Yalda

Shabe Yalda

La notte più lunga dell’anno

Shab-e Yalda, è la notte più lunga dell’anno al momento del solstizio d’inverno (21/22 dicembre). La notte più lunga dell’anno è stata sempre festeggiata dalle famiglie iraniane fin dall’antichità e come il Nowruz (capodanno persiano, 21/marzo) è una festa che trova le sue radici nel periodo preislamico.

Questa festa celebra la nascita di Mitra, il dio del sole. Successivamente le giornate si allungano sempre di più e la luce del giorno prevale sull’oscurità della notte. Nel calendario iraniano, la mattina di Yalda sorge il primo giorno del mese di Dey, il primo mese dell’inverno.

Ma sapete quali sono le sue origini e come si svolge la festa di Yalda all’interno delle case degli iraniani?

Di solito questa festa viene svolta a casa dei nonni oppure a casa della persona più anziana della famiglia. Mi ricordo quando ero bambino, a casa di mio nonno arrivavano i parenti e gli amici, insomma un gruppo affabile tra parenti e conoscenti, che poi, uno più e uno in meno, in totale arrivavamo a contarci circa 30/40 persone. Vi parlo ovviamente degli anni dopo la rivoluzione islamica, durante la guerra contro l’Iraq, quindi divertirsi all’epoca era assolutamente Bandito!

In quel periodo poteva anche capitare che la corrente elettrica andasse via per un paio d’ore proprio durante la festa! A quel punto veniva il bello, perchè c’era sempre la signora o il signor “Rossi” che si alzava e ci deliziava con il suo canto, poi tutti in coro battendo le mani o schioccando le dita cercavamo di tenere il ritmo. A volte la moglie di mio zio tirava fuori il suo Sitar (strumento musicale persiano) e suonava qualcosa di tipico, poi un nostro amico di famiglia, recitava i versi di Hafez (poeta mistico persiano, 1315-1390)! Insomma, durante la festa si dedicava anche alla cultura! In un paese dove fuori correva il rischio bellico, noi ci divertivamo anche leggendo le poesie di Hafez che parla prevalentemente di Bacco, Tabacco e Venere.

Poi arrivava il momento più divertente: la sorpresa di mia madre che l’aveva nascosta per mesi e mesi nel congelatore. Allora tirava fuori le fragoline che aveva messo a congelare in pieno d’estate. Nel cuore della notte tenebra di Yalda, mangiando le fragole appena scongelate, ascoltando Hafez e ovviamente sentire il calore del fuoco nel camino, ci hanno inciso nella mente dei bellisimi e indimenticabili ricordi di Yalda.

Ai tempi di miei genitori, le persone della famiglia si radunavano a casa dei parenti intorno al korsi (tavolo con sotto una stufetta e alcune coperte sopra per mantenere il calore) allora si sedevano per terra sopra i tappeti e infilavano le gambe sotto la coperta del tavolo korsi mangiando i chicchi di melograno, anzi spremendolo si beveva il succo direttamente dal frutto! Questo si fa applicando la tecnica speciale di premere delicatamente il frutto per farlo diventare molle, poi si fa un piccolo foro e si succhia il nettare divino dei melograni deliziosi iraniani! Vale a dire un frutto paradisiaco, che da noi ha un certo valore simbolico, il melograno si trova ovunque: durante le festività, o come i pigmenti per tingere la lana, o come i disegni per decorare le pareti, i libri o i tappeti. Questa festa per gli iraniani è molto significativo, io se avessi avuto una bimba, l’avrei sicuramente chiamata Yalda, un nome stupendo per lei che la immagino coi capelli neri e lunghi, gli occhi rotondi e medio orientali!

Che dire? Dopo aver letto questo articolo, il prossimo anno oltre agli auguri di Natale, fatevi anche gli auguri di Shab-e Yalda!

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