Alamut

L’enigmatico Castello di Alamut. Esso è situato tra le montagne sul bordo occidentale della catena degli Alborz, tra la pianura di Qazvin a sud e la provincia di Mazanderan al confine con il Mar Caspio a nord. In passato una parte di queste montagne costituiva il distretto di Daylam, che era ed è tuttora remoto e selvaggio. Separano la pianura dell’Iran centrale dal Caspio e sono una formidabile barriera naturale e paesaggistica. Sul lato nord le pendici sono densamente boscose, e si trovano gli animali selvatici come cinghiale, orso, e in epoca medievale dovevano essere stati molto di più tra cui la tigre del Caspio – oggi la specie corre seriamente il rischio di estinzione –.

Qazvin

Durante l’impero persiano, furono realizzate una serie di opere tra cui la Via Reale Persiana: circa 3 mila km di strade che collegavano varie satrapie dell’impero persiano: dall’odierno Iran fino al mar Mediterraneo, passando per la Turchia di oggi. La via della seta indirizzava i viaggiatori verso Uzbakistan, Afghanistan, Turkmenistan e Iran laddove passava da Nishapur e Semnan per arrivare a Tehran, Qazvin e Tabriz e procedere verso il mar Egeo di Smirne. Qazvin trova le sue radici nel periodo di massimo splendore del commercio attraverso la via della seta in Iran. Qazvin è stata un focolaio di sviluppi storici nella storia iraniana. Nei primi anni dell’era islamica, Qazvin servì come base per le forze arabe.

Nishapur

Antica città della provincia iraniana di Khorasan, Nishapur, nonostante i disastri storici e naturali, è stata una delle città più prospere dell’Oriente islamico fino all’era mongola. A lungo eclissata come capitale regionale dalla città santa di Mashahd, Nishapur conserva l’importanza economica per le sue famose miniere turchesi e la sua agricoltura (frutta, cotone, cereali); costituisce una tappa importante sull’asse Tehran-Mashhad (linea ferroviaria, strada).

Entrò nella storia con i sassanidi (Shapur I lo fondò; Shapur II lo ricostruì, da cui il nome Nev-Shapur). La città Nishapur, sotto i Selgiuchidi, era diventata uno dei grandi centri intellettuali dell’Islam (patria del sommo poeta Omar Khayam; famoso per la sua scuola teologica – Nezamiyeh – dove insegnava al-Ghazali. Oltre alla scienza, poesia, agricoltura e la turchese, Nishapur si vanta anche per la sua arte raffinata della ceramica che ha una storia molto rilevante in medio oriente.

A parte alcune colline archeologiche, scavate anche clandestinamente, molti resti islamici rimangono a Nishapur e nei dintorni: tombe di Omar Khayam e Farid ad-Din Attar, il bazar antico del turchese, l’antico caravanserraglio dove oggi ci sono le botteghe artistiche per la creazione della bigiotteria con una varietà incredibile di turchese iraniano.

Umar ibn Ibrahim al-Khayyam Nishapuri: Khayyam

Khayyam (1048 – 1131) visse durante il periodo della dinastia selgiuchide in Iran. I selgiuchidi, in termini di cultura e civiltà, erano a un livello molto inferiore a quello degli iraniani, quindi si sono dissolti nella cultura e nella civiltà iraniana. Tuttavia e a causa dei conflitti politici e delle diverse religioni, i selgiuchidi erano attaccati all’Islam sunnita e lo consideravano il successore spirituale del Profeta. È grazie alla sua poesia che questo matematico, astronomo e filosofo persiano viene ricordato. Le famose quartine del libero di Khayyam, grande appassionato di vino, sono un’ode all’ubriachezza.

Durante la sua vita, Omar Khayyam era meglio conosciuto come studioso, matematico, astronomo e filosofo. Sceglie lo pseudonimo di “Khayyam” (fabbricante di tende) in riferimento alla professione di suo padre. Ha studiato tutte le discipline sotto la direzione dei più grandi maestri dell’epoca. Alla ricerca della conoscenza, viaggia per il paese, incontra scienziati, va in biblioteche e centri scientifici, come quello di Balkh dove rimane per un anno. Al suo ritorno nella sua città natale, Omar Khayyam è già riconosciuto come uno studioso, di seguito venne invitato dal re selgiuchide Malek Shah per partecipare alla costruzione di un osservatorio a Isfahan, nonché alla riforma del calendario solare persiano. Khayyam crea le tabelle astronomiche e introduce l’anno bisestile. Il calendario solare usato oggi in Iran deve la sua accuratezza a questo grande studioso.

“Bevi vino, hai secoli per dormire”

Tuttavia, fu grazie al suo Rubaayat, una raccolta di oltre 400 quartine – celebrano il vino e i piaceri- Omar Khayyam raggiunse la notorietà mondiale molto tempo dopo la sua morte. “Bevi e sii felice”, proclama questo spirito libero ed esteta epicureo. Disincantato, Khayyam cerca nella bottiglia una via di fuga dalla sua angoscia esistenziale.

“Bevi vino, amico, bevi, perché il tempo è un nemico implacabile. Bevi vino, hai secoli per dormire. “

Khayyam è morto all’età di 83 anni, a Nishapur, dove è sepolto, all’ombra di due cespugli di rose. ” Quando sarò morto, lavami nel vino e, dal legno della vite, fai la mia bara”, chiese il poeta.

Farid ad-Din Attar, è uno dei più famosi poeti e mistici sufi persiani (1140 – 1230).

Il nome Attar è in realtà un soprannome, evidenzia colui che commercia i profumi. Era la professione di suo padre e il poeta l’ha ereditata. Nella sua bottega del farmacista, ha composto la maggior parte delle sue opere. Tuttavia, viaggiò molto e incontrò diversi grandi mistici come il grande poeta mistico della Persia Jalaldin Rumi quando era solo un bambino.

Farid ad-Din Attar è autore di un’importante opera “il verbo degli uccelli”, i suoi biografi gli attribuiscono tra 100.000 e 200.000 versi. I versi parlano dei vari temi del cammino sufi attraverso un arazzo di storie, spesso condotte con prolissità orientale e culminanti sempre nella nostalgia del richiamo, nella concisione del momento: il momento sacro dell’incontro con il divino.

Kamal al-Molk

Kamal al-Molk Mohammad Ghaffari, meglio noto come Kamal al-Molk, 1847 Kashan – 1940 Neishapur), naque in una famiglia fortemente attaccata all’arte, è stato senza dubbio uno degli artisti più eminenti dell’Iran. Kamal al-Molk ha visitato la maggior parte dei musei europei e ha studiato da vicino le opere di alcuni noti artisti come Raffaello, Tiziano e Da Vinci studiando profondamente alcune delle loro opere. Rimase in Europa per circa quattro anni durante i quali non trascorse mai un solo momento invano. Ha sperimentato, creato e imparato, e infine nel 1898 tornò in Iran.

Egli ha fondato un nuovo stile nell’arte iraniana. La pittura iraniana prima di lui e anche nei primi anni della sua vita era molto diversa. Si tratta di uno stile innovativo, non si intende svalutare la pittura in passato; di fatto ha ampliato l’arte della pittura in Iran e ha aperto nuovi orizzonti ai pittori che gli sono succeduti.

Sala degli Specchi: opera più eminente di Kamal al Molk a Palazzo Golestan

Sala degli Specchi è stato il suo magnifico capolavoro “The Mirror Hall”. Questo è il primo dipinto che porta la firma ” Kamal al Molk “. “The Mirror Hall” è stato infatti più un punto di svolta nell’arte iraniana che un semplice dipinto; una finestra su un nuovo mondo piuttosto che dipingere su tela. Con quest’opera, l’artista raffigura meravigliosamente tutta la delicatezza e i dettagli della vasta “Sala degli Specchi” del Palazzo Golestan. In questo dipinto si nota il ritratto vivace e brioso di Naser Din Shah seduto al centro di “The Mirror Hall”. Il riflesso della luce e dell’ombra degli oggetti nella sala decorata con centinaia pezzi di specchio così come il riflesso degli specchi l’uno nell’altro sono rappresentati in modo così delicato che chi guarda non può fare altro che stare in piedi e meravigliarsi.

Caravanserraglio Shah Abbasi di Neishapur è uno degli edifici del periodo safavide che oggi ospita le botteghe e i negozi di artigianato e si trova nella parte centrale della città. Come il bazar storico di Nishapur, si ritiene che la costruzione di questo caravanserraglio sia stata una delle riforme del periodo Shah Abbas I, a Neishabour: il caravanserraglio ha un cortile centrale, 24 stanze, quattro portici, stalle e una piattaforma di carico e scarico delle merci, ovviamente adatto ai cammelli e dromedari che trasportavano vari oggetti e le merci che transitavano all’epoca su via delle seta. Se siete appassionati delle montagne, via della seta, storia del medio oriente, turchese e lapislazzuli, antropologia, paesaggi storici e la cultura affascinante del medio oriente SITO Travel vi aiuta a organizzare il vostro viaggio in Iran, potete contattarci e contarci su di noi, perché la nostra esperienza nasce e si sviluppa sul campo.

Il castello di Saryazdantica banca dei sassanidi  

Il castello Saryazd si trova lungo la strada Yazd-Kerman al villaggio di Saryazd ed è uno dei castelli più grandi e più belli di Mehriz. Il castello risale al periodo dei sassanidi prima dell’arrivo dell’islam in Iran. Questo monumento è circondato da una trincea con una larghezza di sei metri e una profondità di quattro metri, la trincea è considerata il primo strato di difesa del castello.

Gonbad-e Qabus

Gonbad-e Qabus Ibn Voshmgir si trova nella provincia del Golestan (nord-est dell’Iran), città di Gonbad-e Qabus, a nord della città e all’angolo nord-ovest del Parco Nazionale. Conosciuto anche come, Borj-e Qabus (Torre di Qabus) e Maghbar-e Qabus (il Mausoleo di Qabus), si trova a 3 km a sud-ovest delle rovine dell’antica città di Jorjan o Gorgan. Una delle strutture più magnifiche dei primi secoli islamici, questa struttura si staglia ancora nel caos della vita urbana e delle costruzioni, catturando gli occhi di chi guarda anche da distanze chilometriche.

Firuzabad, Sarvestan, Bishapur

Paesaggio archeologico sassanide della regione di Fars

Situati nel sud-est della provincia iraniana di Fars, gli otto siti archeologici si trovano in tre aree geografiche: Firouzabad, Bishapour e Savestan. Le strutture fortificate, i palazzi e le planimetrie risalgono ai primi e agli ultimi momenti dell’Impero Sassanide, che si estese nella regione tra il 224 e il 658 d.C. I siti includono la prima capitale del fondatore della dinastia, Ardachir Papakan, nonché una città e le strutture architettoniche del suo successore, il re Shapur I. Questo paesaggio archeologico, che si basa su uno sfruttamento ottimale della topografia naturale, testimonia l’influenza delle tradizioni culturali achemenide e parti, e dell’arte romana che ha avuto un impatto significativo sull’architettura del periodo islamico.

Deserto di Lut

Il deserto di Lut, o Dasht-e-Lut, si trova nel sud-est dell’Iran. Tra giugno e ottobre, questa zona subtropicale arida è spazzata dai venti che trasportano sedimenti e provocano un’erosione eolica su scala colossale. Il sito presenta infatti alcuni degli esempi più spettacolari di yardang eoliane (massicce creste ondulate). La proprietà costituisce un esempio eccezionale di processi geologici in corso.

Khuzestan; Ahvaz

Il nome Khouzistan, che significa “Terra dei Khuzi”, si riferisce ai nomi dei primi abitanti della provincia, il popolo Khuzi. Questo nome deriva dall’antica lingua degli elamiti detto Uvja. Khuzestan, chiamato anche Arabistan, copre una superfice di 64.055 chilometri quadrati e la sua popolazione rappresenta una ricchezza storica, culturale e soprattutto antropologica visto che qui vige una convivenza tra varie etnie iraniche: Bakhtiari, persiani, arabi-persiani, lur e così via. La popolazione è molto mista, poiché ci sono quasi un milione di parlanti arabi, e l’elemento tribale rimane importante.

Abadan

Abadan è una città e il capoluogo della Circoscrizione centrale, di Abadan, provincia del Khuzestan – dell’Iran, al margine della bassa Mesopotamia. È un vasto bassopiano, ai piedi dei Mont Zagros, che si affaccia sul Golfo Persico.

 Bushehr

Bushehr conosciuto anche come Bandar Bushehr è il capoluogo della provincia omonima in Iran. La città si trova in una vasta pianura che corre lungo la costiera del Golfo Persico dell’Iran sud-occidentale, è costruita vicino all’antica città portuale di Rishahr dei sassanidi. Essa era il principale porto marittimo del paese ed è il centro amministrativo della sua provincia. Bushehr è stato il principale centro commerciale dell’Iran nei secoli passati. Le strutture cittadine sono in stile tradizionale e adeguate al clima afoso della città, nonostante la tradizione, oggi giorno, la maggior parte delle città iraniane sono modernizzate e si adattano alle soluzioni che si trovano sul mercato. Basti pensare alla percentuale molta alta (+70%) dell’urbanizzazione in Iran a partire dagli anni del progresso della costruzione del paese dopo il periodo bellico (Guerra Iran – Iraq 1980 – 1988)