Il Museo Nazionale dei Gioielli dell’Iran
Si tratta di una collezione dei gioielli più preziosi del mondo, raccolti nel corso dei secoli. Ogni oggetto del Museo ricorda le vittorie e le sconfitte agrodolci che al contempo possono essere un riflesso della storia dell’Iran e del talento artistico dei suoi orafi. Questo Tesoro, raffigura la cultura e la civiltà del popolo iraniano che ha avuto un passato avventuroso, ma a quanto pare mai rinunciato al piacere di vantarsi anche con gli oggetti di lusso, ovviamente di un lusso inestimabile.
Il valore degli oggetti nel Museo non si limita al loro valore economico, ma è anche un riflesso della creatività e del gusto degli artigiani e artisti iraniani nelle diverse epoche della storia iranica.
Iniziativa durante il regno Safavide
La creazione della collezione risale al periodo safavide, cioè all’inizio del XVI secolo. All’inizio della dinastia safavide, il tesoro reale era quasi vuoto e non c’erano oggetti di vero valore per proteggere l’economia del paese. Secondo i rapporti dei primi esploratori orientalisti, tra cui Jean-Baptiste Tavernier e Chardin, i primi governanti safavidi chiesero che i loro migliori esperti andassero alla ricerca delle gemme reali perse nel tumulto della turbolenta storia dell’Iran. Di conseguenza, hanno trovato e rimpatriato (a Isfahan) da paesi vicini come l’Impero Ottomano e l’India, nonché da paesi più lontani come Francia e Italia.
Dopo l’arrivo di Mahmoud l’afgano in Iran, il tesoro è stato disperso e alcuni gioielli sono stati presi da loro. Nader Shah Afshar nel 1736, sconfisse gli afghani, e impedì il trasferimento di gioielli e proprietà reali fuori dal paese. Poiché una parte della merce era stata portata in India qualche tempo prima, allora Nader Shah, dopo una lettera senza risposta indirizzata alla corte di Mohammad Gourkani, guidò una spedizione a Delhi per portare a casa i gioielli spatriati. Al suo ritorno in Persia, egli aveva raccolto un gran numero di schiavi, bottino ed elefanti, ma ciò di cui era più soddisfatto era senza dubbio aver riportato indietro i diamanti Kouh-e Nour e Darya-ye Nour. (che in italiano significa rispettivamente “montagna di luce” e “mare di luce”), simbolo del potere imperiale della Persia.
Dopo l’assassinio di Nadir nel 1747 d.C., Ahmad Beg afghano Abdali, uno dei suoi comandanti, saccheggiò il tesoro di Nadir. Uno dei famosi gioielli che lasciò l’Iran in questo periodo e non tornò mai più fu il famoso diamante “Kooh-e-Nur” (Montagna di Luce). Questo diamante è passato nelle mani di Ahmed Shah Durrani e poi a Ranjit Singh del Punjab. Dopo la sua sconfitta da parte del governo britannico, il diamante Kooh-e-Nur cadde nelle mani della Compagnia delle Indie Orientali e nel 1850 fu donato alla regina Vittoria.
Altri oggetti sono stati gradualmente aggiunti a questo tesoro, sono: i turchesi, la vera pietra preziosa dell’Iran, estratta dalle miniere di turchesi locali; perle, cacciate dal Golfo Persico. La collezione attuale è stata costruita nel 1955 ed è tutelata dalla Banca Centrale della Repubblica Islamica dell’Iran.
l’oggetto più famoso: Il Diamante Mare di luce
Forse l’oggetto più famoso del museo è il diamante Darya-ye Nour che significa “mare di luce” da 182 carati, che brilla di un colore leggermente rosato. Questo famoso diamante insieme al suo compagno, il Kooh-e-Nur, o Montagna di Luce, forse a causa della somiglianza dei nomi, si sono sempre rinominati assieme nella storia, sebbene non vi sia alcuna somiglianza nel taglio o nel colore tra questi due diamanti.
Nasser, uno dei re di Qajar credeva che questo diamante fosse una delle gemme che decoravano la corona di Ciro il grande (dal 558 al 529 a.C.). Egli lo indossava come bracciale, aigrette o come spilla. Il mare di luce è stato tagliato su entrambi i lati, tutte le superfici sono uniformi e regolari tranne una superficie su cui Fath Ali Shah ha inciso il suo nome – che purtroppo ha ridotto il peso originale del diamante.
Corona Kiani
Detta anche Corona di Fath-Ali Shah Qajar e tempestata di diamanti, smeraldi, rubini e perle. L’ultima pietra rossa è il famoso spinello Orangue-zib. Questa corona fu realizzata durante il regno di Fath-Ali Shah, e fu usata dai re successivi nel periodo di Qajar. Corona Kiani è la prima corona realizzata in questa forma dopo la dinastia sassanide, che deve la sua forma alle corone dei grandi re di quel periodo ossia l’Impero Sassanide.
Corona Pahlavi
Reza Khan chiese che la sua corona fosse appositamente progettata per la sua incoronazione al fine di distinguere la sua cerimonia dai rituali Qajar. La corona usata durante l’incoronazione dei re Qajar, era la corona Kiani, ma Reza Khan Pahlavi non era incline a usarla. Nel 1925 un gruppo di gioiellieri iraniani, sotto la supervisione di Haj Serajeddin (il famoso gioielliere che era stato gioielliere dell’Amiro di Bokhara, ed era emigrato dalla Russia all’Iran), si impegnò a realizzare questa corona, utilizzando pietre selezionate dal Tesoro. Questa corona fu usata nell’incoronazione di Reza Pahlavi, tenuta il 25 aprile 1926, e nell’incoronazione di Mahammad Reza Pahlavi il 26 ottobre 1967. Il tessuto della corona è di velluto rosso. Sui 4 lati della corona ci sono motivi merlati e anche raggi di sole sui quattro pannelli, totalmente incastonati in diamanti. È realizzata in oro e argento, decorata con brillanti molto belli e grandi pietre preziose tra cui smeraldi, rubini, ma anche una perla a forma di lacrima. È stata progettata in stile sassanide, ma in una dimensione minore rispetto a quella dei Qajar. Corona Pahlavi comprende 3380 diamanti da 1144 carati, 5 smeraldi da 199 carati, 2 rubini da 19 carati e 368 perle rotonde e pesa 2080 grammi.
Aigrette Nadir con diamanti e smeraldi
Ornato di diamanti e smeraldi, al centro dei quali è posto un grande e colorato uovo di smeraldo. La parte inferiore decorata con tre bellissimi ciondoli di smeraldi. La parte superiore invece è composta da sette spaccature, e su entrambi i lati delle schegge sono stati mostrati due fili, foglie e fiori di diamanti. Nella parte superiore dell’uovo centrale è posizionata una mezzaluna di diamante e in basso, su entrambi i lati, sono montate bandiere, tamburi, cannoni e baionette. Il colore della bandiera è diviso in tre file di rubini, diamanti e smeraldo chiaro. L’intero di aigrette è decorato con diamanti fiammeggianti, grandi e piccoli.
Globo di gioielli
Questo globo di gioielli è stato realizzato nel 1869 sull’ordine di Nasser Shah. Un gruppo di orafi iraniani, sotto la supervisione di Ebrahim Massihi, ha realizzato questo globo utilizzando le pietre sciolte del Tesoro. L’oro netto utilizzato in questo globo è di 34 chilogrammi e il peso totale delle pietre è di 3.656 grammi. Il numero totale di pietre utilizzate è di 51.366 pezzi. I mari e gli oceani sono incrostati di smeraldi, l’Asia, l’America del Nord e del Sud, l’Australia di rubini e ametiste, l’Iran di diamanti e l’Europa di rubini rossi, l’Africa centrale e il Sudafrica in zaffiri e l’equatore così come le altre linee geografiche in diamanti. Guardando da vicino, si possono anche leggere i vari titoli di Nasser Shah scolpiti sul globo. Il monte Damavand è evidenziato da un grande rubino e la città di Tehran risplende sotto forma di un rubino molto particolare chiamato Orangue-zib.
Trono di Pavone o Trono del Sole
Durante il regno di Fath-Ali Shah (XIX secolo) e per il suo ordine, un grande trono fu costruito sotto la supervisione di Nezam Addoleh, il governatore di Isfahan. Usando l’oro e le pietre sciolte del Tesoro. Poiché un disegno di sole incrostato di pietre preziose veniva utilizzato in cima al trono, divenne famoso come il “Trono del sole”. Dopo il matrimonio del re con Tavous, – in persiano pavone – a causa del suo nome, il trono è stato chiamato “Trono di pavone”. Alcuni paragonano questo trono a quello che Nader Shah portò con sé dall’India. Tuttavia, quest’ultimo è stato completamente distrutto dopo la morte di Nader. La disambigua dei due troni sarebbe quindi pura coincidenza.
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