Nowruz

Il capodanno persiano “NOWRUZ”: il 21 marzo e il primo giorno della primavera

Nella lingua persiano detto il “farsi”, Now significa “nuovo” e Ruz “giorno”; il termine Ruz è il risultato della contrazione del nome di Hormozd, a sua volta deriva dal nome di Ahura Mazdah, il “Signore Saggio” la figura divina della religione zoroastriana. Questa festa coincide con il primo giorno di primavera (21-22 marzo), quando il sole entra nel segno dell’Ariete, il primo segno dello zodiaco. Secondo le mitiche tradizioni iraniane e zoroastriane, Nowruz è il giorno in cui si è creato l’universo che a sua volta può segnare anche la rinascita.

Per la maggioranza degli iraniani la ricorrenza non religiosa più importante dell’anno è il Nowruz, il periodo euforico e ben praticato di celebrazioni in occasione del capodanno persiano. Sin da tempi dell’era achemenide, l’arrivo della primavera veniva celebrato con delle maestose feste in tutte le satrapie dell’Impero della Persia. Infatti ancora oggi sui muri di Persepoli si possono ammirare i simboli del Nowruz e del capodanno iraniano. Sono i testimoni della rinascita e del rinnovamento della Natura. Questi sono due animali: il leone e il toro/unicorno. Secondo gli archeologi, il primo è il simbolo del caldo e del sole e l’altro è il simbolo del freddo, della luna e della notte. Queste incisioni sui muri ci mostrano la battaglia in cui sembra che il leone stia per vincere. La vittoria del leone è l’emblema di Nowruz e l’arrivo del nuovo anno. Il resto delle incisioni mostra truppe armate raccolte intorno al re achemenide mentre celebrano la fine del freddo e dell’inverno.

Omar Khayyam nella sua opera Nowruz-nameh che significa “Lettera del nuovo anno”, a proposito della festa scrisse: “la ragione dell’apparizione di Nowruz deriva dal fatto che il sole ha due cicli: uno di questi è che 365 giorni, un quarto dopo il quale ritorna a zero gradi del segno dell’ariete, nello stesso giorno e nello stesso minuto in cui lo ha lasciato “. Questo è il motivo per cui ogni anno dura 365 giorni.

Preparazione famigliare e gli addobbi della tovaglia 

Il periodo di Nowruz, prima e dopo dell’evento, consiste in una serie di eventi e rituali tradizionali. A livello privato, pochi giorni prima di Nowruz, viene effettuata dalle famiglie un’importante pulizia delle case. Dall’inizio di marzo, le lenticchie o il grano vengono messi al bagno per farli germogliare su un piatto che crea un piccolo tappeto di erba verde, chiamato sabzeh. Questo ultimo è uno dei simboli più importanti della festa che andrà poi a collocarsi tra i sette oggetti della tavola. Durante questo periodo prima delle vacanze, le famiglie acquistano vestiti nuovi, soprattutto per i bambini.

Per le strade, negli ultimi giorni prima del capodanno, è possibile incontrare Hajji Firouz, un personaggio tradizionale truccato di nero e vestito di rosso, munito di tamburello che canta e balla, augurando i suoi migliori auguri per il nuovo anno.

Al giorno d’oggi, in generale, si tratta di un musicista di strada, ma è ancora un simbolo dell’arrivo di Nowruz. Nei quartieri e tra le code, gli uomini che si travestono da Hajji Firouz passano tra le vie e le macchine davanti ai semafori rossi, ballando e cantando: Hajji Firouzeh sali yek rouzeh; letteralmente: “è Haiji Firouz, viene solo una volta all’anno”. Le persone poi donano le loro offerte per aiutarlo a Capodanno.

Le celebrazioni pubbliche iniziano la notte tra l’ultimo martedì e l’ultimo mercoledì dell’anno precedente, con il rito di Chahar Shanbeh Souri.

Negli ultimi giorni prima del nuovo anno, nell’intimità delle case delle famiglie di origine iraniana, viene allestito il tavolo Nowruz, che si chiama “sofre-ye haft siin” (letteralmente, “la tovaglia con le sette S”): il tavolo è decorato con una tovaglia (sofre), dove abbiamo sette oggetti, i cui nomi iniziano con la lettera dell’alfabeto persiano “س” (siin), che corrisponde al fonema [s] dell’alfabeto italiano. Tra gli elementi dei sette siin, possiamo trovare, in particolare, il sib (mela), il serke (aceto), il somaq (sommacco), il sekke (moneta), il sonbol (giacinto), il sabzeh (l’erba gatto, ottenuta dai germi di grano o lenticchie) e sir (aglio). Questi elementi simboleggiano gli auguri per il nuovo anno, come prosperità, salute, ricchezza, forza, ecc. Sul tavolo si possono avere anche altri oggetti, come candele, uno specchio, un barattolo con pesce rosso, le uova colorate e decorate, torte, libri sacri, che hanno anche significati simbolici di buon auspicio. Ricordiamo che il numero sette è citato nel Corano, in almeno sette Sure e versetti; il Testo Sacro parla in varie occasioni di “sette giorni”, “sette notti”  , “sette mari”, “sette cieli” ecc.

 Anche secondo la religione Zoroastrismo per rispettare gli angeli che sono intorno ad AhuraMazda (Dio Unico) ed i loro nome iniziano con “S” , per questo motivo sette tipi di prodotti alimentari che nella nostra lingua cominciano con “S” venivano messi sul tavolo dagli antichi persiani, cosi è stato creato famoso Haft-sin (Sette ESSE).

In questo periodo si svolgono anche la cerimonia di acquisto Nowruz, acquisti dei prodotti e alimenti che verranno utilizzati per il giorno di Nowruz. Negli ultimi momenti che precedono il passaggio all’anno successivo, cioè a Capodanno, le strade sono molto trafficate. Il giorno successivo, il primo giorno di Farvardin (21 marzo), il primo giorno del nuovo anno, iniziano le tradizionali “eid didani,” visite familiari”. Secondo la tradizione, spetta sempre ai più piccoli visitare i membri più anziani della famiglia. Visitando i nonni, gli zii e le zie della loro famiglia, i bambini ricevono regali o a volte anche il denaro.

Il piatto tradizionale del primo giorno di Nowruz è “sabzi polo ba mahi”. Questo piatto viene poi accompagnato e servito con il pesce e “koukou sabzi” che è la frittata di erbette – le stesse erbe del sabzi polo -. Quando l’orologio indica l’arrivo del nuovo giorno, del primo giorno dell’anno nuovo, i membri della famiglia, spesso in abiti nuovi, si raccolgono attorno al tavolo, vicino al ripiano dove si è sistemato il Haft Sin.  Allo scattare del Nuovo anno che cade in un preciso momento, tutti si abbracciano augurandosi reciprocamente la salute e il benessere. Anche per strada quando si incontrano i vicini si dice “Sad sal bé in sal-ha” (che abbia cent’anni meglio di questo) ed altri auguri di questo tipo.

 E poi il simposio di Nowruz che è il pranzo o la cena di Capodanno – dipende verso che ora cade il momento preciso dell’anno nuovo – una tavola che le proprie infinite portate dagli antipasti ai dolci e frutta secca, paragonabile alla cena della vigilia di Natale. Il piatto tipico dei  Nowruz è il Sabzipolo mahi che si tratta di un piatto a base di riso basmati mischiato con le erbe aromatiche tritate come prezzemolo, aneto ed erba cipollina accompagnato dalla carne deliziosa di un pesce del Caspio, il Kutum o Caspian White Fish conosciuto in Iran come Mahi Sefid – sefid in farsi vuol dire bianco dovuto alla carne di questo pesce che è molto tenera e bianca.

Poi i membri più anziani distribuiscono gli eidi (piccoli doni e regali) ai nipotini e i più giovani della famiglia: in genere, a seconda delle disponibilità economiche, offrono delle banconote nuove (gesto di benevolenza in uso anche nei luoghi di lavoro, a favore dei dipendenti o dei sottoposti).

Sizdah bedar: il tredicesimo giorno della primavera

Le celebrazioni di Nowruz durano quasi due settimane, le scuole rimarranno chiuse, mentre per gli uffici seguono i giorni festivi che vanno dal 20 marzo al 24. Sizdah in farsi vuol dire tredici infatti il tredicesimo giorno, un giorno festivo, si chiama sizdah bedar; la giornata viene trascorsa all’aperto, insomma una sorta di picnic con dei rituali consueti. In un certo senso questo periodo corrisponde anche a quello che in Italia conosciamo come il Pesce d’Aprile, anche perché nella giornata di sizdah bedar, ci sono simili tentativi. Nella giornata di sizdah bedar le famiglie escono per fare un picnic e godersi l’arrivo della primavera; si tratta di un picnic molto serio, e si prepara di tutto, dal cibo ai dolci. La maggior parte delle persone lascia le proprie case per andare in un parco e trascorrere la giornata in piena natura. Secondo gli iraniani, il contatto con la natura, a partire da primavera, e una riapertura verso una nuova fase della vita, che porta fortuna per il resto dell’anno. I membri della stessa famiglia mangiano insieme e chiacchierano durante questo picnic nella natura per concludere la festa. Alla fine di questa giornata, i sabzeh, i germogli coltivati”, vengono gettati nell’acqua corrente, ad esempio in un fiume per far sparire il male e la sfortuna dell’anno. È anche consuetudine che le giovani ragazze non sposate facciano un nodo sull’erba stessa prima di gettarla, incrociando le dita, esprimono il loro desiderio di sposarsi prima della sizdah bedar successiva.

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