguito venne invitato dal re selgiuchide Malek Shah per partecipare alla costruzione di un osservatorio a Isfahan, nonché alla riforma del calendario solare persiano. Khayyam crea le tabelle astronomiche e introduce l’anno bisestile. Il calendario solare usato oggi in Iran deve la sua accuratezza a questo grande studioso.

“Bevi vino, hai secoli per dormire”

Tuttavia, fu grazie al suo Rubaayat, una raccolta di oltre 400 quartine – celebrano il vino e i piaceri- Omar Khayyam raggiunse la notorietà mondiale molto tempo dopo la sua morte. “Bevi e sii felice”, proclama questo spirito libero ed esteta epicureo. Disincantato, Khayyam cerca nella bottiglia una via di fuga dalla sua angoscia esistenziale.

“Bevi vino, amico, bevi, perché il tempo è un nemico implacabile. Bevi vino, hai secoli per dormire. “

Khayyam è morto all’età di 83 anni, a Nishapur, dove è sepolto, all’ombra di due cespugli di rose. ” Quando sarò morto, lavami nel vino e, dal legno della vite, fai la mia bara”, chiese il poeta.

Farid ad-Din Attar, è uno dei più famosi poeti e mistici sufi persiani (1140 – 1230).

Il nome Attar è in realtà un soprannome, evidenzia colui che commercia i profumi. Era la professione di suo padre e il poeta l’ha ereditata. Nella sua bottega del farmacista, ha composto la maggior parte delle sue opere. Tuttavia, viaggiò molto e incontrò diversi grandi mistici come il grande poeta mistico della Persia Jalaldin Rumi quando era solo un bambino.

Farid ad-Din Attar è autore di un’importante opera “il verbo degli uccelli”, i suoi biografi gli attribuiscono tra 100.000 e 200.000 versi. I versi parlano dei vari temi del cammino sufi attraverso un arazzo di storie, spesso condotte con prolissità orientale e culminanti sempre nella nostalgia del richiamo, nella concisione del momento: il momento sacro dell’incontro con il divino.

Kamal al-Molk

Kamal al-Molk Mohammad Ghaffari, meglio noto come Kamal al-Molk, 1847 Kashan – 1940 Neishapur), naque in una famiglia fortemente attaccata all’arte, è stato senza dubbio uno degli artisti più eminenti dell’Iran. Kamal al-Molk ha visitato la maggior parte dei musei europei e ha studiato da vicino le opere di alcuni noti artisti come Raffaello, Tiziano e Da Vinci studiando profondamente alcune delle loro opere. Rimase in Europa per circa quattro anni durante i quali non trascorse mai un solo momento invano. Ha sperimentato, creato e imparato, e infine nel 1898 tornò in Iran.

Egli ha fondato un nuovo stile nell’arte iraniana. La pittura iraniana prima di lui e anche nei primi anni della sua vita era molto diversa. Si tratta di uno stile innovativo, non si intende svalutare la pittura in passato; di fatto ha ampliato l’arte della pittura in Iran e ha aperto nuovi orizzonti ai pittori che gli sono succeduti.

Sala degli Specchi: opera più eminente di Kamal al Molk a Palazzo Golestan

Sala degli Specchi è stato il suo magnifico capolavoro “The Mirror Hall”. Questo è il primo dipinto che porta la firma ” Kamal al Molk “. “The Mirror Hall” è stato infatti più un punto di svolta nell’arte iraniana che un semplice dipinto; una finestra su un nuovo mondo piuttosto che dipingere su tela. Con quest’opera, l’artista raffigura meravigliosamente tutta la delicatezza e i dettagli della vasta “Sala degli Specchi” del Palazzo Golestan. In questo dipinto si nota il ritratto vivace e brioso di Naser Din Shah seduto al centro di “The Mirror Hall”. Il riflesso della luce e dell’ombra degli oggetti nella sala decorata con centinaia pezzi di specchio così come il riflesso degli specchi l’uno nell’altro sono rappresentati in modo così delicato che chi guarda non può fare altro che stare in piedi e meravigliarsi.

Caravanserraglio Shah Abbasi di Neishapur è uno degli edifici del periodo safavide che oggi ospita le botteghe e i negozi di artigianato e si trova nella parte centrale della città. Come il bazar storico di Nishapur, si ritiene che la costruzione di questo caravanserraglio sia stata una delle riforme del periodo Shah Abbas I, a Neishabour: il caravanserraglio ha un cortile centrale, 24 stanze, quattro portici, stalle e una piattaforma di carico e scarico delle merci, ovviamente adatto ai cammelli e dromedari che trasportavano vari oggetti e le merci che transitavano all’epoca su via delle seta. Se siete appassionati delle montagne, via della seta, storia del medio oriente, turchese e lapislazzuli, antropologia, paesaggi storici e la cultura affascinante del medio oriente SITO Travel vi aiuta a organizzare il vostro viaggio in Iran, potete contattarci e contarci su di noi, perché la nostra esperienza nasce e si sviluppa sul campo.