Meibod
Meybod

Meibod

Meybod è una delle principali città desertiche nella provincia di Yazd, in Iran.  Essa è una città antica che trova le sue radici nell’epoca preislamica e quindi ospita molti antichi punti di interesse. La città storica di Meybod fa parte della lista provvisoria per qualificarsi per l’inclusione nella lista del patrimonio mondiale.

Meybod era la capitale dell’Iran durante il periodo Mozaffari de. Il regno di Mozaffari ebbe origine da Meybod, dove nacque il primo re della tale dinastia con lo stesso nome. Uno dei castelli più antichi dell’Iran è Narin ghaleh a Meybod.

Castello di Narin  

L’edificio noto come Castello di Narenj nel linguaggio comune, è uno dei monumenti storici più importanti prima dell’Islam nella provincia di Yazd. Questo antico castello venne costruito con l’adobe e fango e la sua architettura è in forma stratificata. La sezione più antica dell’edificio comprende spazi scavati nel cuore della terra e sono chiamati “Boken” nella lingua locale. Durante il periodo dei sassanidi, le parti più recenti, vengono aggiunti utilizzando sempre il materiale originale del castello. Il tetto del castello offre una visione panoramica su tutta la Meybod e le montagne circostanti, per cui vale assolutamente la pena salire e immaginare il viavai delle epoche antiche.

Ghiacciaia di Meybod

Questa costruzione a forma di trullo serviva soprattutto per la conservazione e la produzione del ghiaccio durante il periodo estivo. La produzione del ghiaccio avveniva durante il periodo invernale nelle vaschette esterne davanti alla ghiacciaia. Essa con la sua forma conica, proteggeva la vasca interna che conteneva del ghiaccio e lo proteggeva dal sole.
Il diametro della vasca interna – corrisponde al livello della porta dell’entrata – arriva anche a 13 metri e pian piano che si scende giù, quasi per 6 metri, il diametro diminuisce. Perciò l’altezza interiore della ghiacciaia dalla parte più bassa al punto più alto della cupola era 21 metri. Infondo alla vasca interna c’era un foro attaccato ad una sorta di un tubo che portava via l’acqua che si raccoglieva in fondo, e quindi evitava un ulteriore scioglimento. I blocchi del ghiaccio, messi nella vasca interna, per facilitare il prelievo, venivano separati dalle travi di legno e la paglia. La ghiacciaia aveva un custode che oltre alla distribuzione del ghiaccio, la gente, ovviamente pagandogli la dovuta tassa, poteva farsi conservare degli alimenti.

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Chaparkhaneh; stazione postale

La parola Chaparkhaneh in persiano è composta da Chapar e Khane, il primo termine vuole dire il quattro zoccoli ossia “cavallo” e il secondo sta per indicare la “casa”. Lungo le strade tra le province, si trovavano le cosiddette Chaparkhaneh ossia le stazioni postali dove era possibile cambiare il cavallo per facilitare e assicurare l’andamento dei messaggi e lettere destinati ad arrivare ai governatori dell’impero. Il compito di Chaparkhaneh era quello di mantenere e curare alcuni cavalli e messaggeri per inviare e trasferire rapidamente lettere importanti e proprietà di fiducia. Quindi, le Chaparkhaneh furono costruite sotto forma di castelli in modo che potessero essere protette e questa importanza può essere chiaramente vista nelle sue alte torri e mura e nei fori per la sorveglianza nella sua posizione di difesa appropriata.

Senofonte, lo storico e mercenario ateniese attribuisce l’istituzione delle stazioni postali a Ciro il Grande. Egli disse che per determinare la distanza delle tra stazioni postali, hanno sperimentato quanto un cavallo poteva camminare al giorno senza stancarsi e così l’hanno misurato la distanza giusta tra un posto e l’altro. Per cui la distanza da una stazione postale a quella successiva fu basata sull’andatura e la forza del cavallo, una volta il fantino arrivava alla stazione postale, il messaggio veniva consegnato ad un altro messaggero che con un altro cavallo ripartiva al più presto possibile. Il messaggio del re così attraversava l’impero persiano da est a ovest da una satrapia all’altra senza nessuna interruzione.

Durante il regno dei Parti e dei Sassanidi e dopo l’Islam, le tipografie erano molto importanti per l’apparato governativo per cui le Chaparkhaneh erano gli occhi e le orecchie del governo oltre a svolgere la corrispondenza e trasmettere varie notizie al centro da diversi luoghi. Chaparkhaneh erano fatte di argilla e fango, ma per qualche motivo, ne rimangono solo poche oggi, e una di queste è quella che si trova accanto al caravanserraglio di Meybod. Essa, come si evince dal suo aspetto, è relativamente sana e ha la postazione adatta per la guardia, che è responsabile della sicurezza per le persone all’interno della Chaparkhaneh. Questi edifici hanno un cortile centrale e le stanze si trovano intorno al cortile. Chaparkhaneh di Meybod risale all’era Qajar. In passato è stato uno dei principali uffici postali ed è istituito sull’antica via Rey-Kerman e accanto passando da Meybod.

Borje Kabutar; la piccionaia

In diverse parti dell’Iran sono state costruite torri note come piccionaie. Naturalmente, queste torri sono anche chiamate colombaie. Questo edificio è uno degli edifici più pratici utilizzati dagli iraniani. Le piccionaie erano generalmente costruite in una forma cilindrica. In passato, le persone usavano questo edificio per raccogliere il guano da piccioni, colombe e altri uccelli. Uno può porsi la domanda a che serve il guano? La maggior parte di questi fertilizzanti sono stati utilizzati nei terreni agricoli e nei giardini. Il fertilizzante di questi uccelli è uno dei migliori fertilizzanti per uso agricolo, soprattutto nelle zone apparentemente desertiche come Meybod e Yazd. Ma l’agricoltura non era l’unico uso di una piccionaia. Questi fertilizzanti sono stati utilizzati in altre industrie come la concia, la lavorazione del cuoio e anche la produzione di polvere da sparo. Un altro uso di questi uccelli era quello di usare la loro carne. Forse, per tutte le giuste motivazioni ed alto valore produttivo della piccionaia, Shah Abbas Safavide ha imposto anche tasse relativamente pesanti. Quella di Meybod con un’altezza di 8 metri, aveva una capacità di 4.000 nidi per i piccioni. Ovviamente ogni nido può ospitare più di un piccione e il numero di piccioni in questa torre poteva raggiungere fino ai 25.000. La torre ha una cupola esagonale ricoperta da decorazioni in gesso. La torre, è chiusa da sotto – esiste solo una porta che viene bel sigillata e chiusa dopo uscita – per cui le colombe uscivano ed entravano tramite i fori sopra la torre. In questo modo evitavano una sorprendente entrata dei felini all’interno della torre. L’unico pericolo era il serpente ma la torre è costituita da cilindri e presenta decorazioni in mattoni e intonaco liscio affinché potessero impedire ai serpenti di muoversi sulla superfice e quindi arrivare sul tetto. Tuttavia il viavai delle colombe poteva far venire l’appetito agli uccelli rapaci della zona e allora c’era poco da fare!

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