Teheran
La città di Teheran, capoluogo di provincia e capitale dell’intero Paese, si estende su di una vasta superficie a partire dal limite meridionale delle montagne dell’Alburz. Situata su un’altitudine mutevole da quasi 900 a 1800 metri, la città è spesso molto fredda in inverno la neve è un fenomeno tutt’altro che straordinario, d’estate invece le precipitazioni sono rare e si raggiungono temperature fin troppo elevate. La primavera e l’autunno sono generalmente periodi abbastanza gradevoli.
Teheran conta attualmente oltre 10 milioni di abitanti. Divenuta capitale alla fine del XVIII secolo, ha conosciuto a partire dagli anni 50, con la crescente prosperità dovuta in gran parte al boom del petrolio, uno sviluppo senza precedenti, marcato dalla costruzione di autostrade e di palazzi a molti piani, nonché dal flusso inarrestabile di persone provenienti dalle parti rurali del Paese.
Essa è la città più movimentata e cosiddetta effervescente iraniana, e dimostra la sua raffinatezza in un’atmosfera caotica come tutte le grandi città del mondo. Tehran è però una pagina fondamentale della storia moderna in quanto mette a disposizione dei viaggiatori i suoi straordinari musei come il Museo dei Gioielli che ne espone la Collezione più importante al mondo. I progressi artistici, gli interventi architettonici e la rinascita dei tanti caffè allo stile tradizionale persiano, ha reso Tehran, in questi anni, un labirinto affascinante tanto da sorprendere il viaggiatore in ogni angolo urbano.
Malgrado tutto il trambusto e la frenesia che la caratterizzano, Teheran merita di essere visitata per più di una ragione. Innanzi tutto per la sua numerosissima e composita popolazione: ogni città, ogni etnia dell’Iran vi è rappresentata con le sue particolari tipologie somatiche e culturali. I suoi abitanti sono estremamente amichevoli ed ospitali verso gli stranieri, senza però essere mai invadenti. Qui inoltre vi sono alcuni tra i più ricchi e famosi musei di tutto il Paese, che di sicuro meritano una visita. Non si può tralasciare poi il Bazar, che si estende nel cuore di Teheran, vera e propria città nella città. Potranno contribuire a far apprezzare i lati positivi della città anche i suoi buoni alberghi, l’infinita varietà dei ristoranti e tutte le strutture che sono all’avanguardia rispetto agli standard delle province.
Bisogna pur sapere che la storia dell’Iran non inizia certo nel 1979, ma la rivoluzione è indubbiamente una parte imprescindibile dell’identità e della storia del paese. La nascita dell’Iran moderno viene fatta risalire al 1925, anno in cui fu deposta la dinastia regnante Qajar e salì al trono Reza Pahlavi. Durante la sua ascesa Reza Pahlavi ebbe l’appoggio del clero sciita, tuttavia non appena salito al potere egli abbandonò l’alleanza con il clero e avviò varie campagne di modernizzazione e laicizzazione del paese. Grazie soprattutto alle entrate provenienti dal petrolio, lo scià ha potuto costruire il suo nuovo Stato basato principalmente su due pilastri: l’esercito e la burocrazia.
Tehran di per sé può essere un paese da scoprire; oggi giorno ogni zona, ogni quartiere e ogni strada può svelare tantissime sorprese anche agli abitanti della città stessa. È quasi impossibile anche per uno che vive a Tehran che possa conoscerla al cento per cento o che sappia indirizzarsi nelle sue strade o autostrade quindi imparare ad orientarsi in una città vasta e con pochissimi punti di riferimento come Teheran ci vuole veramente molto tempo, anzi si può dire che perdercisi almeno una volta è inevitabile. Se si viaggia soli, diventano a questo punto indispensabili una buona piantina della città e magari la conoscenza di alcune frasi in persiano per essere in grado di chiedere alcune informazioni e capire le risposte. La “stella polare” di Teheran, comunque, sono le cime montuose dell’Alburz che si innalzano alle sue spalle e, ovunque ci si trovi, permettono di individuare il nord. Ufficialmente il centro della città è la Meidun-e Emam Khomeini (Piazza Imam Khomeini). Sebbene molti uffici statali si trovino ancora intorno a questa piazza, negli ultimi decenni tutta la zona è diventata sempre più cadente e fuori moda. I quartieri residenziali e commerciali più eleganti si sono gradualmente spostati verso nord e si può dire che, in sostanza, a Teheran non esiste più un centro vero e proprio. La città è divisa in due parti da una via di nome Kheyabun-e Vali-ye Asr che si estende da nord a sud per alcuni chilometri e dalla Kheyabun-e Enghelab che corre da ovest ad est partendo dal monumento Azadi. La prima cosa della città che vedono i viaggiatori arrivati in aereo è la grande Meidun-e Azadi sovrastata dal monumento Azadi, a forma di Y rovesciata. Da qui si può raggiungere il centro in un’ora circa seguendo la via principale che va da ovest ad est, la già citata Kheyabun-e Enghelab. I quartieri residenziali si trovano tutti nella parte settentrionale di Teheran: più ci si avvicina alle pendici dell’Alburz più gli edifici sono eleganti e viene spontaneo osservare che l’arteria che attraversa la città da est a ovest – Kheyabun-e Enghelab – opera una divisione di classi altrettanto netta.
Nel centro della città, poco lontano dalla Meidun-e Emam Khomeini e prossima all’incrocio della Kheyabun-e Enghelab con la Kheyabun-e Vali-ye Asr, merita di essere visitata la Kheyabun-e Ferdosi rinomata per i suoi negozi di artigianato pregiato. La capitale vanta numerosi bellissimi parchi e giardini, assai puliti e ben curati, la magior parte dei quali si trova a nord rispetto al centro. Tra i parchi pubblici più belli ricordiamo il Park-e Sai, alla fine del viale Vali-ye Asr, ombroso di alti alberi e con vista sulle montagne dell’Elburz ed il vasto Park-e Mellat, uno dei più frequentati.
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Attrazioni:
Il Museo Archeologico Nazionale dell’Iran ripercorre la storia, l’arte e la cultura attraverso i reperti archeologici che vanno dal VI millennio a.C., fino al periodo islamico, VII secolo d.C. Al Museo di Tehran si trova una splendida collezione di ceramiche, di terrecotte e di bronzi e in più, ogni semestre, vi è un’esposizione provvisoria di oggetti, di alto valore archeologico, prestati da altri musei come quello di Venezia, Berlino e ect.
Il Museo Nazionale dei Gioielli, (apertura solo da Sabato a Martedì) è situato in un’enorme cassaforte con una porta spessa di 25 cm, ed è allestito nei forzieri sotterranei della Banca Centrale Iraniana. Il museo ospita i gioielli della corona, il mappamondo tempestato di gemme, un tripudio di pietre preziose, diademi, corone della famiglia Pahlavi e il più grande diamante rosa esistente nel mondo detto anche Darya-e Nour (Mare di Luce) di 182 carati. Il diamante è un simbolo della vittoria che Nadir, scià nel 1739, aveva portato in Iran dopo la sua vittoriosa campagna in India.
Palazzo Golestan è situato vicino al Gran Bazar ed è un complesso notevole che trova la sua radice nel XVI secolo, quando Tehran, pian piano, si trasformò da un villaggio a una città vera e propria. Golestan significa “roseto” perché è un tipico esempio dei meravigliosi Giardini persiani. La storia moderna iraniana deve tanto al complesso dove Mohammad Reza Pahlavi si è incoronato proclamandosi successore di Ciro il Grande. In seguito si visita l’ingresso del Gran Bazar di Tehran dove si vende “di cotto e di crudo” e come si dice in persiano si vendono pure “il latte della gallina e l’anima umana”.
Palazzo Saadabad, attualmente trasformato in un museo, si trova a nord di Tehran, in un quartiere omonimo. Il complesso di Saadabad, fondato dai Qadjar, fu ristrutturato dai Pahlavi negli anni 20, che ne fecero la loro residenza estiva.
Questo complesso è composto da 18 lussuose ville moderne, 9 delle quali sono diventate musei. Il più maestoso e antico di tutti questi palazzi è il Palazzo Verde, costruito da Reza Shah, il fondatore della dinastia Pahlavi. La facciata di questo palazzo è in marmo verde da cui il palazzo prende il proprio nome. Il palazzo dell’ultimo re dell’Iran, Mohammad Reza Pahlavi, è il Palazzo Bianco che è il più grande dei palazzi di questo complesso. Questo palazzo deve il suo nome al colore bianco della sua facciata. Questa casa ha due piani, possiede dei magnifici arredi da tutto il mondo soprattutto dall’europea. Il Palazzo Bianco è decorato con dipinti, tappeti, sculture e ceramiche.
Il Museo d’Arte Contemporaneo è stato chiuso nel 1979 e ha avuto una nuova apertura solo dopo la rivoluzione islamica. Nella sua nuova fase alcune opere hanno subite degli spostamenti perché l’arte contemporanea occidentale era considerata depravata e tante opere inestimabili venivano messi nel seminterrato del museo non aperto al pubblico. Nonostante ciò nel 2015 numerose opere sono state riesposte per la prima volta dopo quasi 40 anni. Tra queste opere si può citare in particolare l’affresco di Jackson Pollock “Sul fondo rosso indiano” considerato da tanti critici d’arte come l’opera migliore dell’artista.
Museo dei vetri e delle ceramiche è situato sul lato orientale della Kheyabun-e 30 Tir, ed è uno dei più interessanti musei di Teheran, sia come monumento storico sia per la collezione degli oggetti esposti. Costruito intorno al 1910, esso è l’esempio più notevole di architettura del periodo Qajar in tutto il Paese. Visitando questo museo è possibile ripercorrere la storia dell’arte vetraria e della ceramica fin dalle origini, risalenti rispettivamente a 5.000 e 10.000 anni fa.
Museo die tappeti che si trova all’angolo nord-ovest del Park-e Laleh, ospita più di cento esemplari, provenienti da tutto il Paese che testimoniano la produzione di tappeti a partire dal XVIII secolo, con qualche esempio più antico. Pur non essendo vastissima, la collezione compensa in qualità ciò che non possiede in quantità ed è una tappa obbligata per gli amanti dei tappeti.
Dar al-Fonun
È il nome di una scuola fondata su iniziativa di Amir Kabir, – il primo ministro della Persia durante il regno di Nasser al-Din Shah Qajar – per insegnare nuove scienze e tecnologie a Teheran. Dar al-Fonun può essere considerata la prima università nella storia moderna dell’Iran. L’edificio Dar al-Fonun si trova nel centro di Tehran nelle vicinanze del Grande Bazar. Questa scuola d’élite ha arruolato 287 studenti nel 1889. All’epoca l’organizzazione della facoltà era composta da 16 professori di nazionalità iraniana e 26 europei tra cui francese e austriaci. Il Dar al-Fonun è stato ufficialmente inaugurato, tredici giorni prima dell’assassinio di Amir Kabir, alla presenza di Nasser al-Din Shah, del nuovo Cancelliere Aga Khan Nouri e di un gruppo di scienziati iraniani ed europei e insegnanti con 30 studenti.
Curiosità da scoprire:
Teatre Shahr e i caffè della zona
Paladium centro commenrciale a nord
Baghe Ferdows e il Museo del Cinema
La via dei Frullati e famosi Frappè: Ali Baba Vitamineh
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