Pardis

Giardini Persiani o Pardis

Sul territorio dell`altopiano iranico troviamo un clima caldo secco con pochissima vegetazione.

L`esigenze dell`uomo furono quelle di ricreare uno spazio che potesse dare un sollievo, un` ombra, un posto vivibile. Forse queste esigenze le aveva ereditate dalle popolazione di origine ariana, che scesero dai territori verdeggianti del nord europa, e che si spinsero fino ai territori aridi dell`asia.

L` elemento basilare per poter realizzare una simile idea e` l`acqua.

L`acqua uno dei quattro elementi sacri  che hanno fatto  il punto di partenza per tutta l`architettura tradizionale iraniana: Anahita e` la dea dell`Acqua. In tutto il territorio iraniano abbiamo 200 000 mila Km. di qanat ( meta` della distanza tra la Terra e la Luna) una grandissima opera idraulica che trasporta l`acqua dalle catene montuose degli Zagros fino  ai confini  piu` lontani dei deserti.Quindi si possono creare gli spazi di verde e di vita nel centro di aree desertiche, convogliare l`acqua in cisterne e in serbatoi sotterranei e incanalarla in percorsi sotterranei o in percorsi piastrellati aperti che riforniscoano vasche e fontane.

Inoltre l’altro punto importante che rende famosi i giardini persiani fino ai nostri giorni e` il pensiero religioso filosofico dato da Aura Mazda ( Il dio Grande) dei Zaratustri ( inizio I mill. A.C.) il quale parla di un luogo promesso a pochi meritevoli, dove ci sono fiori, alberi, frutti profumati e fiumi scroscianti d`acqua dal nome di Pardis.

Ripreso nella religione Cristiana: “Il paradiso” e` promesso a chi si comporta bene e quindi merita la visione di Dio.

Ma altre popolazioni  come quella araba diedero il significato di giardino come un luogo per difendersi dal deserto visto come luogo di morte e fame , luogo che ospita spiriti maligni. Facendo questi giardini ritrovavano la vita e soddisfacevano i loro 5 sensi: la vista,con i fiori e gli alberi, l`udito con lo scroscio dell`acqua,il canto degli uccelli, il sibilio del vento, l`olfatto con il profumo dei fiori e della frutta abbondante, il gusto mangiando datteri , pesche, albicocche , il tatto con ala frescura che si veniva a creare sotto l`ombra degli alberi.

Questi giardini erano recitanti da alte mura, proprio a difendersi dal deserto, a definire la vita e a dividerla dalla  morte.

Altro significato prende invece  il concetto di giardino  in Anatolia territorio fresco e pieno di verde dove l`uomo non ha piu` bisogno di circoscrivere il giardino con mura ma lo percorre lungo grandi estenzioni e da qui si ispirano i giardini europei.

Il Pardis veniva  formato da un asse verticale ed uno orizzontale che divideva cosi la superficie in Chahar Bagh ( 4 giardini) le 4 parti del mondo.( Il numero 4 e` un numero magico: 4 come i Quattro elementi: terra, fuoco; vento ed acqua , 4 i punti cardinali, 4 i materiali uomo bestie metalli e piante ecc…) . Con  questi due assi si crea un punto d`incrocio: il punto , la nascita, la creazione del cosmo in espanzione. E` l`acqua che da qui si espande in tutto il giardino e` un conduttore che porta la vita in ogni punto remoto del giardino e fa da materiale di conduzione, congiungendo la nostra forza interiore al cosmo. E` appunto l`acqua, che scorrendo in questi assi principali  irriga tutta la superfice del giardino.

All`incrocio di questi due assi troviamo il padiglione , punto importantissimo del giardino.

Tutta l`architettura tradizionale iraniana si rifa` al cosmo e al micro cosmo, e ci sono tutta una serie di studi dove si parla di numeri  e di geometrie che determinavano la posizione di piante per colori e profumi.

Ma purtroppo essendo i giardini costruiti con materiali deperibili ben poco ci rimane di esempi ai nostri giorni.

Nel sito archeologico di Passargadae, la capitale di Ciro il grande ( 600 a.C. ) noi troviamo i resti di un giardino con la struttura quadripartita e canali d`irrigazione  che ci dimostrano la presenza del pardis.

Ritornando alla ricerca di cosmo e microcosmo noi abbiamo nel giardino persiano una forza centrifuga: posti sul padiglione noi abbiamo questa visione completa del giardino ed emaniamo un forza centrifuga e l`acqua e` il materiale conduttore di questa forza che si crea e si dipartisce proprio dal punto centale verso tutti i punti del giardino o cosmo in questo caso dialogando con l`universo. Il giardino come uno spazio definito che racchiude in se una totale riflessione del cosmo.

Abbiamo due tipi principali di giardino persiano il Pardis che abbiamo qui sopra descritto che rappresenta il macrocosmo che emette una forza centrifuga, il Manifesto e l`Haiat nel palazzo che troviamo in tutta l`architettura residenziale dell`altopiano iranico e che rappresenta il microcosmo, il nascosto. Abbiamo sempre una fontana o specchio d`acqua centrale che serve come prima a unirci con la nostra anima, noi dall`alto delle camere entriamo in contatto con il nostro mondo spirituale creando una forza centripeda, in questo luogo non c`e` un panorama ma ci sono forze positive, troviamo noi stessi.

L`architettura iraniana si rifa` alle forme e alle misure dell`uomo cosi` possiamo confrontare la sagoma di una casa con la sagoma del nostro corpo e il cortile come la nostra anima che e` interna e nascosta dentro di noi. Le pareti sono cosi` un prerequisito per definire ed isolare questo luogo sacro entro cui l`anima puo` essere percepita e la sua ricerca spirituale esaudita. L`interazione della sagoma con la superfice deve creare uno spazio totalmente di riposo, vuoto di tenzioni che conduce alla contemplazione. Tale sagoma solida si trova nel cubo, una forma perfetta la cui essenza sinbolica e` la stabilita`, l`uomo e il paradiso terrestre. In questo spazio tranquillo l`esistenza dello specchio d`acqua tradizionale e` come una direttiva positiva per l`immaginazione creativa. Cosi` la creazione orizzontale dell`uomo si allinea alla causa verticale e la ricapitolazione umana del paradiso e` completa.

Nel giardino mussulmano ritroviamo molti punti in comune, ma dato che nel corano si dice che l`uomo non puo` creare le cose che sono state create da Dio, vedono il giardino come il paradiso per i martiri, mettono il leone come simbolo del martirio. Questo modello di giardino viene esportato nei territori di conquista degli arabi da prima nei paesi del mediterraneo fino ala spagna. Un bellissimo esempio di giardino islamico lo trovialmo Albrada dove in una fontana contornata da leoni si dipartisce la forza trasportata dall`acqua in tutte le parti del giardino.

Ai tempi del re Shah Abbas cioe` nel rinascimento iraniano porta il modello del chahar baq del giardino persiano a livello urbano, infatti costruisce l`urbanistica d`Isfahan con il criterio delle due assi che s`incontrano in un punto. Il viale centrale detto Chahar Baq tatlia la citta` e va ad incotrarsi con l`altro asse del fiume Zayande rud. Nel loro incontro nasce Siose-pol il bellissimo ponte d`Isfahan. Sul quadrante nord est dell`asse veicolare mette tutta una serie di fatti architettonici notevoli come la piazza Jahan, il Caravanserraglio Abbasi` oggi ristrutturato ed adibito al piu` bel hotel nel suo genere della regione, la madrassa, nel quadrante sud –est mette il Palazzo degli Specchi, il Palazzo….

 Nei quadranti nord –Ovest tutta una serie di giardini.

Ed ancora oggi si puo` godere dell`incantevole atmosfera che questo tipo di urbanistica ha dato alla citta`. Chi visita Isfahan e` preso da una calma, da una dolcezza e da un ritmo che rende le giornate trascorse dolci ricordi.

E questa atmosfera e` il risultato di studi matematici, geometrici,  studi del cosmo e del microcosmo della misura dell`uomo e dalla ricerca della sua anima. Studi durati millenni che noi dobbiamo accettare e consepevolmente portare avanti, sia per ritrovare noi stessi e la nostra origine sia per sapere la nostra meta.

 

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