IRAN
Più paesaggi, Più cultura
9 giorni/8 notti
“Più paesaggi, Più cultura” è un viaggio ideale per conoscere la cultura azera, le chiese ortodosse, i bazaar della via della seta e la festa del Purim della religione ebraica. Il tour, oltre ai paesaggi mozzafiato, ci offre anche la possibilità di vivere i luoghi del culto, il Bazaar per eccellenza al mondo ossia quello di Tabriz. Questo ultimo stato visitato dai famosi esploratori e scrittori tra cui il sommo viaggiatore veneziano Marco Polo. Tabriz si trova nella zona del Nord Ovest dell’Iran nella regione chiamata Azerbaijan iraniano. Questa affascinante città adagiata sui monti Alborz si svela agli occhi del visitatore con la sua orgogliosa natura e la sua ricchezza architettonica di stile azero. Questo stile definisce fin dal primo momento una divergenza antropologica per il semplice fatto che nella regione dell’Azerbaijan iraniano si parla prevalentemente l’antica lingua azera.
“Più paesaggi, Più cultura” è un tuffo nella storia della Persia attraverso i siti di grande importanza storica come Takhte Soleiman, Bisotun, il Bazar di Tabriz, la biblioteca di Avicenna e Casa del curdo a Sanandaj. Quest’ultima città ci permette di approfondire la storia del popolo curdo che arricchisce a sua volta il bagaglio culturale di ogni viaggiatore. L’Iran nasconde grandi tesori che li scopriamo visitando l’architettura delle splendide città fino a spingerci alle radici dell’architettura dei selgiuchidi nelle città famose azere e curde. La sorpresa del viaggio sarà la visita del villaggio Palangan dove la genialità del popolo curdo fa sospendere il respiro. Arrivati a Hamedan avremo la possibilità di conoscere la storia dei Medi a Ecbatana e visitare il Mausoleo di Ester e Mordechay. Queste sono le città suggestive iraniane che evidenziano ancora una volta la multietnicità dell’Iran. “Più paesaggi, Più cultura” è un viaggio in Iran il cui tragitto, di giorno in giorno, attraversa la Nord Ovest ovvero la regione Azerbaijan dell’Iran fino alla regione Kurdistan, dove, la popolarità, l’eleganza della natura e l’ospitalità del suo popolo saranno in grado di lasciare a bocca aperta anche il più scettico dei viaggiatori!
LUOGO DI PARTENZA / RITORNO | Aeroporto internazionale IKA | ||||
ORARIO DI PARTENZA | Si prega di arrivare almeno 2 ore prima del volo. | ||||
INCLUSO |
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NON INCLUSO |
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1° Italia – Tabriz
Partenza con volo di linea. Arrivo a Tabriz il capoluogo della regione dell’Azerbaijan iraniano. Incontro con la guida di SITO Travel.
Trasferimento in albergo, pernottamento.
2° Giorno,Tabriz – Chiesa nera e il Monastero di Santo Stefano
A volte qualcuno arriva in Iran pensando di trovare, oltre a Persepoli, i monumenti della cultura islamica, l’opulenza delle moschee del periodo islamico o insomma qualcosa che ha a che fare con i riti appartenenti all’Islam. Tutto ciò, ovviamente è plausibile, ma non bisogna trascurare la presenza delle minoranze religiose e soprattutto i luoghi del culto dove esse praticano la loro fede. Per farne un esempio dovremo pur sapere che in Iran nella zona del nord ovest, dove l’Iran confina con l’Azerbaijan e l’Armenia, si trova una serie di chiese antiche riconosciute dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità. Infatti in Iran i cattolici, dal punto di vista religioso sono suddivisi in tre diversi riti: assiro-caldeo, armeno e latino, e cinque diocesi. La popolazione cattolica che vive in Iran è notevolmente piccola. Su 98,79% (principalmente sciiti – sunniti: 5-10%) ci sono anche i Cristiani: 0,37% e altre religioni: 0,84% (inclusi zoroastriani ed ebrei). Il criterio che rende affascinante questo miscuglio religioso è l’arrivo delle religioni in Iran, la divulgazione della fede e la costruzione del luogo del culto. I luoghi di culto delle grandi religioni presenti in Iran si trovano in diverse zone in base alla presenza delle relative comunità. Per esempio nella zona centrale, sud-est si trovano i templi del fuoco degli zoroastriani, mentre nella parte del nord-ovest e a Isfahan si trovano le chiese cattoliche e nella zona occidentale dell’Iran si trova il mausoleo di Ester e Mordechai, luogo di culto per eccellenza della religione ebraica. Tutto ciò non fa altro che far diventare più interessante il nostro viaggio e farci approfondire la radice dei culti presenti in un Iran sciita.
Giornata dedicata alla visita della bellissima Kara Klisa o Chiesa Nera – il nome dovuto al colore delle pietre con le quali fu costruita la chiesa, per l’appunto in lingua azera kara vuol dire nero. La Chiesa di San Taddeo, è uno dei più antichi e notevoli monumenti cristiani sopravvissuti in Iran e che detiene un grande significato per la comunità armena ortodossa del paese. Gli armeni sostengono che Chiesa Nera fosse la prima chiesa del mondo ed è stata costruita nel 68 d.C., da uno degli apostoli di Gesù, San Taddeo, che viaggiò in Armenia, allora parte dell’Impero persiano, per predicare gli insegnamenti di Cristo. La chiesa è composta da due parti: una struttura nera, l’edificio originale della chiesa da cui prende il nome e una struttura bianca, la chiesa principale, che fu aggiunta all’ala occidentale dell’edificio originale nel 1810 d.C.
Si prosegue il viaggio in Iran verso l’altro magnifico luogo di culto chiamata Chiesa di Santo Stefano, un edificio appartenente al cristianesimo con le tendenze del culto della religione armena risalente al IX sec. d.C. La chiesa si trova in una zona di montagna dove il fiume Aras – il biblico Ghion – serpeggia nella vallata orgogliosa della frontiera iraniana a pochi passi dalla capitale della Repubblica Autonoma di Naxçıvan. Infatti il Monastero si trova in mezzo alla natura rigogliosa della zona di confine, è una sintesi dell’architettura iranica e bizantina che sarebbe poi diventata nota per lo stile peculiare dell’architettura tipica armena. La torre campanile del monastero è completamente ottagonale e ha un colore rosa salmonato dovuto alle pietre ricavate dalle rocce delle montagne circostanti. Il monastero da lontano pare una fortezza dato che possiede un portale di legno e ferro pressato, il recinto murato e una serie di torri da dove era possibile effettuare la necessaria sorveglianza serale. Accanto alla sala della preghiera esiste un chiostro a pianta quadrata dove abbondano le stanzette per potere ospitare i seminaristi che passavano parte della loro vita seguendo i corsi della scuola religiosa del Monastero di Santo Stefano. Infatti per millenni questa zona è stata una via di transito per commercianti, eserciti e fedeli.
Rientro a Tabriz. Cena e Pernottamento in albergo.
3° Giorno, Tabriz – Kandovan o Cappadocia iraniana
La regione dell’Azerbaijan iraniano occupa un territorio meno vasto rispetto alla grandezza totale dell’Iran. Il motivo per il quale, oggi giorno, questo territorio rimane piccolo, è il semplice fatto che la regione dell’Azerbaijan fu una sorta di agorà internazionale che vide tutti i movimenti geo-politici tra l’Impero Safavide e quello Ottomano, nonché l’arrivo degli ambasciatori cristiani per la divulgazione del cristianesimo. Tabriz ha un ruolo fondamentale nella storia moderna dell’Iran perché è proprio qui, in questa terra, che nacque la fase iniziale di una delle rivoluzioni più importanti dell’Iran: la Rivoluzione Costituzionale.
Tabriz il capoluogo dell’Azerbaijan iraniano dove visiteremo:
- Museo archeologico di Tabriz che tutela un repertorio archeologico dove gli oggetti sono esposti in tre sale principali. Le sale contengono principalmente oggetti scoperti dagli scavi in regione dell’azerbaijan che saranno in grado di informarci del processo artistico che passava dall’Iran verso Occidente. Uno dei reparti più interessanti sarà ovviamente il reparto della ceramica e terracotta risalente al XII-XIII sec. d.C., durante il quale la calligrafia ebbe un risvolto artistico per la decorazione degli oggetti in costruzione. Oltre al Museo Nazionale dell’Iran a Tehran, il Museo dell’Azerbaigian ha la più grande collezione appartenente a diversi periodi della storia dell’Iran.
- Moschea Blu costruita nel 1465, su ordine di Abu Al-Mozaffar Jahanshah sovrano, mecenate e anche poeta della dinastia turcomanna dei Qara Qoyunlu. Si trattava non solo di una moschea bensì di un grande complesso che conteneva una biblioteca, un convento di dervisci, un giardino, delle terme e un mausoleo. A causa del terremoto del XVIII sec. oggi solo una parte della moschea è rimasta in piedi grazie anche alle collaborazioni e restauri degli archeologici. La pianta della moschea ha una forma diversa rispetto ad altre mosche dell’Iran. Infatti stile particolare della moschea Blu conosciuto come lo stile azero è insolito per il mondo persiano anche perché conferma una rilevante influenza ottomana a Tabriz. Cediamo la descrizione del fascino della Moschea Blu a Ella Mailart che dopo aver visitato la moschea scrisse: “quella sensazione particolare di quando si è innamorati e si crede di non aver mai capito, fino ad allora, lo splendore di un cielo a mezzanotte allorché le stelle, non una uguale all’altra, sfavillano con tale luminosità da sembrare venirci incontro. Quello straordinario mosaico fa sognare un angolo dove ogni stella sia un fiore colorato”
- Bazaar di Tabriz è un complesso abnorme che abbraccia circa 35 km di passaggi coperti, con più di 7000 negozi, 24 caravanserragli e 28 moschee. L’attività principale all’interno del bazaar era la manifattura dei tappeti, ma è rinomato anche per la lavorazione degli argenti e dei gioielli, la vendita della frutta secca, spezie e il formaggio famoso della regione detto lighwan. Il bazaar di Tabriz in Iran è un bazaar tradizionale, ed era il centro della vita economica intorno al quale si svolgeva la maggior parte delle attività dei cittadini. Dal punto di vista architettonico il bazaar conteneva diversi edifici con una forma adatta per la temperatura bassa invernale di Tabriz. Il bazaar di Tabriz è un esempio lampante poiché comprende quasi tutti gli esempi possibili immaginari di un complesso adatto a svolgere le attività economiche: bottega, officina, magazzino, casa di commercio, caravanserraglio, passaggio, intersezione. Inoltre la seconda fascia del bazaar era dedicata ai luoghi relativi alle altre attività socio-religiose: moschee, scuole coraniche, spazi dedicati per le cerimonie religiose, palestre tipiche persiane, sale da tè, taverne e barbieri. In poche parole questo labirinto commerciale sarà in grado di farci perdere per ore nel suo corpus affascinante dove avremo un’esperienza sensoriale unica. Basta solo camminare e respirare profondamente per inebriarsi con il profumo della cannella appena macinata, della lana dei tappeti nel Saraye Mozzafari, del formaggio fresco e del pane barbari – pane tipico degli azeri dell’Iran – appena sfornato.
- Di pomeriggio partiamo alla volta del villaggio di Kandovan, situato in una meravigliosa valle del Monte Sahand con un panorama pittoresco famoso per le sue abitazioni scavate nella roccia vulcanica. Queste case, abitate ancora oggi, per le proprie forme coniche e la tipologia degli scavi mantengono il caldo e il freddo durante il periodo invernale e estivo.
Cena e pernottamento in una delle strutture tipiche del villaggio.
4° Giorno, Kandovan – Takhte Soleiman – Takab
Si prosegue verso Takab. Durante il viaggio visiteremo uno dei posti più magici di tutto l’Iran: Takhte Soleiman. Il sito archeologico del periodo sassanide si nasconde tra le montagne pittoresche le quali ci accompagnano durante il viaggio rendendolo questo percorso come uno dei più scenografici dell’Iran. Takhte Soleiman oltre alla sua storia di prestigio è in grado di raggruppare una serie dei criteri per approfondire meglio la cultura degli zoroastriani e il loro luogo di culto. Qui a Takhte Soleiman ciò che sorprende ogni visitatore è la bellezza raffinata del posto magico dove l’acqua e il fuoco si conciliano uno accanto all’altro creando una terra sacra laddove ogni re ci si doveva recare prima di mettere il piede sulle scale del trono ereditato.
Il sito comprende il principale santuario zoroastriano, parzialmente ricostruito durante il periodo Ilkhan nel XIII secolo, nonché un tempio dedicato ad Anahita risalente al periodo sassanide, VI e VII secolo. L’architettura del tempio del fuoco e, quella delle sale di raduna dei magi e altri palazzi e influenzarono in modo significativo lo sviluppo architettonico durante il periodo islamico che avvenne dopo lo scioglimento del potere dei sassanidi nel VII secolo d.C. Takhte Soleiman ha anche molte importanti relazioni simboliche, associate a credenze molto più antiche dello zoroastrismo, nonché a significative figure bibliche e leggende.
All’interno dei confini della proprietà si trovano gli elementi e i componenti noti necessari per esprimere l’eccezionale valore universale della proprietà, tra cui il lago e il vulcano, i resti archeologici legati al santuario zoroastriano e i resti archeologici legati all’architettura reale del sasanide.
Il sito è formato da una piattaforma ovale, che sorge a circa 60 metri sopra la valle circostante. Ha un piccolo pozzo artesiano calcareo, che ha formato un lago di120 metri di profondità. Da qui, piccoli corsi d’acqua portano l’acqua nelle terre circostanti. I sasanidi occuparono il sito a partire dal V secolo, costruendo lì il santuario reale su una
piattaforma. Il santuario era circondato da un muro di pietra di 13 metri di altezza, e 38 torri e due ingressi che si trovano a nord e sud. L’edificio principale è il tempio del fuoco zoroastriano ossia Azargoshnasb che si trova sul lato nord del lago. Questo tempio, costruito con i mattoni, ha una pianta quadrata tipica dei templi del fuoco dei sassandi. Questo criterio architettonico dei sasanidi sarebbe diventato un modello esemplare per la costruzione degli altri luoghi di culto a partire dal periodo islamico. Ad est del tempio c’è un’altra sala quadrata riservata al “fuoco eterno”. Più a est si trova il tempio Anahita, anch’esso quadrato nel piano. Le residenze reali sono situate ad ovest dei templi.
Cena e pernottamento in albergo.
5° Giorno, Takab – Sanandaj
Le origine del popolo curdo si riferisce a una popolazione indoeuropea stabilitasi nella regione chiamato Kurdistan. Curdo è membro di un gruppo etnico e linguistico che vive in Iraq, in Siria, nell’Anatolia sud-orientale, nelle montagne Zagros dell’Iran occidentale. La maggior parte dei curdi vive in aree contigue di Iran, Iraq e Turchia, una regione geografica un po’ vagamente definita generalmente chiamata Kurdistan. Il nome ha connotazioni diverse in Iran e Iraq, che riconoscono ufficialmente le entità interne con questo nome: la provincia occidentale iraniana di Kurdistan e la regione autonoma curda dell’Iraq. La lingua curda è una lingua iraniana occidentale legata al persiano e al pashtu. Si pensa che i curdi siano compresi tra 25 e 30 milioni, comprese le comunità in Armenia, Georgia, Kazakistan, Libano, Siria ed Europa.
Lo stile tradizionale di vita curda era nomade, ruotando attorno alle pecore e alle capre che si radunavano nelle pianure mesopotamiche e negli altopiani di Turchia e Iran. La maggior parte dei curdi praticava un’agricoltura marginale anche perché la zona montagnosa ostacolava la coltivazione dei cereali dando la possibilità agli alberi come noce e soprattutto melograno. L’applicazione dei confini nazionali a partire dalla prima guerra mondiale ha impedito le migrazioni stagionali delle greggi, costringendo la maggior parte dei curdi ad abbandonare i loro modi tradizionali di vita nei villaggi e di stabilirsi in un certo modo nella pastorizia e nell’agricoltura; altri hanno assunto un impiego non legato alla tradizione. Dal punto di vista antropologico la cultura curda è legata radicalmente allo stile di vita in montagna: la formazione delle società e villaggi nelle vallate di Zagros, le case tipiche dei curdi a forma delle scale, il lavoro costante durante il periodo primaverile e estivo per potere combattere il freddo gelido d’inverno. In poche parole la neve, il freddo e le temperature basse definiscono i criteri basilari della società ex-nomade curda. La cultura curda oltre alla poesia, vestiti, architettura e le festività tradizionali mantiene costantemente una forma musicale praticata tutt’ora presso le famiglie curde in Iran. È interessante sapere che in kurdistan iraniano ci sia una cultura legata alla produzione del melograno e durante la stagione della raccolta nei villaggi organizzano annualmente una festa durante la quale le donne portano i primi melograni su un vassoio di rame e gli uomini assistono la sfilata suonando una musica euforica con lo strumento tipico usato dai curdi ossia Sitar.
Arrivo a Sanandaj il capo luogo della regione Kurdistan iraniano: Museo Archeologico di Kurdistan, La Casa del Kurdo, Moschea Jamè, Bazaar del Centro storico del 1600 sul modello della Piazza Naghshe Jahan a Isfahan. La visita a Sanandaj mette in rilievo la multietnicità dell’Iran perché qui camminando per le vie della città si può vivere la tradizione e la divergenza dei tratti somatici, la lingua e i vestiti tradizionali del popolo Curdo. (nel caso della chiusura dei musei o il bazaar le visite verranno completate il giorno seguente prima di lasciare Sanandaj)
Cena e pernottamento in albergo.
6° Giorno, Sanandaj – Palangan – Kermanshah
Partenza per Kermanshah, lungo il percorso visita al villaggio tipico dei curdi Palangan
Le case tradizionali dei curdi nelle zone montuose come Palangan. Il villaggio di Palangan si sviluppa a gradoni a forma terrazzata come Masuleh. Nell’architettura di questo paese il tetto dell’abitazione sottostante corrisponde al cortile della casa superiore. I materiali utilizzati nella costruzione della casa sono nativi e la maggior parte sono delle rocce impiegate per l’edificazione di muri a secco in modo irregolare e con la malta di fango e calce.
Nella maggior parte delle città fredde, i cortili degli edifici si trovano ad un metro e mezzo più in basso rispetto ai marciapiedi, in modo che, durante il periodo delle piogge, l’acqua corrente in torrenti ed i corsi d’acqua stessi possano entrare nel giardino, nel cortile o nelle cisterne di stoccaggio dell’acqua che si trovano ai piani interrati.
Riscaldare lo spazio di queste camere relativamente piccole rimane ancora il problema più difficile nelle zone montuose dell’Iran, lo spazio dedicato alla stanza da letto è spesso freddo e le persone ricorrono ad un metodo tradizionale per riscaldarsi: posizionano un bacinello metallico riempito con il braciere ardente senza fiamma e fumo, che viene posizionato sotto tavolo con gambe basse al centro della stanza. Il tavolo viene allestito con una coperta molta spessa detta Lahaf Korsi ossia la coperta del tavolo caldo. Le persone e i membri della famiglia si allungano i piedi sotto il tavolo tirando su la coperta per coprire il resto del corpo. Dato la bassezza del tavolo, il tè e il cibo viene servito nello stesso posto. Questa stanza invernale a sua volta assume il ruolo multifunzionale visto che dopo aver soffiato sulla fiamma della lampada a petrolio la stanza di soggiorno nonché sala da pranzo diventa una camera da letto cioè le persone dormono intorno al tavolo sotto la Lahaf.
Dopo la visita a Palangan partiamo alla volta di Kermanshah:
La città e la provincia di Kermanshah si trovano sulla rotta strategica che collega la Mesopotamia con l’altopiano iraniano. Questo percorso era militarmente e commercialmente importante soprattutto per il commercio del lapislazzuli e della seta, in più l’area circostante è ricca di siti preistorici e storici come Bisotun e Tempio di Anahita. Gli scavi effettuati nelle grotte locali rivelano la presenza umana preistorica in questa zona. Il sito principale, a Bisotun, è stato quasi continuamente occupato dalla preistoria fono all’arrivo di Dario I. Queste testimonianze neolitiche precedono l’alba delle zone civili nelle aree successivamente occupate da vari popoli. A partire dal terzo millennio a.C., la strada Babilonia – Ecbatana la capitale dei medi a Hamedan, serviva come via di penetrazione militare nel territorio dei medi da parte degli Assiri.
- Taghe Bostan, dopo la caduta dei Parti, i Sassanidi ripresero il potere rinnovando un nuovo impero persiano: Impero Sassanide. Il nome sassanide o sasanide identifica la dinastia che resse la Persia tra il dominio partico e la conquista islamica 636 d.C. Il termine sassanide deriva da quello di Sasan, che fu sacerdote del Tempio di Anahita – la dea dell’acqua – a Istakhr, città del Fars, che al tempo era un regno che faceva parte dell’impero partico. Babak, suo figlio, governatore della città, approfittando della guerra di successione tra i pretendenti al trono dell’impero all’inizio del terzo secolo, si ribellò e si proclamò re di Persia. Ardashir I, anche conosciuto dalle popolazioni di lingua greca come Artaserse, sconfisse l’esercito partico e così il sassanide fu libero di conquistare le restanti province iraniane e mesopotamiche e venne incoronato Shahan shah (Re dei Re) a Ctesifonte nel 226 d.C. Taghe bostan è l’unico posto in cui si può approfondire i dettagli di un bassorilievo del periodo dei sassanidi che rappresentano la successione del potere con la presenza delle figure molto rilevanti come Mitra e Anahita. Il documento più maestoso ovvero il bassorilievo più grande, sotto l’arco più grande, raffigura la scena della caccia reale per eccellenza dove abbondano i dettagli della caccia come se fosse un libro illustrato. La cultura iranica è una cultura angelica e Taghe Bostan con le sue decorazioni ai bordi dell’arco, in persiano Tagh, si svela agli occhi del visitatore con i dettagli dei due angeli che introducono lo sguardo alla profondità dell’arco.
Cena e pernottamento in albergo.
7° Giorno, Kermanshah – Bisotun – Hamedan
In mattinata partenza per Hamedan, lungo il viaggio per visitare il sito archeologico nonché patrimonio dell’umanità dove approfondiremo i dettagli del documento più geniale e sfavillante lasciato da Dario in Iran: bassorilievi di Bisotun. Si prosegue verso Kangavar alla visita del tempio di Anahita “la dea dell’acqua”.
- Bisotun o Behistun si trova sull’antica rotta mercantile che collega l’altopiano iraniano alla Mesopotamia e ha le vestigia dal periodo preistorico ai periodi Medi, Achemenidi, Sassanidi e Ilkhanidi. Il monumento principale di questo sito archeologico è un bassorilievo e un’iscrizione cuneiforme commissionata da Dario I il Grande, quando salì al trono dell’Impero persiano nel 521 a.C. Questo bassorilievo rappresenta Dario che regge un arco, simbolo della sua sovranità e schiaccia il busto di un uomo disteso sulla schiena di fronte a lui. Secondo la leggenda, questo personaggio sarebbe Geoumat, il mago del tempio, che fingeva di essere il re al trono il cui assassinio consentì a Dario di conquistare il potere. Un dato di fatto molto notevole per il quale gli storici hanno avanzato tante ipotesi mettendo in dubbio la scena “documentata e rappresentata” da Dario I, in più lingue dell’epoca e sulla via principale dell’Impero persiano. Sotto e intorno al bassorilievo, circa 1.200 linee di iscrizioni tracciano la storia delle battaglie che Dario dovette condurre nel 521-520 a.C., contro i governatori che tentarono di dividere l’impero fondato da Ciro il grande. Il testo di Bisotun è scritto in tre lingue. Il più antico è un testo elamita che si riferisce alle leggende che descrivono il re e le ribellioni. È seguita da una versione babilonese di leggende simili. L’ultima parte dell’iscrizione è particolarmente importante, perché fu lì che Dario introdusse per la prima volta la vecchia versione persiana della sua res gestae che realizzò. È l’unica iscrizione monumentale achemenide conosciuta sulla rifondazione dell’Impero da parte di Dario I. Costituisce anche una testimonianza delle reciproche influenze nello sviluppo dell’arte e della scrittura monumentale nella regione di l ‘Impero persiano. A Bisotun troviamo anche le tracce del periodo di Medi del VIII-VII secolo a.C.
Il centro storico di Hamedan, dal punto di vista urbanistico, ha una pianta circolare che per certi aspetti può essere ispirata liberamente dalla collina di Ecbatana. Infatti la Piazza Imam oggi giorno gioca un ruolo fondamentale per chi vuole esplorare la città e conoscere i dettagli dell’espansione urbanistica avvenuta nei recenti decenni. La Piazza Imam con le sue vie principali – sono sei in totale – connette tutta la zona centrale ai vari quartiere e luoghi di grande importanza sociale e religiosa tra cui il gran bazaar di Hamedan, il mausoleo di Ester e Mardocheo e infine la tomba del sommo filosofo nonché medico persiano Abu Ali Sina conosciuto come Avicenna.
- Avicenna, egli nacque intorno all’anno 980 d.C, ad Afshana, nell’Impero persiano in un villaggio vicino a Bukhara. Suo padre, che si era trasferito da Balkh qualche anno prima, era il governatore samaride del vicino Ḵarmayṯan. Alcuni anni dopo la sua nascita, la famiglia si trasferì a Bukhara. La capitale era un centro culturale molto attivo che attirava l’attenzione degli studiosi tra cui anche Avicenna. Egli compì i primi suoi studi con i più illuminati insegnati dell’epoca. Data la disponibilità di insegnanti e biblioteche, l’elevata posizione di suo padre nell’amministrazione Samanide e la sua applicazione e precocità, a solo diciotto anni, Avicenna era perfettamente istruito nelle scienze greche.
Cena e pernottamento in albergo.
8° Giorno, Hamedan – Tehran
La popolazione dei medi di stirpe indoeuropea, era stabilita nell’altopiano iranico ossia l’odierno Iran la zona nella quale rimase per vivere e governare. Tra le altre etnie esistenti in Iran, ci furono i Medi che iniziarono a stanziarsi nel territorio dei futuri medi nell’Iran occidentale, dove, a quel tempo, ci furono molti piccoli principati e diversi gruppi linguistici ed etnici: gutiani, lullubiani, Kassiti e uragani. Più tardi, nel VIII secolo a.C., il ruolo dei Medi aumentò notevolmente; e, infine, nel VII secolo, l’intero Iran occidentale e alcuni territori limitrofi furono attribuiti al potere del popolo medo. Il punto focale della politica dei medi fu senza dubbio la zona nord-occidentale, il cui centro era la famosa polis conosciuta come Ecbàtana o Hamedan. Il nome della capitale dei media appare nell’iscrizione del VI secolo di Dario I a Bisotun come Hamgmatāna, ed è trasmesso da Erodoto e dagli altri autori classici come Ecbatana. Quando i Medi verranno assoggettati ai Persiani e accolti nel nuovo impero, occuperanno importanti posizioni di potere, tanto vero che i Greci li confonderanno con gli stessi Persiani.
All’inizio, le frontiere occidentali dei principati mediani, indipendenti l’una dall’altra, passavano non molto al di là dei confini occidentali della pianura di Hamadan. Il territorio originale dei media, come era noto agli Assiri durante il periodo dall’ultimo terzo del IX secolo fino all’inizio del VII secolo a.C., era molto delimitato da nord e nord-ovest. L’unica parte della pianura di Hamedan che permetteva ai medi di espandere il territorio fu il sud-ovest. Lì i Media occuparono la valle di Zagros e il suo confine sorgeva sulla catena montuosa del Garin, che separava i media da Ellipi, un regno nell’area di Piš-e Kuh a sud di odierno Kermanshah – la regione abitato dal popolo curdo dell’odierno Iran -.
La mattina comincia con la visita all’antica capitale dei Medi:
- Erodoto fornisce una descrizione di Ecbatana, che, secondo lui, era un complesso architettonico costruito su una collina e circondato da sette cerchi di mura in modo che gli spalti di ogni muro superassero quelli della parete successiva fuori di esso. Il palazzo stesso e i tesori reali erano all’interno del cerchio più interno. I merli di questi cerchi erano dipinti con vari colori e quelli dei due cerchi interni erano coperti rispettivamente di argento e oro. Si può notare che, nel VI secolo a.C., come noto dalle iscrizioni achemenide, gli orafi mediani adornavano le pareti dei palazzi reali nella capitale imperiale di Susa.
L’arte mediana, tuttavia, rimane una questione di speculazione. Apparentemente questa situazione durerà fino a quando non verranno scoperti e studiati i palazzi reali di Ecbatana.
- Mausoleo di Ester e Mardocheo, Hamedan è la custode di uno degli eventi più importanti del popolo ebraico ossia Purim. Sempre in questa città avremo l’opportunità di approfondire un evento storico che avvenne durante il regno di Serse, il re degli achemenidi. Infatti La festività di Purim viene osservata ogni anno nel 14° giorno del mese ebraico di Adar. Esso ricorda la miracolosa salvezza del popolo ebraico che si trovava alla mercé del malvagio Haman, in Persia. Ester, la sposa di Serse, intervenne in favore del popolo e denunciò il piano di Haman al re. Il 14 di Adar (il giorno seguente la data fissata da Haman), fu quindi scelto dai saggi come data di celebrazione per la Festa di Purim. Dopo le visite partiamo alla volta di Tehran.
Cena e pernottamento in albergo.
9° Giorno, Tehran – Italia
Trasferimento all’aeroporto internazionale ” Imam Khomeini” per il volo Tehran – Italia.
RECENSIONI DEL TOUR
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