Alamut L’enigmatico Castello di Alamut. Esso è situato tra le montagne sul bordo occidentale della catena degli Alborz, tra la pianura di Qazvin a sud e la provincia di Mazanderan al confine con il Mar Caspio a nord. In passato una parte di queste montagne costituiva il distretto di Daylam, che era ed è tuttora remoto e selvaggio. Separano la pianura dell'Iran centrale dal Caspio e sono una formidabile barriera naturale e paesaggistica. Sul lato nord le pendici sono densamente boscose, e si trovano gli animali selvatici come cinghiale, orso, e in epoca medievale dovevano essere stati molto di più tra cui la tigre del Caspio – oggi la specie corre seriamente il rischio di estinzione –. La storia del castello di Alamut è legata radicalmente a quella di Hassan Sabbah (1034 –1124), per cui prima di visitare il Castello d Alamut bisogna sapere l’ideologia e la dottrina religiosa di cui Hassan faceva il capo ad Alamut. Egli è nato a Qom in una famiglia musulmana e sciita e fin da bambino ricevette la sua educazione religiosa. Frequentò un centro delle attività ismailita dalla metà del IX secolo e di conseguenza, dopo aver appena compiuto diciassette anni, si convertì all'ismailismo. Ismailista è una setta dell’Islam sciita, che considera come suo imam, che riapparirà un giorno per far trionfare la vera fede, il settimo imam, ossia Imam Ismail, e non il suo fratello minore Musa che gli altri sciiti duodecimani lo riconoscono come successore della discendenza profetica. Il missionario di ismailita era una persona molto speciale. Aveva una formazione intensiva nella dottrina di ismailita e ci si aspettava che conducesse una vita esemplare in modo da attrarre le persone attraverso la sua pietà. Ci si aspettava che facesse molta fatica con il proprio progresso spirituale, punendosi quando si comportava male e
Alamut
L’enigmatico Castello di Alamut. Esso è situato tra le montagne sul bordo occidentale della catena degli Alborz, tra la pianura di Qazvin a sud e la provincia di Mazanderan al confine con il Mar Caspio a nord. In passato una parte di queste montagne costituiva il distretto di Daylam, che era ed è tuttora remoto e selvaggio. Separano la pianura dell’Iran centrale dal Caspio e sono una formidabile barriera naturale e paesaggistica. Sul lato nord le pendici sono densamente boscose, e si trovano gli animali selvatici come cinghiale, orso, e in epoca medievale dovevano essere stati molto di più tra cui la tigre del Caspio – oggi la specie corre seriamente il rischio di estinzione –.
Qazvin Durante l’impero persiano, furono realizzate una serie di opere tra cui la Via Reale Persiana: circa 3 mila km di strade che collegavano varie satrapie dell’impero persiano: dall’odierno Iran fino al mar Mediterraneo, passando per la Turchia di oggi. La via della seta indirizzava i viaggiatori verso Uzbakistan, Afghanistan, Turkmenistan e Iran laddove passava da Nishapur e Semnan per arrivare a Tehran, Qazvin e Tabriz e procedere verso il mar Egeo di Smirne. Qazvin trova le sue radici nel periodo di massimo splendore del commercio attraverso la via della seta in Iran. Qazvin è stata un focolaio di sviluppi storici nella storia iraniana. Nei primi anni dell’era islamica, Qazvin servì come base per le forze arabe. Distrutto da Gengis Khan (XIII secolo), i monarchi safavidi fecero di Qazvin la capitale dell’impero safavide nel 1548 per trasferirlo a Isfahan nel 1598. Durante la dinastia Qadjar e il periodo contemporaneo, Qazvin è sempre stata una dei più importanti centri governativi per la sua vicinanza a Tehran. Attrazioni Bazaar di Qazvin e Caravanserraglio Saraye Sa’do Saltane con la sua architettura tradizionale e interessante è uno dei luoghi più spettacolari di questa città. Si tratta di uno dei luoghi più spettacolari del tradizionale Bazaar dell’Iran. Questo caravanserraglio decorato con i mattoni contiene diverse porte d’ingresso, alcune sono collegate alle strade circostanti, altre sono connesse alle diverse parti del Bazar. Le porte d’ingresso includono il vestibolo con un bellissimo stile architettonico. C’è un Chahar-Sough, un incrocio tra le braccia del bazar - sul lato sud di questa parte con una cupola sopra esso. Intorno a questo passaggio a forma di croce latina ci sono 16 camere con un’altezza di un metro e porte in legno intagliato. Ersie Optic Caffè Durante la passeggiata nel corridoio del caravanserraglio si vedono tante Case del Tè ovvero il Caffè che ospitano i visitatori
Qazvin
Durante l’impero persiano, furono realizzate una serie di opere tra cui la Via Reale Persiana: circa 3 mila km di strade che collegavano varie satrapie dell’impero persiano: dall’odierno Iran fino al mar Mediterraneo, passando per la Turchia di oggi. La via della seta indirizzava i viaggiatori verso Uzbakistan, Afghanistan, Turkmenistan e Iran laddove passava da Nishapur e Semnan per arrivare a Tehran, Qazvin e Tabriz e procedere verso il mar Egeo di Smirne. Qazvin trova le sue radici nel periodo di massimo splendore del commercio attraverso la via della seta in Iran. Qazvin è stata un focolaio di sviluppi storici nella storia iraniana. Nei primi anni dell’era islamica, Qazvin servì come base per le forze arabe.
Nishapur Antica città della provincia iraniana di Khorasan, Nishapur, nonostante i disastri storici e naturali, è stata una delle città più prospere dell’Oriente islamico fino all’era mongola. A lungo eclissata come capitale regionale dalla città santa di Mashahd, Nishapur conserva l’importanza economica per le sue famose miniere turchesi e la sua agricoltura (frutta, cotone, cereali); costituisce una tappa importante sull’asse Tehran-Mashhad (linea ferroviaria, strada). Entrò nella storia con i sassanidi (Shapur I lo fondò; Shapur II lo ricostruì, da cui il nome Nev-Shapur). La città Nishapur, sotto i Selgiuchidi, era diventata uno dei grandi centri intellettuali dell’Islam (patria del sommo poeta Omar Khayam; famoso per la sua scuola teologica – Nezamiyeh – dove insegnava al-Ghazali. Oltre alla scienza, poesia, agricoltura e la turchese, Nishapur si vanta anche per la sua arte raffinata della ceramica che ha una storia molto rilevante in medio oriente. A parte alcune colline archeologiche, scavate anche clandestinamente, molti resti islamici rimangono a Nishapur e nei dintorni: tombe di Omar Khayam e Farid ad-Din Attar, il bazar antico del turchese, l’antico caravanserraglio dove oggi ci sono le botteghe artistiche per la creazione della bigiotteria con una varietà incredibile di turchese iraniano. Umar ibn Ibrahim al-Khayyam Nishapuri: Khayyam Khayyam (1048 – 1131) visse durante il periodo della dinastia selgiuchide in Iran. I selgiuchidi, in termini di cultura e civiltà, erano a un livello molto inferiore a quello degli iraniani, quindi si sono dissolti nella cultura e nella civiltà iraniana. Tuttavia e a causa dei conflitti politici e delle diverse religioni, i selgiuchidi erano attaccati all’Islam sunnita e lo consideravano il successore spirituale del Profeta. È grazie alla sua poesia che questo matematico, astronomo e filosofo persiano viene ricordato. Le famose quartine del libero di Khayyam, grande appassionato di vino, sono un’ode all’ubriachezza. Durante la sua vita, Omar Khayyam era
Nishapur
Antica città della provincia iraniana di Khorasan, Nishapur, nonostante i disastri storici e naturali, è stata una delle città più prospere dell’Oriente islamico fino all’era mongola. A lungo eclissata come capitale regionale dalla città santa di Mashahd, Nishapur conserva l’importanza economica per le sue famose miniere turchesi e la sua agricoltura (frutta, cotone, cereali); costituisce una tappa importante sull’asse Tehran-Mashhad (linea ferroviaria, strada).
Entrò nella storia con i sassanidi (Shapur I lo fondò; Shapur II lo ricostruì, da cui il nome Nev-Shapur). La città Nishapur, sotto i Selgiuchidi, era diventata uno dei grandi centri intellettuali dell’Islam (patria del sommo poeta Omar Khayam; famoso per la sua scuola teologica – Nezamiyeh – dove insegnava al-Ghazali. Oltre alla scienza, poesia, agricoltura e la turchese, Nishapur si vanta anche per la sua arte raffinata della ceramica che ha una storia molto rilevante in medio oriente.
A parte alcune colline archeologiche, scavate anche clandestinamente, molti resti islamici rimangono a Nishapur e nei dintorni: tombe di Omar Khayam e Farid ad-Din Attar, il bazar antico del turchese, l’antico caravanserraglio dove oggi ci sono le botteghe artistiche per la creazione della bigiotteria con una varietà incredibile di turchese iraniano.
Umar ibn Ibrahim al-Khayyam Nishapuri: Khayyam
Khayyam (1048 – 1131) visse durante il periodo della dinastia selgiuchide in Iran. I selgiuchidi, in termini di cultura e civiltà, erano a un livello molto inferiore a quello degli iraniani, quindi si sono dissolti nella cultura e nella civiltà iraniana. Tuttavia e a causa dei conflitti politici e delle diverse religioni, i selgiuchidi erano attaccati all’Islam sunnita e lo consideravano il successore spirituale del Profeta. È grazie alla sua poesia che questo matematico, astronomo e filosofo persiano viene ricordato. Le famose quartine del libero di Khayyam, grande appassionato di vino, sono un’ode all’ubriachezza.
Durante la sua vita, Omar Khayyam era meglio conosciuto come studioso, matematico, astronomo e filosofo. Sceglie lo pseudonimo di “Khayyam” (fabbricante di tende) in riferimento alla professione di suo padre. Ha studiato tutte le discipline sotto la direzione dei più grandi maestri dell’epoca. Alla ricerca della conoscenza, viaggia per il paese, incontra scienziati, va in biblioteche e centri scientifici, come quello di Balkh dove rimane per un anno. Al suo ritorno nella sua città natale, Omar Khayyam è già riconosciuto come uno studioso, di seguito venne invitato dal re selgiuchide Malek Shah per partecipare alla costruzione di un osservatorio a Isfahan, nonché alla riforma del calendario solare persiano. Khayyam crea le tabelle astronomiche e introduce l’anno bisestile. Il calendario solare usato oggi in Iran deve la sua accuratezza a questo grande studioso.
“Bevi vino, hai secoli per dormire”
Tuttavia, fu grazie al suo Rubaayat, una raccolta di oltre 400 quartine – celebrano il vino e i piaceri- Omar Khayyam raggiunse la notorietà mondiale molto tempo dopo la sua morte. “Bevi e sii felice”, proclama questo spirito libero ed esteta epicureo. Disincantato, Khayyam cerca nella bottiglia una via di fuga dalla sua angoscia esistenziale.
“Bevi vino, amico, bevi, perché il tempo è un nemico implacabile. Bevi vino, hai secoli per dormire. “
Khayyam è morto all’età di 83 anni, a Nishapur, dove è sepolto, all’ombra di due cespugli di rose. ” Quando sarò morto, lavami nel vino e, dal legno della vite, fai la mia bara”, chiese il poeta.
Farid ad-Din Attar, è uno dei più famosi poeti e mistici sufi persiani (1140 – 1230).
Il nome Attar è in realtà un soprannome, evidenzia colui che commercia i profumi. Era la professione di suo padre e il poeta l’ha ereditata. Nella sua bottega del farmacista, ha composto la maggior parte delle sue opere. Tuttavia, viaggiò molto e incontrò diversi grandi mistici come il grande poeta mistico della Persia Jalaldin Rumi quando era solo un bambino.
Farid ad-Din Attar è autore di un’importante opera “il verbo degli uccelli”, i suoi biografi gli attribuiscono tra 100.000 e 200.000 versi. I versi parlano dei vari temi del cammino sufi attraverso un arazzo di storie, spesso condotte con prolissità orientale e culminanti sempre nella nostalgia del richiamo, nella concisione del momento: il momento sacro dell’incontro con il divino.
Kamal al-Molk
Kamal al-Molk Mohammad Ghaffari, meglio noto come Kamal al-Molk, 1847 Kashan – 1940 Neishapur), naque in una famiglia fortemente attaccata all’arte, è stato senza dubbio uno degli artisti più eminenti dell’Iran. Kamal al-Molk ha visitato la maggior parte dei musei europei e ha studiato da vicino le opere di alcuni noti artisti come Raffaello, Tiziano e Da Vinci studiando profondamente alcune delle loro opere. Rimase in Europa per circa quattro anni durante i quali non trascorse mai un solo momento invano. Ha sperimentato, creato e imparato, e infine nel 1898 tornò in Iran.
Egli ha fondato un nuovo stile nell’arte iraniana. La pittura iraniana prima di lui e anche nei primi anni della sua vita era molto diversa. Si tratta di uno stile innovativo, non si intende svalutare la pittura in passato; di fatto ha ampliato l’arte della pittura in Iran e ha aperto nuovi orizzonti ai pittori che gli sono succeduti.
Sala degli Specchi: opera più eminente di Kamal al Molk a Palazzo Golestan
Sala degli Specchi è stato il suo magnifico capolavoro “The Mirror Hall”. Questo è il primo dipinto che porta la firma ” Kamal al Molk “. “The Mirror Hall” è stato infatti più un punto di svolta nell’arte iraniana che un semplice dipinto; una finestra su un nuovo mondo piuttosto che dipingere su tela. Con quest’opera, l’artista raffigura meravigliosamente tutta la delicatezza e i dettagli della vasta “Sala degli Specchi” del Palazzo Golestan. In questo dipinto si nota il ritratto vivace e brioso di Naser Din Shah seduto al centro di “The Mirror Hall”. Il riflesso della luce e dell’ombra degli oggetti nella sala decorata con centinaia pezzi di specchio così come il riflesso degli specchi l’uno nell’altro sono rappresentati in modo così delicato che chi guarda non può fare altro che stare in piedi e meravigliarsi.
Caravanserraglio Shah Abbasi di Neishapur è uno degli edifici del periodo safavide che oggi ospita le botteghe e i negozi di artigianato e si trova nella parte centrale della città. Come il bazar storico di Nishapur, si ritiene che la costruzione di questo caravanserraglio sia stata una delle riforme del periodo Shah Abbas I, a Neishabour: il caravanserraglio ha un cortile centrale, 24 stanze, quattro portici, stalle e una piattaforma di carico e scarico delle merci, ovviamente adatto ai cammelli e dromedari che trasportavano vari oggetti e le merci che transitavano all’epoca su via delle seta. Se siete appassionati delle montagne, via della seta, storia del medio oriente, turchese e lapislazzuli, antropologia, paesaggi storici e la cultura affascinante del medio oriente SITO Travel vi aiuta a organizzare il vostro viaggio in Iran, potete contattarci e contarci su di noi, perché la nostra esperienza nasce e si sviluppa sul campo.
Il castello di Saryazd: antica banca dei sassanidi Il castello Saryazd si trova lungo la strada Yazd-Kerman al villaggio di Saryazd ed è uno dei castelli più grandi e più belli di Mehriz. Il castello risale al periodo dei sassanidi prima dell’arrivo dell’islam in Iran. Questo monumento è circondato da una trincea con una larghezza di sei metri e una profondità di quattro metri, la trincea è considerata il primo strato di difesa del castello. Il castello ha due bastioni difensivi e una recinzione. La recinzione esterna con un’altezza di sei metri comprende tre torri circolari e una torre quadrata e la recinzione interna con un’altezza di 9 metri comprende sei torri circolari. Lo spazio interno di questo castello che risale all’epoca sassanide è stato costruito in un ordine specifico su due piani / tre piani a volte includendo settore residenziale, settore dei servizi, ecc. La complessità degli spazi interni insieme alla torre e ai bastioni e le forme geometriche semplici e cortesi su di essi e il bellissimo volume esterno dell’edificio sono le sue caratteristiche uniche che hanno reso il castello di Saryazd uno dei castelli più pittoreschi del paese. La magnifica fortezza era utilizzata per conservare cereali e cibo, ma anche per salvaguardare oggetti di valore come oro e gioielli quando la città era sotto assalto. Il castello Saryazd ossia l’antica banca sassanide è ancora in buone condizioni e merita assolutamente una visita lungo il verso Yazd o Kerman. Le mura e le torri esterne principali sono intatte, circondate da un fossato, e l’interno è riempito con 450 camere. Si può esplorare l’interno labirintico per ore e ore. Il castello di Sar Yazd è stato costruito per rendere difficile l’accesso. Piccole aperture rendevano quasi impossibile l’ingresso, mentre passaggi stretti consentono il passaggio di una sola persona alla volta. Giardino Pahlavanpur
Il castello di Saryazd: antica banca dei sassanidi
Il castello Saryazd si trova lungo la strada Yazd-Kerman al villaggio di Saryazd ed è uno dei castelli più grandi e più belli di Mehriz. Il castello risale al periodo dei sassanidi prima dell’arrivo dell’islam in Iran. Questo monumento è circondato da una trincea con una larghezza di sei metri e una profondità di quattro metri, la trincea è considerata il primo strato di difesa del castello.
Gonbad-e Qabus Gonbad-e Qabus Ibn Voshmgir si trova nella provincia del Golestan (nord-est dell’Iran), città di Gonbad-e Qabus, a nord della città e all’angolo nord-ovest del Parco Nazionale. Conosciuto anche come, Borj-e Qabus (Torre di Qabus) e Maghbar-e Qabus (il Mausoleo di Qabus), si trova a 3 km a sud-ovest delle rovine dell’antica città di Jorjan o Gorgan. Una delle strutture più magnifiche dei primi secoli islamici, questa struttura si staglia ancora nel caos della vita urbana e delle costruzioni, catturando gli occhi di chi guarda anche da distanze chilometriche. L’altezza della torre è registrata come oltre 53 in varie fonti; tuttavia, le ultime indagini di fotogrammetria lo collocano a 53 m, di cui 35 m appartengono al fusto, e 18 m al tetto conico, la struttura ha una pianta circolare, con il raggio della cupola di 4,8 m. Il muro della cupola è spesso 4,8 m, che è la metà del diametro. Alcune di queste tombe hanno avuto funzioni religiose ed erano considerate sacre da molti, mentre altre hanno svolto il ruolo monumentale e commemorativo di personaggi letterari celebrativi, eroi, principi, sovrani, ecc. Le strutture tombali dovrebbero essere studiate in due categorie di periodi pre-islamici e islamici in considerazione della loro presenza in tutta la terra dell’Iran, di vari fattori efficaci nel loro sviluppo e dell’influenza dell’Islam a questo riguardo, che è stata notevolmente considerevole. Dopo l’emergere dell’Islam, iniziarono a seppellire i morti in tombe piane e senza cerimonie speciali. Nel corso del tempo, tuttavia, le tombe dei Compagni del Profeta furono contrassegnate dall’erezione di colonne e ombre di legno. Queste ombre e questi rifugi furono gradualmente modificati e completati con l’aggiunta di altari e luoghi di preghiera, tanto da trasformarne molti in moschee. Classificato come torre tombale, il mausoleo di Gonbad-e Qabus risale al 1006 d.C., è elencata
Gonbad-e Qabus
Gonbad-e Qabus Ibn Voshmgir si trova nella provincia del Golestan (nord-est dell’Iran), città di Gonbad-e Qabus, a nord della città e all’angolo nord-ovest del Parco Nazionale. Conosciuto anche come, Borj-e Qabus (Torre di Qabus) e Maghbar-e Qabus (il Mausoleo di Qabus), si trova a 3 km a sud-ovest delle rovine dell’antica città di Jorjan o Gorgan. Una delle strutture più magnifiche dei primi secoli islamici, questa struttura si staglia ancora nel caos della vita urbana e delle costruzioni, catturando gli occhi di chi guarda anche da distanze chilometriche.
Firuzabad, Sarvestan, Bishapur Paesaggio archeologico sassanide della regione di Fars Situati nel sud-est della provincia iraniana di Fars, gli otto siti archeologici si trovano in tre aree geografiche: Firouzabad, Bishapour e Savestan. Le strutture fortificate, i palazzi e le planimetrie risalgono ai primi e agli ultimi momenti dell'Impero Sassanide, che si estese nella regione tra il 224 e il 658 d.C. I siti includono la prima capitale del fondatore della dinastia, Ardachir Papakan, nonché una città e le strutture architettoniche del suo successore, il re Shapur I. Questo paesaggio archeologico, che si basa su uno sfruttamento ottimale della topografia naturale, testimonia l'influenza delle tradizioni culturali achemenide e parti, e dell'arte romana che ha avuto un impatto significativo sull'architettura del periodo islamico. Il paesaggio archeologico sasanide della regione di Fars è stato influenzato dalle tradizioni culturali e rituali achemenidi e parti e fa riferimento ai loro approcci architettonici e artistici. Ciò è illustrato nelle tecniche di intaglio nella roccia dei rilievi nei componenti Firuzabad e Bishapur e nella scultura di Shapur I in Tang-e Chogan. Allo stesso modo, in particolare a Bishapur, la proprietà illustra influenze derivanti dall'incontro con l'arte e l'architettura romana, contemporanee ad essa. Il piano urbano sassanide ha ispirato la pianificazione urbana in tutta la regione fino all'era islamica e il monumento Sarvestan dimostra come il linguaggio architettonico sassanide abbia continuato ad essere utilizzato nella prima epoca islamica. Il castello Sasanide a Sarvestan, è uno dei principali castelli del Barocco sasanide. Sarvestan era il palazzo di caccia di Bahran Gur, il re sassanide, il quale si recava lì per cacciare le zebre della zona – prima della desertificazione dell’altopiano iranico –. Il palazzo di caccia risale al V secolo d.C., ed è un esempio lampante per comprendere la costruzione della cupola. Per chi vuole conoscere la base della
Firuzabad, Sarvestan, Bishapur
Paesaggio archeologico sassanide della regione di Fars
Situati nel sud-est della provincia iraniana di Fars, gli otto siti archeologici si trovano in tre aree geografiche: Firouzabad, Bishapour e Savestan. Le strutture fortificate, i palazzi e le planimetrie risalgono ai primi e agli ultimi momenti dell’Impero Sassanide, che si estese nella regione tra il 224 e il 658 d.C. I siti includono la prima capitale del fondatore della dinastia, Ardachir Papakan, nonché una città e le strutture architettoniche del suo successore, il re Shapur I. Questo paesaggio archeologico, che si basa su uno sfruttamento ottimale della topografia naturale, testimonia l’influenza delle tradizioni culturali achemenide e parti, e dell’arte romana che ha avuto un impatto significativo sull’architettura del periodo islamico.
Deserto di Lut Il deserto di Lut, o Dasht-e-Lut, si trova nel sud-est dell’Iran. Tra giugno e ottobre, questa zona subtropicale arida è spazzata dai venti che trasportano sedimenti e provocano un’erosione eolica su scala colossale. Il sito presenta infatti alcuni degli esempi più spettacolari di yardang eoliane (massicce creste ondulate). La proprietà costituisce un esempio eccezionale di processi geologici in corso. Con 2.278.015 ettari l’area è ampia ed è circondata da una zona cuscinetto di 1.794.134 ettari. Nella lingua persiana “Lut” si riferisce alla terra nuda senza acqua e priva di vegetazione. La proprietà si trova in una conca interna circondata da montagne, quindi è in ombra di pioggia e, insieme alle alte temperature, il clima è iper-arido. Questa parte dell’Iran spesso sperimenta le più alte temperature della superficie terrestre della Terra: una temperatura di 70,7 ° C è stata registrata all’interno del deserto Lut. Il vento elimina anche gli affioramenti rocciosi duri privi di suolo, che lascia ampi marciapiedi pietrosi del deserto con pietre sfaccettate sabbiate su circa il 12% dell’area. Un vasto deserto pietroso nero copre l’altopiano basaltico del Gandom Beryan nel nord-ovest della zona centrale. Le sabbie trasportate dal vento e bagnate da correnti intermittenti si sono accumulate a sud e ad est, dove enormi mari di sabbia si sono formati per il 40% della proprietà. Queste aree sono costituite da dune molte alte, tra le più grandi dune del mondo. Il deserto di Lut mostra un’ampia varietà di forme, comprese le dune lineari, composte a mezzaluna, a stella e a forma di imbuto. Dove le sabbie sono intrappolate al riparo delle piante ai margini leggermente più umidi del bacino, i nebkha (tamerici) si formano fino a 12 m più di altezza, probabilmente essendo le più alte caratteristiche del mondo. Le piccole morfologie derivano dagli effetti
Deserto di Lut
Il deserto di Lut, o Dasht-e-Lut, si trova nel sud-est dell’Iran. Tra giugno e ottobre, questa zona subtropicale arida è spazzata dai venti che trasportano sedimenti e provocano un’erosione eolica su scala colossale. Il sito presenta infatti alcuni degli esempi più spettacolari di yardang eoliane (massicce creste ondulate). La proprietà costituisce un esempio eccezionale di processi geologici in corso.
Khuzestan; Ahvaz Il nome Khouzistan, che significa “Terra dei Khuzi”, si riferisce ai nomi dei primi abitanti della provincia, il popolo Khuzi. Questo nome deriva dall’antica lingua degli elamiti detto Uvja. Khuzestan, chiamato anche Arabistan, copre una superfice di 64.055 chilometri quadrati e la sua popolazione rappresenta una ricchezza storica, culturale e soprattutto antropologica visto che qui vige una convivenza tra varie etnie iraniche: Bakhtiari, persiani, arabi-persiani, lur e così via. La popolazione è molto mista, poiché ci sono quasi un milione di parlanti arabi, e l’elemento tribale rimane importante. La regione costituisce la punta di diamante dei piani di sviluppo iraniani, prima attraverso il suo petrolio (il più antico sfruttato in Medio Oriente), poi attraverso la sua agricoltura modernizzata (costruzione di grandi dighe, come quella del Dez; dighe per irrigazione o pompaggio di acqua dal Karun e Karkhe; zona agraria orientata verso colture commerciali: riso, cotone, canna da zucchero e barbabietola da zucchero oltre ai cereali). Karun Il fiume Karun, lungo 950 km, è il fiume più grande dell’Iran. Karun si colloca tra pochi fiumi navigabili in Iran nonché l’unico nel suo genere. Oggi giorno con il problema della siccità, Karun recita un ruolo importante per fornire l’acqua dolce ai rubinetti delle case di. Karun, a sua volta, sorge dalla montagna Zardkooh nella provincia di Ahvaz Chaharmahal e Bakhtiari. Alla fine del suo percorso nel territorio iraniano, Karun arriva a Khorramshahr e in fine lascia l’Iran per vestirsi di un nuovo mantello nel territorio iracheno. Vale dire, Karuz trovatosi tra il confine Iran e Iraq ha assistito una situazione piuttosto drastica durante la guerra Iran – Iraq (1980 – 1988), tanto vero che Khorramshahr – una città nella provincia di Khuzestan - venne presa e conquistata dall’esercito iracheno ma poi stata “liberata” e riconquistata durante le operazioni nazionalistiche iraniane.
Khuzestan; Ahvaz
Il nome Khouzistan, che significa “Terra dei Khuzi”, si riferisce ai nomi dei primi abitanti della provincia, il popolo Khuzi. Questo nome deriva dall’antica lingua degli elamiti detto Uvja. Khuzestan, chiamato anche Arabistan, copre una superfice di 64.055 chilometri quadrati e la sua popolazione rappresenta una ricchezza storica, culturale e soprattutto antropologica visto che qui vige una convivenza tra varie etnie iraniche: Bakhtiari, persiani, arabi-persiani, lur e così via. La popolazione è molto mista, poiché ci sono quasi un milione di parlanti arabi, e l’elemento tribale rimane importante.
Abadan Abadan è una città e il capoluogo della Circoscrizione centrale, di Abadan, provincia del Khuzestan - dell’Iran, al margine della bassa Mesopotamia. È un vasto bassopiano, ai piedi dei Mont Zagros, che si affaccia sul Golfo Persico. Si trova sull'isola di Abadan (68 km di lunghezza, 3-19 km o 2-12 miglia di larghezza), l'isola è delimitata dal fiume Shatt al-Arab a ovest, dal fiume Karun a nord e dal Golfo Persico a sud. La città moderna si è sviluppata dopo il 1910 dovuta all'industria petrolifera. La prima raffineria di petrolio, che fu aperta dalla Anglo-Persian Oil Company nel 1912 con una capacità annua di 120.000 tonnellate, negli anni ‘60 divenne una delle più grandi raffinerie del mondo. Nel 1948 i dipendenti della raffineria costituivano un terzo della popolazione cittadina di circa 100.000, rendendo Abadan la quinta città più grande del paese. I rapporti erano tesi tra gli immigrati e gli arabi-iraniani locali che stavano a guardare mentre i loro palmeti lasciavano il posto a una città industriale. Ma l'industria ha anche generato nuove dinamiche al livello socio-culturale. Già nel 1918, i lavoratori migranti indiani protestarono contro i maltrattamenti da parte della Compagnia e quando scioperarono per chiedere salari più alti, segnalarono la nascita di un movimento operaio petrolifero in Iran. La guerra Iran-Iraq (1980-1988) danneggiò pesantemente la raffineria e la città. La maggior parte della popolazione è fuggita durante la guerra, ma alcuni sono tornati negli anni '90, quando la maggior parte della città è stata ricostruita. Gli Abadani (abitanti di Abadan) sono orgogliosi, e a volte l'orgoglio si trasforma in esagerazione ironica in persiano conosciuta come laaf - scherzi grotteschi o battute esagerate o spiegazioni fin troppo gonfiate ma tutto in una maniera simpatica-, ma anche una forma di espressione consapevole nella cultura popolare abadani. Museo Abadan Il
Abadan
Abadan è una città e il capoluogo della Circoscrizione centrale, di Abadan, provincia del Khuzestan – dell’Iran, al margine della bassa Mesopotamia. È un vasto bassopiano, ai piedi dei Mont Zagros, che si affaccia sul Golfo Persico.
Bushehr Bushehr conosciuto anche come Bandar Bushehr è il capoluogo della provincia omonima in Iran. La città si trova in una vasta pianura che corre lungo la costiera del Golfo Persico dell’Iran sud-occidentale, è costruita vicino all’antica città portuale di Rishahr dei sassanidi. Essa era il principale porto marittimo del paese ed è il centro amministrativo della sua provincia. Bushehr è stato il principale centro commerciale dell’Iran nei secoli passati. Le strutture cittadine sono in stile tradizionale e adeguate al clima afoso della città, nonostante la tradizione, oggi giorno, la maggior parte delle città iraniane sono modernizzate e si adattano alle soluzioni che si trovano sul mercato. Basti pensare alla percentuale molta alta (+70%) dell’urbanizzazione in Iran a partire dagli anni del progresso della costruzione del paese dopo il periodo bellico (Guerra Iran – Iraq 1980 – 1988) Attrazioni Bazar di Bushehr Il vecchio bazar di Bushehr è una delle attrazioni di Bushehr, che si trova nel quartiere di Dehdashti nel vecchio contesto di questa città. Questo bazar, che risale all’era Qajar, era uno dei luoghi più belli e affollati di Bushehr, dove venivano acquistati e venduti una varietà dei prodotti locali e quelli esportati dai paesi del golfo. La struttura del mercato è progettata per proteggere gli acquirenti dalla luce solare in estate e dalla pioggia in inverno. La parte principale del mercato è in direzione sud-nord e le altre parti sono da est a ovest. Ci sono due mercati conosciuti come Moeenotojar e Raeesotojar e molti altri negozi in questo bazar. In diversi periodi dell’anno, soprattutto durante le feste e celebrazioni religiose, nel vecchio bazar si svolgono diversi riti religiosi (Ashura e Tassua i giorni della commemorazione del martirio di Imam hossein, il terzo Imam degli sciiti)e vari eventi. Bushehr, per la posizione portuale e le relazioni con i
Bushehr
Bushehr conosciuto anche come Bandar Bushehr è il capoluogo della provincia omonima in Iran. La città si trova in una vasta pianura che corre lungo la costiera del Golfo Persico dell’Iran sud-occidentale, è costruita vicino all’antica città portuale di Rishahr dei sassanidi. Essa era il principale porto marittimo del paese ed è il centro amministrativo della sua provincia. Bushehr è stato il principale centro commerciale dell’Iran nei secoli passati. Le strutture cittadine sono in stile tradizionale e adeguate al clima afoso della città, nonostante la tradizione, oggi giorno, la maggior parte delle città iraniane sono modernizzate e si adattano alle soluzioni che si trovano sul mercato. Basti pensare alla percentuale molta alta (+70%) dell’urbanizzazione in Iran a partire dagli anni del progresso della costruzione del paese dopo il periodo bellico (Guerra Iran – Iraq 1980 – 1988)