Jalal-e-Din Mohammad Molavi Rumi,
nacque nel 1207 d.C. a Balkh nelle province nord-orientali della Persia (l’attuale Afghanistan), da una famiglia farsifona. Suo padre Baha al-Din era un rinomato studioso di religione. Sotto il suo patrocinio, Rumi ricevette la sua prima educazione da Syed Burhan-al-Din. Quando aveva circa 18 anni, per evitare le invasioni mongole, la famiglia si trasferì verso ovest attraverso l’Iran, l’Iraq e la Siria, incontrando famosi scrittori e mistici, come il venerato poeta Attar, autore della più bella parabola spirituale in lingua persiana, “Il verbo degli Uccelli”. La fuga della famiglia terminò nel 1226 nella città anatolica di Konya, capitale del sultanato turco selgiuchide di Rum, da cui deriva il nome del poeta. Rumi si stabilì, insegnò e compose qui fino alla sua morte nel 1273. Sebbene i sultani di Konya furono costretti a rendere omaggio ai mongoli nel 1243, la città rimase un rifugio sicuro per la cultura islamica, raccogliendo menti eccezionali da orizzonti lontani in un’epoca tormentata. Rumi fu inviato ad Aleppo (l’odierna Siria) per l’istruzione avanzata e successivamente a Damasco. Continuò la sua educazione fino all’età di 40 anni, anche se alla morte del padre Rumi gli successe come professore nella famosa Madrasa di Konya all’età di circa 24 anni. Ha ricevuto la sua formazione mistica prima per mano di Syed Burhan al-Din e poi è stato addestrato da Shams-e Tabrizi. Divenne famoso per la sua intuizione mistica, la sua conoscenza religiosa e come poeta persiano. Rumi insegnò a un gran numero di allievi nella sua Madrasah e fondò anche lui stesso l’Ordine dei Dervisci Molavi a Tasawwof (Sufismo) e istituì il rituale di danza estatica per il quale i “dervisci rotanti” sono noti ancora oggi. Morì nel 1273 d.C. a Konya (l’odierna Turchia), che in seguito divenne un luogo sacro per i dervisci dell’Ordine Molavi.
Lascia ogni ipocrita astuzia, o amante, diventa pazzo, diventa pazzo!
Entra nel mezzo del fuoco, diventa falena, diventa falena!
Rendi te stesso estraneo, distruggi la casa,
e poi vieni, e, con gli amanti, dividi la casa, dividi la casa!
Va, e il petto tuo con acqua purissima lava e rilava da ogni malizia,
e poi, pel vino d’amore, diventa calice, diventa calice!
Bisogna che tutt’anima divenga per esser degno dell’Amato dell’anima,
e, se verso gli ebbri vai, vacci da ebbro, vacci da ebbro!
Poi che l’orecchino alle belle fa compagnia alla guancia rosata,
se vuoi quell’orecchio e quella guancia, diventa perla, diventa perla!
E poiché l’anima tua è balzata nell’aria per la mia dolce leggenda,
annièntati allora e, come gli amanti, diventa fiaba, diventa fiaba!
Tu sei notte di Tomba, va e divieni notte del Destino,
e come il Destino, agli spiriti tutti diventa nido, diventa nido!
I tuoi pensieri mirano a un luogo e là ti trascinano:
tralascia i pensieri, e, come il Destino, diventa veggente, diventa veggente!