Tappeti persiani
Il tappeto, definito come un tessuto prezioso e soffice in alcuni casi da cotone, lana e seta, è considerato come uno dei più antichi manufatti dell’Iran. Analizzando la trama e le immagini del tappeto più antico del mondo, cioè il tappeto Pazyryk, suggerisce che i motivi del tappeto sono considerevolmente simili ai rilievi di Persepoli, e molti ricercatori considerano questo tappeto come un tappeto persiano tessuto da persone dei territori mediano-partici o Persia.
Un altro esempio dei tappeti persiani è il tappeto Baharestan, risalente al periodo sassanide, conosciuto e associato ai nomi Bahar Khosrow e Bahar Kasra, è ben noto come un altro simbolo dell’evoluzione nella tessitura dei tappeti nell’antico Iran. Purtroppo quest’ultimo è stato frammentato e distrutto essendo trasmesso a Medina dopo l’invasione araba dell’Iran.
Al dominio dei Mongoli (XIII o XIV secolo d.C.) che coincise con il regno di Ghazan Khan, l’industria raggiunse un livello molto alto in termini di stile e tecnica. Tuttavia, si ritiene che l’eccellenza più apparente dell’arte classica iraniana della tessitura dei tappeti, che viene anche definita la rinascita del tappeto persiano, abbia avuto luogo durante il regno di Safavide, in particolare all’epoca di Shah Tahmaseb I e Shah Abbas I. In quel periodo, XVI-XVII sec d.C., i tappeti a medaglione sostituirono i tappeti che allora erano conosciuti come aventi disegni mongoli e timuridi, e oltre ai tappeti a medaglione, divenne popolare la tessitura di tappeti con immagini di animali o terreni di caccia nei loro modelli. Oggi sono rimasti circa 3000 tappeti di questo periodo e sono conservati nei più grandi musei o collezioni personali del mondo, per farne uno esempio possiamo citarne il magnifico Tappeto di Caccia al Museo Poldi Pezzoli a Milano.
Nel complesso, i motivi dei tappeti rappresentano il modo in cui gli artigiani o gli artisti vedono l’ambiente, il clima e la natura circostante; e, motivi e modelli dei tappeti fatti a mano a volte trasmettono un messaggio che rappresenta la cultura, la storia, l’architettura, il clima e il tempo. Inoltre, i motivi geometrici del tappeto iraniano, a volte implicano un verso di poesia, un verso o una sura del Corano, un racconto leggendario o storico o un aneddoto dei profeti.
In Iran ogni regione di per sé ha la sua particolarità dei motivi, colori e materie prime. Ma tra di loro condividono un dato di fatto ossia il nodo asimmetrico conosciuto come annodatura persiana che rende il tessuto più forte e compatto. Il tappeto generalmente viene tessuto su un telaio verticale, ma in Iran, in alcune zone come Bandare Turkman e Kurdistan, esistono anche dei telai orizzontali.
Il telaio tramite la stecca superiore e quella inferiore stringe i fili dell’ordito e il tessitore avendo un disegno mentale (Nomade) o un disegno sulla carta (Urbano) esegue la tessitura annodando i fili lungo le trame orizzontali. I fili per fare i nodi posso essere di lana o seta o cottone, per cui, il filo pregiato definisce la qualità della tessitura e il tappeto avrà un valore superiore. Dopo l’annodatura, i fili dell’ordito si tagliano e creano la frangia che spunta fuori poco dopo la bordatura esteriore. Infine il tappeto viene riconosciuto per la sua quantità dei nodi che definisce la raffinatezza della tessitura. Oggi, i maggiori centri di tessitura dei tappeti fatti a mano o tessuti a mano in Iran sono le città di Tabriz, Isfahan, Kashan, Kerman e Mashhad, Ardabil e altre zone come Kurdistan e i Qashqaei e Bakhtiari e Turkmeni.
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